Sweetheart - Film (2019)

Sweetheart
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Sweetheart
Anno: 2019
Genere: animali assassini (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

C'è un'unica scena davvero rimarchevole, in tutto il film, ed è la prima comparsa del mostro sull'orizzonte marino, di notte: inattesa, di grande suggestione, promette molto di quello che fin lì non s'era proprio visto, ovvero l'entrata in scena di una creatura che possa smuoverci dall'assistere al muto vagare per l'isola deserta da parte della protagonista (Clemons). Ritrovatasi sull'isola senza che noi nulla si sappia di cosa l'abbia portata lì insieme a un altro ragazzo, che perde quasi subito la vita, Jenn fa quello che ci si aspetta da chi è in condizioni simili: esplora i dintorni, cerca di procurarsi il cibo.

Per lungo...Leggi tutto tempo si tira avanti così senza che nulla accada o quasi. Poi finalmente arriva il mostro (le cui fattezze rimandano a quello della Laguna Nera): proviene da una buca scavata sul fondale marino e di notte fa le sue capatine sulla spiaggia a vedere se trova qualcosa da mangiare. Si fa di tutto per mostrarlo il meno possibile: un'ombra che si muove nel buio, l'improvvisa luce su tratti del suo volto, la scia di qualcosa che nuota sott'acqua velocissimo. La lezione dei vecchi horror viene seguita diligentemente insomma: se vuoi spaventare non giocarti tutto subito; la minaccia dev'essere quasi impalpabile, dai contorni indefiniti, lasciarsi vedere appena... Tutto giusto; il problema è che, tolto quello, che ci resta del film? Le preoccupazioni di una ragazza che passa il tempo con l'angoscia, che di notte si ripara in qualche anfratto (una buca, un tronco cavo...) sperando che il mostro non la trovi, che di giorno caccia pesci col bastone e poco altro fa. Poi qualcuno arriverà, qualcosa in più sapremo del suo passato, ma niente che non sia utile solo a riempire qualche minuto in più con dialoghi elementari.

Il Paradiso tropicale ha il suo fascino, certo (siamo alle isole Fiji, nella realtà), la lotta dell'uomo contro la natura (e non solo) fa parte di quei temi che al cinema ciclicamente si riaffacciano potendo contare su un loro pubblico di affezionati, però... La regia di J.D. Dillard poco può fare e si limita a gestire l'ordinario puntando sull'atmosfera, la Clemons non suscita particolare simpatia e nel complesso l'unico vero motivo di esistere del film è il mostro, che non ha nulla di originale manco lui ma almeno è una buona minaccia incombente utile a mantenere discretamente alta la tensione quando serve. Il film dura poco (1h 22'), ma sembra già troppo per quel che ha da dire, e il finale semplicemente consequenziale non aiuta di sicuro ad alzare il giudizio. Non è tirato via, d'accordo, una sua dignità indubbiamente ce l'ha, prova a rendersi persino credibile a suo modo, ma il risultato non va molto oltre quello modesto delle produzioni nate in provetta per soddisfare li loro pubblico senza giocarsi una sola idea nuova.



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/10/19 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/07/23
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Herrkinski 22/10/19 03:00 - 8112 commenti

I gusti di Herrkinski

Curiosamente simile nell'assunto di base a Prey, altro film prodotto dalla Blumhouse e ambientato su un'isola dove un naufrago deve salvarsi da un mostro antropofago; parrebbero quasi girati back-to-back ma questa volta il risultato è migliore grazie a qualche buona intuizione visiva di Dillard e a una creatura marina antropomorfa che non risulta troppo posticcia e che richiama certo cinema sci-fi anni '80. Certo, si poteva fare di più; con uno script così minimale però risulta abbastanza arduo. Un film usa e getta, pur potabile.

Puppigallo 23/02/22 23:12 - 5275 commenti

I gusti di Puppigallo

Premesso che la cosa realmente più inquietante è il buco nero subacqueo con la sabbia che ci scivola dentro, questa pellicola, pur non offrendo quasi nulla dal punto di vista dell'originalità è comunque in grado di creare quel minimo di interesse da permettere allo spettatore di seguirla fino all'epilogo. Certo, è difficile accettare ciò che riesce a fare la protagonista verso la fine; e anche l'adattamento e la sopportazione sembrano sovrumani. Ma alla fine, il mostro fa il mostro e chi non crede alla ragazza (difficile comunque farlo) avrà "qualche" problema. Vedibile.
MEMORABILE: Lo squaletto dilaniato; Il mostro illuminato dal razzo; Nel tronco cavo; Sull'albero; Le esche; Dal bagnasciuga al mare per essere più veloce.

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