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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Facendo sua una celebre frase di George Washington riportata in coda, il film si pone l'obiettivo di dimostrare quanto la civiltà di un popolo si misuri anche nella volontà di concedere al nemico più abietto un trattamento che non può essere lo stesso di quello offerto da chi la civiltà stessa non ha problemi a calpestare. Per questo Daniel Jones (Driver), un passato in FBI alla guida di casi spigolosi, viene incaricato dalla senatrice Dianne Feinstein (Bening) di fare luce sulle presunte torture inflitte ai terroristi di Al Qaeda dopo gli attentati tremendi dell'11 settembre 2001. Un caso che ebbe risonanza anche da noi, con carceri come Abu Ghraib che diventarono sui media il simbolo di un sistema...Leggi tutto barbaro per ottenere informazioni attraverso la tortura di Stato. Da una parte la CIA, i cui documenti segreti la senatrice ottiene di far visionare al suo uomo, dall'altra lo sparuto staff di quest'ultimo a lavorare in un claustrofobico ufficio producendo pagine e pagine di materiale scottante. Utilizzando un impianto a flashback il film ci fa rivivere i momenti in cui la CIA decise di convocare psicologi e personaggi di dubbia provenienza per consulenze sul modo migliore attraverso il quale ottenere confessioni e rivelazioni importanti dai terroristi catturati. Un momento chiave, nel quale viene messa in luce la cinica spregiudicatezza dell'intelligence americana pronta a ignorare - come molte volte il cinema ci ha spiegato - ogni residuo di umanità pur di ottenere quanto ritenuto indispensabile per combattere un nemico infido e sgusciante. Il film racconta la vicenda seguendo una formula ormai canonica, che prevede lunghi faccia a faccia tra investigatori, committenti, avversari politici da incontrare nelle ampie stanze del potere. Un cinema prevalentemente d'interni e di dialoghi quindi, con questi comunque sottomessi alla funzionalità di una sceneggiatura che ha il non facile compito di rendere comprensibili intrecci fitti di nominativi e personaggi la cui posizione sullo scacchiere politico non è sempre immediatamente individuabile. Lo fa con ammirevole linearità, concedendosi un'unica scena anticipatrice (piuttosto inutile) piazzata nell'incipit e che verrà riagganciata più o meno verso la metà del film. Una vicenda articolata in più anni, a testimonianza di un approfondimento la cui durata non si esaurisce certo nello spazio di poche settimane. I prevedibili scontri con la CIA, il rimpallo di colpe che le forze in campo si attribuiscono a vicenda costituiscono il sale di un'opera piuttosto tradizionale nell'impostazione ma che allo stesso tempo fallisce nel coinvolgimento. Driver è la faccia giusta ed è trascurabile (e in parte apprezzabile) il fatto che della vita di Jones estranea al suo lavoro si sappia poco o nulla, ma i diversi botta e risposta si rivelano complessivamente piatti, mancando del trasporto che si era ad esempio ottenuto nel CASO SPOTLIGHT, per citare un brillante e recente esempio di cinema di denuncia. si era riusciti a variare intelligentemente location e situazioni permettendoci di evadere dalla monotonia, qui il freddo itinerare di Driver da uno studio all'altro fatica a farlo. Il finale, per quanto parzialmente telefonato, lascia comunque ampio spazio alla riflessione confermando lo spessore dell'opera.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/11/19 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/03/20
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Giùan 22/04/20 14:33 - 4559 commenti

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Audace (almeno per la tematica) produzione Amazon e più che discreta sortita registica di Burns (pluri sceneggiatore per Soderbergh). Il film ha dalla sua una linearità cronachistica da manuale, rimasticando il cinema di denuncia americano con la sua solida tradizione, sapientemente restituitaci con begli escamotage di scrittura. Lodevole e azzeccata la scelta di non mostrare il privato dei personaggi (il che lascia una certa curiosità in particolar su Jones, cui Driver dona il suo volto scavato e malinconico). Notevoli duetti in "levare" con la Bening.
MEMORABILE: L'incredibile scelta del duo Mitchell e Jessen e del loro metodo per far parlare i terroristi.

Galbo 30/11/19 06:08 - 12392 commenti

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La stesura di un rapporto sulle torture inflitte dalla CIA sui sospetti terroristi islamici mette nei guai il suo relatore. Il film che si inserisce nel filone dei lungometraggi di impegno civile e del cinema americano è un’opera rigorosa che non fa sconti a nessuna istituzione americana, dalla politica ai servizi di spionaggio, mettendo in evidenza con grande lucidità la pervicacia e i mezzi illeciti usati per estorcere informazioni. Ottima la prova di Adam Driver che spersonalizza il suo personaggio a favore del racconto rigoroso dei fatti.

Tarabas 3/05/20 11:16 - 1878 commenti

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Durante la guerra in Iraq, un funzionario parlamentare USA viene incaricato di assemblare un dossier sulle torture americane a presunti terroristi, al di là e al di fuori della legge. Scatenerà una tempesta. Solido film che ristabilisce la memoria su fatti gravissimi e mai abbastanza denunciati. Adeguato al tema lo stile piano e realistico, che evita le spettacolarizzazioni a favore di un buon ritratto d'ambiente e del suo protagonista, ben interpretato da Adam Driver. Bello, utile, doveroso.

