The grudge - Film (2020)

Dopo due lungometraggi modesti ma acclamati dalla critica, il giovane Pesce decide di alzare ulteriormente l'asticella delle ambizioni con nientemeno che l'ennesimo pseudo-remake di uno degli horror nipponici che più hanno avuto fortuna in Occidente nell'ultimo ventennio (riscrivendone anche la sceneggiatura). Il giudizio non è granché differente dagli autografi precedenti: grande cura formale (ottima l'attenzione per la palette cromatica), un paio di notevoli jump scare, ma la scrittura, specialmente nel finale arrabattato, rimane modesta.

La maledizione, come una malattia, infetta una donna in Giappone che a sua volta infetterà la sua abitazione in America che poi diventerà teatro di morte e disperazione di tutti coloro che varcheranno la sua soglia. Tecnicamente il film è ben girato, belli sono infatti sia i colori che la fotografia. Purtroppo a deludere è la trama, che si rivela essere la solita minestra riscaldata coi soliti personaggi, le solite situazioni e i soliti jumpscare; di conseguenza il tutto diventa estremamente prevedibile e noioso. Non pessimo, ma troppo banale.

Sorpresa: l’ingranaggio gira ben oliato, grazie a quell’atmosfera da thriller investigativo rarefatto e sopratutto alla scelta di proporci le storie delle singole vittime su piani temporali diversi ma sovrapposti alla bisogna. A riportarci con i piedi a terra ci pensano la scontata evidenza di come la derelitta Kayako sia ormai tremendamente fuori tempo massimo e l’estenuante riproposizione dei soliti, spiccicati jumpscares. Sufficiente, nonostante il personaggio zeppo di stereotipi, la Riseborough. Al di là, comunque, delle (bassissime) aspettative.