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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'esordio al cinema dietro la macchina da presa di Stefano Calvagna è già programmatico e mostra in nuce quelli che ne resteranno pregi e difetti. Il recupero in Italia del noir più ruspante è - per quanto gravato da una ancora poco matura direzione degli attori - sincero e volonteroso. Senza inventarsi una sceneggiatura virtuosa Calvagna si affida a un soggetto facile facile e lavora soprattutto sulla regia.

I protagonisti sono tre amici di diversa estrazione sociale: Gian Maria (Calvagna) e Marco (Boni) i soldi già li hanno in famiglia (il primo ci viene presentato con un fermo immagine, l'età e la dicitura "benestante"), Antonio (Monti)...Leggi tutto è invece il figlio di un gommista e mostra molta meno sicumera degli altri due. Soprattutto di Gian Maria, perché Marco in verità è soprattutto un gran cocainomane. La voglia di accrescere il capitale senza fatica si concretizza in veloci rapine alle banche armati di taglierino e aiutati dalla quarta del gruppo, Paola (Gangale), ladra che vive insieme al fratello disabile. Dall'altro lato della barricata una malinconica guarda giurata (Bonetti) e l'ispettore di polizia (Botosso) incaricato di catturare la misteriosa banda che, pur senza uccidere nessuno, sta assaltando le banche di una Livorno discretamente ripresa.

Ai quattro viene tutto facile, e il chiaro leader Gian Maria si lascia andare a violenze assortite che accompagna ad atteggiamenti sprezzanti da ras del quartiere, da bullo che non ha paura di nulla e che quando c'è da alzare la posta passando al traffico di cocaina non si tira certo indietro. E' il personaggio di gran lunga più significativo, che Calvagna (nel film fa un po' tutto, canta persino la title track sulle note di Riccardo Della Ragione) carica di una ferocia coatta che diventerà un po' la cifra del suo cinema. E se Boni non trova in Antonio una figura che più di tanto gli permetta di esprimere le proprie riconosciute doti interpretative, a Monti tocca il personaggio più indifeso e vacuo, perso dietro alle donne, pronto a sgranare gli splendidi occhi truccati e a mostrare scarsa adeguatezza nella partecipazione alle azioni criminali degli amici; è l'anello debole, con tutta evidenza, l'unico a cui il background familiare aggiunge qualcosa (la madre è Adriana Russo).

Certo, come detto si nota ancora una chiara inesperienza nella direzione nel cast (che in parte può indisporre chi fosse abituato a una recitazione complessiva di molto superiore), ma la grinta al film non manca, la regia e il montaggio sono svelti e le imprese di questa gang di ragazzotti poco in arnese sa essere concitata al punto giusto e, pur concludendosi un po' troppo sbrigativamente e senza forse la necessaria drammatizzazione, regala un discreto quadro d'insieme della gioventù perduta di inizio Duemila, con qualche imbarazzo nella resa complessiva ma un ritmo incalzante e una storia facile da seguire, magari banale ma risolta in ogni sua parte. Con il Calvagna attore che si prende la scena azzeccando da subito i toni che ne caratterizzeranno le interpretazioni future. Musiche piacevoli, una Rettondini splendida ragazza di Gian Maria per un film molto meno peggio di quanto si possa pensare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/02/20 DAL BENEMERITO TOMASTICH POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/01/23
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Tomastich 19/02/20 10:37 - 1255 commenti

I gusti di Tomastich

Un gruppo di rapinatori - la cosiddetta banda del taglierino - mette a soqquadro le banche di Livorno. Calvagna, già assistente alla regia per diversi telefilm americani degli anni '90, torna in Italia proponendo il genere puro quando era morto e sepolto da diversi lustri. Genere puro, che purtroppo si annacqua con una recitazione insufficiente e la sensazione di una scarsa professionalità di base. Per molti un guilty pleasure!

Stuntman22 2/12/21 21:26 - 126 commenti

I gusti di Stuntman22

Non ci siamo. Tutto, nel film, tradisce l'inesperienza di un regista che con gli anni si farà ben più convincente. La sceneggiatura, in particolare, conosce momenti di desolante banalità (la scena al ristorante raggiunge picchi epici in tal senso). Quasi tutti gli attori sono doppiati e nemmeno troppo bene. A salvarsi sono Bonetti (prediletto dal regista) e Botosso, e incuriosisce l'apparizione di Adriana Russo con la sua inconfondibile vocina dolce. Però i pugni con l'effetto sonoro dei film di Bud Spencer nel 2000 sono davvero troppo.
MEMORABILE: La ragazza che durante la rapina riceve il numero telefonico del rapinatore Alessio Boni e poi ci esce insieme come se niente fosse...

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