Famiglia allargata - Film (2018)

Famiglia allargata
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quando ci sono di mezzo i bambini è difficile che una commedia prenda direzioni diverse da quelle che tutti si immaginano; un po' per l'impossibilità di esplorare territori non politicamente corretti, un po' per i limiti di attori che ancora non possono definirsi tali se non in rarissimi casi: le reazioni di un bimbo saranno inevitabilmente prevedibili, tendenti al lamentoso, al protestatario, all'urlante nei casi più irritanti. Qui i due figli (un maschio e una femmina) di Jeanne (Bourgoin) ne forniscono un chiaro esempio, per quanto cerchino di non esagerare con gli eccessi di (involontario) protagonismo. E le scene che li vedono al centro dell'attenzione può...Leggi tutto capitare che siano comicamente sgradevoli come nel caso della festa con clown, in cui quest'ultimo finisce col fare a pugni col protagonista adulto Antoine (Ducret).

Antoine scapolone impenitente, Antoine che quando il suo coinquilino se ne va a New York spera che il sostituto (scelto dal partente) sia un altrettanto gioviale compagnone o - quando scopre essere una donna - una bella donna. Jeanne lo è, ma con sé porta pure i sui due frugoletti, che s'installano nell'appartamento parigino di Antoine con le conseguenze che si possono immaginare. Lui, abituato alla massima libertà, non può accettare di vedersela limitare proprio in casa: la televisione occupata dai cartoni animati, la tranquillità messa a repentaglio dalle scorribande dei piccoli e da una madre brava ma fin troppo permissiva. Saranno scintille, inevitabilmente, per quanto Antoine cerchi di moderare i propri sfoghi convogliandoli in un cinismo che dovrebbe essere la massima fonte di divertimento del film. Non è proprio così, perché per farlo sarebbe stato necessario cucirgli addosso gag più brillanti, se consideriamo che la più singolare, scorretta e a suo modo memorabile (magari negativamente) è quella in cui alla domanda di lei "cosa vorresti in cambio per fingerti il mio nuovo fidanzato a cena dai miei?" lui risponde mimando ogni sorta di atto sessuale (con accenni di non comune volgarità). La cena si farà ma anche qui, a fronte di una situazione già stravista con Antoine nei panni del falso partner di Jeanne, non si riesce andare oltre a un Babbo Natale che finisce sul cornicione e a un goffo scambio di regali improvvisati.

Il film insomma non ingrana mai davvero, piuttosto azzecca qualche battuta sparsa qua e là perdendosi troppo spesso in prolungamenti inutili (si veda la festa di Capodanno, inutilmente tirata per le lunghe) o in moderati battibecchi che non trovano quasi mai lo spunto per portare a casa una sana risata. Ducret sa anche essere essere originale, in qualche atteggiamento da rozzo maschilista che alterna improvviso sadismo all'ingenuità tipica di chi il mondo dei bambini proprio non l'ha mai conosciuto, mentre sappiamo bene, passo per passo, come si evolverà la relazione sulle prime scontrosa tra lui e Jeanne. Lei è dolce, magari non splendida ma attraente, elegante, quasi diafana nella sua estrema magrezza, madre amorevole e disastrosa con l'altro sesso. Una coppia costruita seguendo modelli abusati, che se non altro la regia inquadra all'interno di una storia condotta con sufficiente agilità. Poi certo, vedere Antoine che aiuta i bambini negli studi svogliatamente ottenendo buoni risultati solo distribuendo Smarties o che si diverte giocando con loro alla Playstation non predispone al meglio... Qualche risatina comunque ci scappa, per fortuna.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/12/19 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/01/23
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Daniela 28/12/19 15:12 - 12672 commenti

I gusti di Daniela

Scapolone impenitente e sciupafemmine si trova a dover condividere il lussuoso appartamento con una splendida donna che però ha un grosso handicap, anzi due, ossia un maschietto di otto anni e una femminuccia di cinque. Indovinate come va a finire... Commediola banale che inanella una serie di gag stantie o discutibili per arrivare a un epilogo scontatissimo. Per risollevarne le sorti ci sarebbe voluto un attore di spirito ma Ducret non è Dujardin o Lellouche e le sue disavventure non divertono ma urticano.

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