L'assassino chiama due volte - Film (1988)

L'assassino chiama due volte

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/02/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 4/02/20 00:38 - 2899 commenti

I gusti di Buiomega71

Pulsioni incestuose, abusi sessuali paterni, ragazzine che provocano sessualmente al telefono, laidi padri di famiglia in odor di pedofilia, travestismo alla Psyco (con complesso edipico), sconce party line, una coppia assassina e squilibrata composta da fratello (psicopatico) e sorella sgualdrinella, l'omaggio a Vestito per uccidere nel bagno della discoteca, i netti colpi di rasoio. Webb, che si confermerà reuccio del thriller usa e getta, fa montare la suspense e crea una coltre di morbosità per sfociare poi nel tesissimo finale nella piscina al chiuso.
MEMORABILE: L'appuntamento al buio con equivoco; La sorella che sbeffeggia "edipicamente" il fratello vestito da donna; L'antipasto del sesso a tre con rasoio.

Daidae 1/04/20 19:43 - 3163 commenti

I gusti di Daidae

Thriller appena sufficiente che mischia (come andava di moda in quel periodo) il genere erotico non troppo spinto a morbosità varie. La prova del cast è buona e particolarmente azzeccato è quello femminile, con diverse attrici di bell'aspetto (in particolare la detective donna). La prima parte è più "tranquilla", la parte finale ha più tensione. Vedibile.
MEMORABILE: L'assassino vestito da sposa.

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  • Discussione Buiomega71 • 4/02/20 10:56
    Consigliere - 25896 interventi
    Nel segno del thriller: alternativamente a Sanremo

    E William Webb si (ri)conferma reuccio del thriller usa e getta (vero che Il Banchiere viene un'anno dopo di questo, ma vero anche che il sottoscritto lo ha visto prima ), non deludendo le aspettative.

    Webb lavora di tensione, ma soprattutto di morbosità, inanelando perversioni a buon mercato che funzionano sempre, e che vanno spanne sopra a questo (de)genere di filmetti.

    Una coppia di fratello e sorella, lui psicopatico , lei sfacciattamente sgualdrinella, che si divertono a contattare, tramite le party line, uomini ricchi sposati, per prendere appuntamenti roventi con la sorellina, poi ricattati e uccisi a rasoiate, sono tra le coppie squilibrate e insane più riuscite dei thriller straight to video.

    E se il fratellino (interpretato da un ottimo Leif Garret pieno di tic e nevrosi psicopatologiche) si strugge spiando la sorellina in intimo e mezza nuda, desiderandola ardentemente, la sorellina lo umilia e lo sbeffeggia edipicamente ripetendole con scherno "Cocco di mamma, cocco di mamma", con lui che indossa feticisticamente il vestito della madre, in un cortocircuito en travesti dal complesso di Edipo degno di Psycho, dove le pulsioni incestuose prendono il sopravvento (lui innamorato della sorella, che identifica con la madre su cui nutriva morbosissime attrattive sessuali, la sorella stuprata e abusata dal padre, produttore cinematografico e il losco quadretto familiare disfunzionale è al completo, ovvio che in una tale situazione perversa l'omicidio sia di casa).

    Quello che di primo acchito pare il solito thrilling su un serial killer che uccide i clienti delle party line (che non sono le hot line stile 199), e in realtà un intricato rapporto incestuoso che sfocia in efferati delitti alla lama di rasoio, in un'accoppiata malata parentale con barlumi ai Killers della luna di miele.

    Ma Webb non si ferma quì, perchè il regista del Banchiere rincara la dose con: ragazzine minorenni, un pò in carne, goffe e poco attraenti, che si divertono a fare le porcelline sulle party line (versione erotizzante degli Occhi degli altri), padri di famiglia che molestano sedicenni con la scusa di riaccompagnarle a casa, appuntamenti al buio che si trasformano in equivoci da commediaccia, per poi incontrarsi nella villa, in una bollente atmosfera che sconfina nel sesso a tre (annunciato) con rasoio, le voglie inconfessabili di chi partecipa al gioco delle party line (bolletta permettendo).

    Sul lato meramente thriller, Webb tira fuori la sua abilità che già ho avuto modo di tastare nel Banchiere, fulminanti rasoiate che aprono gole, l'omaggio a Vestito per uccidere nel bagno della discoteca, la poliziotta sgozzata, il ritrovamento dei corpi nudi e insanguinati in quel di Malibù (il bimbo che rinviene i cadaveri nel campo è il figlio di Webb, Chris), il grottesco ballo tra il normanbetasiano Seth e la poliziotta rapita, a tu per tu con la sorella che lo provoca sessualmente e lo strangolamento, fino alle battute finali (con caduta rovinosa dal tetto e sparizione alla Michael Myers) per arrivare nella piscina al chiuso della grande villa, dove si consuma la resa dei conti.

    Incisive le parti femminili (su tutte Greta Blackburn, sorellina silfide e provocatrice, sorta di oscuro oggetto del desiderio fraterno e femmina folle alla bisogna) e malsane tutte le parti che vedono protagonisti fratello e sorella, in un gioco di ruolo perverso e maniacale (di culto quando lei, sopraffata dalla gelosia e dai ricordi dolorosi, fa a pezzi il vestito della madre, apostrofandola come "baldracca").

    Nell'appartamento del poliziotto che deve risolvere il caso, troneggia il manifesto di Coraggio...fatti ammazzare

    Quando ti aspetti il solito serial killer ammazzapupattole e ti ritrovi tutt'altro plot (già nell'incipit con la sorellina che si porta a casa il maschione di turno, ma poi arriva il fratello che...) e dove le smanie sessuali (soprattutto deviate) diventanto il punto focale della vicenda, allora hai la (ri)conferma che Webb ci sapeva davvero fare e si destreggiava con scafato professionismo nei meandri della psiche umana, tenendo conto della tensione (sempre costante) e dei meccanismi che il (de)genere richiede.

    Eccerto che stè vetuste party line (sorta di pre chat) intrigavano non poco (bolletta permettendo, ovviamente).

    Nota a margine: non so se era un riverbero o cosa, ma nella sequenza in cui il poliziotto di Robert Hatch è sul divano ad amoreggiare con la sua collega Butch (Marty Dudek), mi pareva che la bella poliziottona moracciona (una CHIPS per di più) avesse la pianta dei piedini sporchi (slurp).
    Ultima modifica: 4/02/20 19:26 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 4/02/20 11:06
    Consigliere - 25896 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Rca Columbia

    Edizione: marzo 1991

    Durata effettiva: 1h, 26m e 48s

    Ultima modifica: 4/02/20 12:02 da Zender