Giudizio al buio - Film (1991)

Giudizio al buio
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Titolo originale: A Seduction in Travis County
Anno: 1991
Genere: thriller (colore)
Note: Basato sulla vera storia dell'omicida di Little Rock, Mary Leah Orsini. Aka "Body of Evidence", "Blind Justice", "Blind Judgement".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/02/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 6/02/20 00:59 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

L'inizio sembrava pomettere bene, una specie di Legge criminale mista a Attrazione fatale, con una Lesley Ann Warren straordinariamente psicopatica e femmina folle. Ma, poi, tutto pian piano si sgonfia e le mancate battute da psychothriller muliebre finiscono nelle stantie e noiose aule di tribunale. Al di là dell'assassinio della moglie (misteriosamente ripreso al ralenti) e al ghigno da lucidafollia della Warren, rimane solo un inconsistente legal thriller dal look terribilmente televisivo e dalla fiacchezza anonima di un film dossier pomeridiano.
MEMORABILE: La Warren che mignotteggia in cucina, provocando l'idraulico; Il crollo psicologico della Warren al processo; Spalmandosi il rossetto lynchianamente.

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  • Discussione Buiomega71 • 6/02/20 10:29
    Consigliere - 25998 interventi
    Nel segno del thriller: alternativamente a Sanremo

    Si parte decisamente bene, con una storia di ossessioni femminee che stà tra Legge criminale e Attrazione fatale, dove Leslie Ann Warren ritrae una psicopatica "femmina folle" coi fiocchi, tra le migliori in un film televisivo (notevoli il suo crollo psicologico al processo e quando si impiastriccia la bocca con il rossetto come faceva Diane Ladd nel lynchiano Cuore selvaggio, o quando mignotteggia, in mini short, in cucina, provocando sessualmente l'idraulico, nonchè femme fatale sgualdrineggiante in tacchi alti nel baraccio, dove circuisce, per i suoi loschi piani, il ganzone di turno ) che è quasi un peccato che una figura di squilibrio muliebre di certa intensità sia stata così mal sfruttata.

    Quello che sembrava uno stalker movie alla Brivido nella notte, con una donna così straordinariamente abbagliata dalla lucidafollia e dall'amore morboso e ossessivo per il suo avvocato (felicemente sposato), si impantana nei meandri del più noioso legal thriller sullo stile dei film dossier trasmessi in fascia pomeridiana.

    E le battute psychothriller così care ad un Douglas Jackson (per dire), finiscono in una aula di tribunale, mandando tutto il potenziale a remengo, dove ci si deve sorbire l'ennesimo e noiosissimo processo che tiene via tutta la parte finale del film.

    Purtroppo siamo nell'epoca in cui i thriller straight to video (non tutti, per fortuna) tiravano le fila nelle aule giudiziare, tra giudici, avvocati e pubblici ministeri.

    L'entusiasmo iniziale (le tattiche diaboliche e le menzogne della Warren per avere tutto per se l'oggetto del suo desiderio, arrivando a farle uccidere la moglie, non prima di pianificare agguati "terroristici", la bomba piazzata nella macchina della mogliettina) frana miserabilmente quando il filmaccio prende la svolta processuale, che vanifica ignobilmente tutto quello che si era costruito prima, nel solito trito e ritrito (e francamente insopportabile) rinvio a giudizio nelle aule di giustizia.

    E se il potenziale stalking-movie femmineo viene gettato alle ortiche, anche alcune scelte registiche lasciano alquanto basiti (non capisco perchè Kaczender-parente del nostro Zendy?-abbia avuto la balzana idea di riprendere con un bruttissimo ralenti l'aggressione alla moglie dell'avvocato in camera da letto. Sequenza anche interessante, ma rovinosa dal punto di vista visivo che risulta come un pugno nell'occhio da tanto è mal girata).

    Essì che Kaczender (che non sarà un fulmine) aveva già licenziato il caruccio Bella da morire (sempre sugli squilibri mentali ginecei) e che, comunque, è dotato di un certo professionismo.

    La patina sfacciata da film televisivo , poi, affossa il tutto, in un guazzabuglio da telenovela, che dall'asse puramente thriller si sposta in zone melodrammatiche da romanzetto alla Rosamunde Pilcher.

    Fiacchissimo processual movie da discount, dove rimane solo la Warren e la sua straordinaria interpretazione, mentre gli altri risultano parecchio sottotono (Peter Coyote compreso).

    Tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1987, sull'assassina sociopatica Mary Leah Orsini che stalkerizzò il suo avvocato e ne fece uccidere la moglie (e già quì dovevo sospettare il truffaldino inghippo tribunalesco alla Forum, ma mi sono fatto fregare da Ciak, che lo recensiva positivamente nella sezione home video "inediti", nel gennaio 1993).

    Se questa è l'alternativa a Sanremo, e meglio guardarsi Sanremo a questo punto.
    Ultima modifica: 6/02/20 11:59 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 6/02/20 10:37
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs CDA

    Edizione: dicembre 1992

    Durata effettiva: 1h, 27m e 50s

    Ultima modifica: 6/02/20 10:47 da Zender