Se all'inizio pare di vedere una versione anglofona dell'Angoscia luniana, le speranze si affossano in un misero thrillerino in cui succede poco o nulla, tanto che gli horror fittizi che scorrono sullo schermo appaiono ben più interessanti di questo slavato filmetto paratelevisivo. Omaggi al primo Venerdì 13 nell'incipit (infilzato come Kevin Bacon), a Suspiria e Classe 1984 (impiccato davanti allo schermo sulle immagini in b/n) e il telo che si squarcia alla Dèmoni, non risollevano dal fiacco body count e dall'assassino individuato dopo nemmeno dieci secondi.
Piccolo film canadese, che da noi arrivò in sordina passando attraverso il sottobosco delle videocassette d'antan. Non offre particolari spunti innovativi, stanziandosi nella palude del già (e meglio) visto. Assassino misterioso, ripetizione d'atto criminoso nella stessa sede e agnitio in cauda. Se si considera, però, che l'idea di un festival dell'orrore ha sempre un certo fascino (soprattutto per chi mangia pane e genere) si arriva nientemeno a considerare l'opus di Martin un innocuo passatempo slasher. Sufficienza risicata.
MEMORABILE: Le risate durante la proiezione dei film.
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