Potendo beneficiare di ben 500 ore di filmati in massima parte mai visti, il docu-film su Maradona ricostruisce con grande minuziosità la carriera del controverso campione. Ciò che maggiormente incuriosisce sono i video dell’arrivo a Napoli, con la visita medica di prammatica e i primi applausi del popolo partenopeo. Bella la musica elettronica in sottofondo: dona dinamicità e si adatta perfettamente al documentario, vigoroso e caparbio come Diego. Sempre bello rivedere le partite storiche su grande schermo e l’ormai leggendario goal di mano.
Al netto della propria fede calcistica (la mia, non partenopea) e del giudizio soggettivo sul personaggio, un documentario molto bello che a tratti riesce anche ad emozionare e sicuramente a non annoiare nonostante i 130 minuti di durata. Merito della scelta di far parlare le voci esclusivamente fuori campo mentre le immagini scorrono sullo schermo: si evitano così le interviste a camera fissa che a volte possono essere molto barbose nonché esiziali. Onesto e completo nel mettere in scena Maradona nel bene e nel male: insomma per nulla agiografico. I calciofili, gradiranno. Gli altri, chissà.
Ciò che lo differenzia da altri film tributo sono le numerose immagini inedite di repertorio (l’entrata al San Paolo alla presentazione, sotto il tunnel prima delle finali mondiali o le feste private...). Il resto è la solita parabola da Dio a tossico nella quale si denota l’enorme pressione a cui fu sottoposto con il silenzio complice di chi gli stava intorno. Una piccola furberìa è il suono nelle fasi di gioco (i contatti dei falli e la rete che si gonfia) che crea un ottimo effetto “di campo” ma alla lunga risulta finto.
MEMORABILE: L’intervista ai compagni dopo lo scudetto; Il cartello fuori dal cimitero; Ingrassato sul campetto di casa; Il commentatore in lacrime nel ’86.
Si focalizza in gran parte sugli anni trascorsi a Napoli il corposo documentario di Kapadia dedicato al celebre calciatore argentino. Il regista è abile a mettere in luce le zone d’ombra umane del protagonista, speculare contraltare alle sue gesta d’atleta. Calciatore immenso, Maradona si rivela essere umano debole, schiavo della tossicodipendenza al tramonto della carriera. Ad “illuminare” un opera meritevole di visione sono le immagini delle performance atletiche e il contesto del contagioso entusiasmo partenopeo.
Tutto quello che c'è da sapere sul lato umano di uno dei più grandi campioni della storia del calcio mondiale lo possiamo trovare in questo documentario di Asif Kapadia. La maggior parte dei filmati riguardano la sua esperienza al Napoli; dall'acclamato arrivo nella città partenopea alla fuga solitaria dopo essere stato squalificato per doping. Diego e Maradona vengono qui distinti come due entità diverse che si sono sempre trovate in conflitto tra loro e che hanno portato il calciatore ad alternare immensa gloria e altrettanta disperazione.
Commovente e intenso documentario sull'ascesa e la caduta di re Diego, questo film non è solo una completa e interessante biografia di uno dei più grandi rappresentanti del calcio mondiale, ma un ritratto della storia d'Italia, non solo sportiva, a partire dalla metà degli anni Ottanta fino agli inizi degli anni novanta. Asif Kapadia, aiutato da straordinari inediti (e a volte sconvolgenti) filmati d'epoca, ci fa entrare in intimo contatto empatico con il protagonista e restituisce Diego a chi lo ama e lo ha amato. Colonna sonora super.
Documentario sulla vita e il declino di Diego Armando Maradona. Un racconto che inizia in una povera baracca in Argentina, passa all’apice del successo in una Napoli sventrata dalla camorra per ripiombare nell’abisso di un uomo distrutto dalla tossicodipendenza. Documentario estremamente interessante che non indugia sul calcio preferendo descrivere l’ambiente nel quale Maradona si è voluto calare. Un uomo solo, travolto dagli eventi. Montaggio eccellente per un bel documentario che rimane nella memoria e approfondisce molti aspetti. Assolutamente da vedere.
MEMORABILE: La partitella di un Maradona ingrassato in un campetto di calcio; L'intervista in studio per la televisione argentina.
Maradona e il Napoli. Non si può parlare di uno senza citare l’altro. Non si può comprendere l’ascesa e la caduta del mito senza conoscere la realtà di Napoli, quasi fosse stato il destino a incrociare le due strade. La sintesi del personaggio sta nel binomio tra "Diego", il ragazzo fragile cresciuto nella povertà e il suo alter ego "Maradona", il campione che non poteva permettersi debolezze. Un documento irrinunciabile che permette di andare oltre l’uomo di campo, finito con l’essere schiacciato dalla stessa culla che lo aveva esaltato.
MEMORABILE: Il calcio è un gioco che si basa sull’inganno.
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Mi sembra che ultimamente dal punto di vista fisico non stesse proprio bene...Si era troppo lasciato andare...Comunque è stato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio mondiale...Il più grande? Sarà la storia futura a decidere. Merita un ricordo ed una prece.
Io non lo considero il più grande calciatore della storia. Ma non è il caso e il momento di rinfocolare vecchie polemiche su chi sia stato il più grande di tutti...Ora stringiamoci tutti commossi e grati nel suo ricordo.
Un genio assoluto sul campo, per me il più grande di tutti. Si porta via una buona parte della mia passione per il calcio. Spero trovi la pace, dovunque sia.
Da bambino ho iniziato a seguire con un minimo di cognizione di causa il calcio in coincidenza con i mondiali del 1986 in Messico. Una Rivelazione. Da allora tifo Napoli. Addio Diego, il più grande per me e per moltissime altre persone, un artista con un mondo interiore e una fantasia e creatività sfrenate, applicate al gioco del pallone. Icona assoluta, non solo sportiva, del Ventesimo Secolo, insieme a Elvis, Marilyn, Einstein, Senna, Freddie Mercury...