American hangman - Colpevole o innocente - Film (2019)

Partenza intrigante, con reminiscenze di un episodio di Black mirror, con la gente che assiste a un processo online in cui all'inizio non è chiaro dove si andrà a parare. Man mano però la sceneggiatura perde colpi, offrendo colpi di scena prevedibili o implausibili (dove avviene il tutto?) che faticano a soddisfare premesse tanto stuzzicanti. Resta il piacere di vedere Sutherland offrire una bella prova da protagonista, affiancato da attori un po' anonimi ma funzionali e sfruttato al massimo da una regia per forza di cose statica.

L'inizio è discreto e sa coinvolgere lo spettatore nel giro di pochi minuti: si è curiosi di capire meglio cosa accade e perché, sebbene l'italico titolo suggerisce, sbagliando, più di qualcosa. Che non si sia dinanzi ad un epigono di Saw e affini, è chiaro sin quasi da subito. Peccato che col passare dei minuti la trama si sfilacci, così come la tensione. E pian piano il senso di deja-vu si fa sempre più strada: i temi non sono nuovi, ma questo non è il problema principale. Il modo di trattarlo, sì: prevedibile e con poche sorprese. Non male il finale. Il film, un po' meno.

Un tizio rapisce due uomini, li piazza in uno scantinato davanti ad una decina di cineprese che diffondono il filmato in rete, poi si sbarazza di uno ed inizia a processare l'altro per omicidio, demandando al voto online l'eventuale sentenza di morte... Premesse promettenti che ricordano il plot di un bell'episodio di Black Mirror (Odio universale), ma svolgimento non all'altezza, nonostante il bonus costituito dalla presenza del magnetico Sutherland, a causa di una sceneggiatura approssimativa con snodi poco curati che finiscono per rendere scontato il messaggio e prevedibile l'epilogo.

Il film segue lo schema classico puntando tutta la posta estetica nei primi minuti per poi vivere di rendita (drammaturgica) nell'ora e passa restante. I temi della giustizia e della colpevolezza non son certo quelli di Dürrenmatt, la tensione cala vistosamente attingendo a soluzioni straviste quanto grossolane (la squadra d'assalto simula un videogioco shooter) e il finale risulta assai prevedibile. Sutherland è bravissimo, ma un capitello corinzio non abbellisce un casermone di cemento: appare solo incongruo.

Due persone vengono rapite e imprigionate in uno scantinato da un uomo che li vuole far processare in diretta streaming. Il film parte come il più rude dei torture porn per poi virare nel thriller, sgonfiandosi poco alla volta come un palloncino sopra a una fonte di calore. Donald Sutherland offre come al solito una prova di grande spessore, mentre il resto del cast si dimentica appena finito il film. La sceneggiatura perde colpi con il proseguire dell'opera e la parte finale oltre ad essere scontata ci propina un panegirico evitabile sul concetto di giustizia. Deludente.