Dov'è il mio corpo - Film d'animazione (2019)

Dov'è il mio corpo
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Titolo originale: J'ai perdu mon corps
Anno: 2019
Genere: animazione (colore)
Cast: (animazione)
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/12/19 DAL BENEMERITO PINHEAD80
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Pinhead80 1/12/19 21:02 - 4755 commenti

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Non c'è che da rimanere ammirati di fronte a tanta bellezza. Se si ha la pazienza di lasciarsi coinvolgere dall'animazione ci vorrà poco a capire l'intensità della storia, la solitudine dei personaggi, la drammaticità delle situazioni. Un universo parallelo in mezzo al caos, dove i protagonisti cercano nella città un piccolo spazio solitario per poter respirare a pieni polmoni un po' di calore umano. L'emozione è amplificata anche da un notevole motivo musicale che incalza scena dopo scena.

Kinodrop 5/12/19 20:14 - 2946 commenti

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Dai sogni dell'infanzia e le illusioni dell'adolescenza alla dura realtà di solitudine urbana per il giovane Naoufel, in cerca di realizzazione e di affetti. Dalla Francia un lungometraggio animato straordinario per la struttura fortemente cinematografica delle "riprese", la cura per il sonoro, il nitore "sintetico" delle tonalità cromatiche e l'aura romantica e nostalgica che riesce a trasmettere (l'infanzia in b/n e le due storie che si intersecano). La bellezza della forma lenisce la tristezza per il destino riservato al protagonista.
MEMORABILE: La mosca e l'infortunio; L'igloo sul tetto; Le registrazioni ambientali; Gabrielle.

Xamini 6/12/19 10:27 - 1252 commenti

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Piccola perla dal regno dell'animazione francese, una fiaba post moderna ricca di idee, a iniziare dalla doppia e assolutamente inedita linea narrativa, passando per la delicatezza con la quale sfiora la sensibilità dello spettatore e gli fa mostra di quanto possa essere prezioso il sentire. Un racconto sulla solitudine, sul contatto, sugli orizzonti e le speranze, costruito su un tratto semplice, riempito di bellissimi colori e in cui tutti gli elementi si ricongiungono ricomponendo la (apparente) rottura. Delizioso.
MEMORABILE: La mano; la mosca; il registratore; l'iglo; l'astronauta

Daniela 6/12/19 12:07 - 12654 commenti

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Due storie parallele destinate ad incrociarsi verso l'epilogo: quella di un ragazzo timido che diventa falegname per amore di una bibliotecaria e quella di una mano mozzata che, sfuggita dal ripostiglio ospedaliero in cui giaceva dopo l'amputazione, girovaga per Parigi alla ricerca del corpo perduto. Un esordio nel lungometraggio di grande valore: originale nel soggetto che capovolge la sindrome dell'"arto fantasma" dato che è la mano mozza ad avvertire la mancanza del corpo, di gran classe nella tecnica d'animazione, profondo e commovente nella caratterizzazione dei personaggi. Bellissimo.
MEMORABILE: L'igloo di legno e l'igloo con le zollette di zucchero

Galbo 8/12/19 08:05 - 12390 commenti

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Originale lungometraggio animato che procede attraverso un doppio arco narrativo, raccontando due storie destinate a congiungersi, una di formazione, l’altra decisamente surreale (riguarda una mano mozzata che ha vita propria) ma affascinante e poetica. Disegni e tecnica di animazione ottimi, ma il film vive di profonde suggestioni visive, con momenti che rimangono nella memoria, specie quelli più notturni e solitari, sottolineati da una bella colonna sonora. Notevole.

Pigro 17/12/19 09:14 - 9662 commenti

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Una mano in fuga, letteralmente, alla ricerca del corpo d’origine: un ragazzo che si arrabatta per campare, combattuto tra la sofferenza della perdita e il flebile filo dell’amore. Film intensamente poetico, che ha al suo centro la separazione (anatomica o sentimentale), adagiando una struggente fantasia su una piattaforma di realismo quotidiano. Con la capacità di avvincere in scene avventurose e di far sospendere il respiro nei momenti più emozionanti. E con un disegno tanto semplice quanto efficace e toccante.

Minitina80 25/02/20 20:21 - 2984 commenti

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Un cartone animato dai toni drammatici che gode di un'ottima scrittura e un'altrettanto efficace narrazione. Si muove su due binari apparentemente separati, quello della mano mozzata la cui ricerca assume un valore metaforico e le vicissitudini del giovane Raouf, ascrivibili a una delle tante tragedie umane. La malinconia fende le immagini con mano ferma, mentre le note soffuse della colonna sonora non fanno che alimentarla. Lo si potrebbe quasi inserire nell’ambito dei racconti di formazione, cosa non scontata per un cartone.

Thedude94 3/03/20 00:17 - 1094 commenti

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Piccola perla del cinema d'animazione francese, questo film parla per immagini, le quali fanno da sfondo a una storia toccante, realistica e intima di un ragazzo e di una mano che è alla ricerca del suo corpo. I disegni sono molto particolari e cambiano in relazione agli eventi temporali narrati; i sobborghi cittadini e la vita dei protagonisti sono rappresentate con una classe non indifferente. Questa storia rimane dentro, colpisce per la crudezza e lascia dei vuoti che non possono non colpire. Un'animazione adulta che lascia il segno.

Giufox 28/12/21 17:50 - 324 commenti

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Imbastito con una calma narrativa e una grazia pittorica tipica delle graphic novels francesi, "J'ai perdu mon corps" vive in perfetto equilibrio tra odissea onirica e realismo poetico, fondendo raffinati flashback in bianco e nero a dinamiche scene tra tetti e boulevards parigini. Ogni ingrediente è dosato - e si rilegge Prévert tra igloo, pizze e citofoni, in una racconto moderno, anti-moralistico e che sa parlare a tutti. Difetti ci sono ma totalmente opinabili. L'esordio è notevole e, aspettando i seguiti, va premiato per l'originale semplicità della messa in scena.
MEMORABILE: Il flirt al citofono; La mano contro i topi; Il salto sulla gru; Il registratore.

Fabbiu 1/01/23 13:22 - 2144 commenti

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Film di animazione che ci racconta due storie parallele: quella di una mano, che in fuga da un obitorio cerca il corpo a cui appartiene, e quella di Naoufel, giovane di origini magrebine con alle spalle una vita difficile. Le due storie sono unite da eventi che si spiegano nel corso dello sviluppo, l'animazione è abbastanza semplice ma ben calibrata nel far prevalere un intento poetico che, premendo sul pedale della tristezza e della nostalgia, ci racconta senza mezzi termini che la vita è anche questa; amori non corrisposti, sogni buttati al vento, perdite, sconfitte e dolore.

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  • Curiosità Daniela • 6/12/19 12:55
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Grand prix della Settimana della Critica al Festival di Cannes 2019.
    Disponibile sulla piattaforma Netflix.