Daniela 18/12/19 14:52 - 12662 commenti

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Nel corso di alcuni anni di certosino lavoro, una commissione d'inchiesta voluta dal Senato degli USA redige un rapporto sui metodi di "interrogatorio avanzato" usati dalla CIA dopo l'11 settembre e sulla loro reale utilità ai fini del contrasto al terrorismo. Film di impegno civile che ricorda grandi classici del passato negli intenti più che nella forma, in quanto Burns adotta uno stile semi-documentaristico che poco concede allo spettacolo. Quanto alla morale della storia, la fede nelle capacità della democrazia di emendare le proprie colpe sembra contraddetta dalle didascalie finali.

Capannelle 7/02/20 22:00 - 4411 commenti

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Il soggetto è inquietante, per quanto legato a tematiche ipersfruttate dal cinema contemporaneo: la relativa facilità con cui certe tecniche di coercizione venivano licenziate in tempi di alta tensione, da chi provenivano (due ingegneri sconosciuti) e la mancanza di adeguati controlli. Ma nonostante la professionalità di Adam Driver sia il suo personaggio che l'intera vicenda non raggiungono alti gradi di passione. Mancano anche le giuste sponde nel cast, anche se è gradevole ritrovare Levine come direttore CIA.

Urraghe 12/04/20 16:18 - 78 commenti

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Storia dell’indagine interna della Sottocommissione su Terrorismo, Tecnologia e Sicurezza Interna su uno dei programmi di interrogatori della CIA dopo l’11 settembre. Diversi i presupposti dal Caso Spotlight e The Post, spaventoso nella trama. Molto americano nell’evolversi della narrazione (investigatore per cinque anni copia documentazione CIA per poi vederlo ridotto nella relazione finale), serve a far discutere sul concetto di giustizia e democrazia. Attori, sceneggiatura e regia coerenti (in questi film non sono importanti). Film utile.
MEMORABILE: Il colloquio dell'investigatore con il proprio avvocato per difendersi dalle accuse di spionaggio; Il colloquio con il giornalista.

Kinodrop 15/06/20 16:24 - 2950 commenti

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Impressionante dramma, quasi un documentario sulla denuncia dei metodi coercitivi (leggi: tortura) perpetrati nei luoghi di detenzione americani post 11 settembre. A parte l’orrore che si intravede in alcune sequenze, il film di Burns ha un taglio più burocratico che emozionale, fatto di sedute, commissioni e coinvolgimenti politici fino alla Casa Bianca. Fa riflettere come l’abolizione di quei metodi (ma molti anni dopo) venga giustificata non per ragioni umanitarie ma perché inutili ai fini dell’antiterrorismo e che alla fine non ci siano condanne, ma addirittura promozioni. 

Xamini 11/02/21 10:56 - 1252 commenti

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Opera che fa da contrappunto ai metodi utilizzati dai servizi segreti americani per snidare eventuali ulteriori minacce, post 11 Settembre. L'indagine, affidata al volto del bravo Adam Driver, è un'opera di escavazione nella documentazione della CIA ma Burns riesce a darle il necessario movimento, spostandosi su tre linee temporali differenti, inclusa, ovviamente, quella degli interrogatori efferati. Non ne esce un'idea di equilibrio quanto piuttosto una condanna senza appello a certi metodi e certi protagonisti, tuttora in attività.

Enzus79 9/11/21 22:15 - 2896 commenti

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Ispirato da fatti realmente accaduti: l'indagine governativa sugli interrogatori della CIA dopo l'undici settembre. Film d'inchiesta di alta qualità, scritto in modo da coinvolgere lo spettatore e destare molti punti interrogativi. Non mancano momenti crudi che sono dei veri e propri pugni allo stomaco. Regia più che efficace di Scott Burns. Ottima la fotografia.

Gottardi 11/11/22 11:47 - 396 commenti

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Capo di una commissione d’inchiesta senatoriale sul programma di interrogatori e detenzione della CIA andato oltre i limiti, torturando sospetti di terrorismo, viene ostacolato in tutti i modi. Film di coraggiosa denuncia che si inserisce a pieno titolo nella migliore tradizione del cinema americano di impegno civile. Ritmo serrato che richiede attenzione nel seguire gli eventi e nessuna concessione allo spettacolo; non è quindi facile né gradevole, ma la narrazione in climax ha in sé i germi della tensione. Non si fanno sconti a nessuno; sincero e veridico.

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Caesars 28/03/23 15:28 - 3790 commenti

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Buon lavoro di denuncia, tipico di un certo cinema americano che non fa sconti a nessuno. Qui si mettono in luce i metodi, che definire poco ortodossi è un eufemismo, attuati dalla CIA per far parlare gli islamici sospettati di collusione con Bin Laden. A far una non bella figura sono però un po' tutte le istituzioni chiamate in causa nella pericolosa partita. La morale che si ricava dalla visione è che certi metodi siano censurati non per ragioni morali, ma solo perché sostanzialmente inutili. L'impegno va sicuramente premiato, anche se la realizzazione risulta piuttosto monocorde.
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