Il ritorno della famiglia Brady - Film (1996)

Si insiste con la riproposizione delle nuove vicende della famiglia Brady Anni Novanta, versione ricercatamente scema di quella che nei Settanta animò l'omonima serie di successo. Evidentemente non paghi delle avventure parademenziali del numero uno, i nostro tornano alla carica con uno spirito ancor più rovinosamente parodistico di prima. Senza mai esagerare, a dire il vero, in modo da mantenere comunque qualche legame con l'ingenuità favolistica della serie, ma accentuando l'aspetto sottilmente comico. Nel senso che la presa in giro non è mai troppo smaccata e vorrebbe...Leggi tutto mostrare una certa qual sofisticatezza, quasi un gioco per iniziati dedicato in primis, naturalmente, a chi conosceva gli originali (che in America, molto più che da noi, erano piuttosto famosi). Questa volta lo spunto è offerto da tale Roy (Matheson), il quale si presenta alla porta dei Brady come il marito che si credeva morto di Carol (Long) nonché padre delle tre sorelle Brady. Mike (Cole) non può stupirsi più di tanto, dal momento che ovviamente sa di non aver sposato Carol per primo. In realtà Roy è solo un amico del marito defunto, deciso a spacciarsi per lui con lo scopo di appropriarsi di una preziosissima stauetta d'un cavallo che il marito vero aveva spedito alla moglie prima di morire e il cui valore Carol ovviamente non conosce. Ospitato gentilmente in casa dalla famiglia, si farà amici i ragazzi che nel frattempo continueranno la loro vita di sempre. Rispetto al numero uno, tuttavia, dei sei "fratelli" sono pochi quelli che troveranno il proprio spazio, in particolar modo le tre ragazze e il maggiore dei maschi. Il centro continua a essere la splendida Marcia (Taylor), inizialmente in lotta con Greg (Barnes) per chi deve aggiudicarsi la mansarda ma poi, una volta saputo di non essere sua sorella, attratta da lui, che ricambia. Il loro rapporto, non più incestuoso, diventa uno dei punti cardine assieme ai problemi della povera Jan (Cox), prototipo della sorella bruttina e invidiosa costretta, su consiglio di Roy, a inventarsi un fidanzato immaginario per sentirsi meno ignorata. I caratteri sono ulteriormente “macchiettizzati”, non manca il momento del balletto di famiglia in strada e in fin dei conti - proprio per l'assenza di verosimiglianza nei personaggi, modellati (senza evidenziare difetto alcuno) sui tipici componenti della famiglia americana perfetta (i genitori si amano, i figli al massimo si fan qualche dispetto ma sono molto legati) - si finisce col sorridere. Anche perché la recitazione è più che accettabile, il ritmo sostenuto e qualche ridicola imbecillaggine lascia il segno. Senza contare che si ironizza molto anche sugli stereotipi della commedia becera (la torta condita coi funghi allucinogeni che genera effetti psichedelici con tanto di famiglia Brady in versione cartoon) e lo si fa spesso mescolando commedia e parodia in un cocktail relativamente insolito. Poi certo, i limiti di una sceneggiatura modesta e gag a ben vedere ancor meno ficcanti non predispongono granché, ma rispetto al numero uno c'è più consapevolezza e maggior voglia di puntare al comico. Alla fine vien quasi da affezionarsi, a una famiglia tanto ingenua e sbarellata.

Chiudi