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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nei primi tre minuti già abbiamo una bella rappresentazione plastica del titolo, con il giovane Saverio Salesi (Vanni) inseguito dalla polizia lungo le vie di Roma per una rapina in banca. Corre fino a un portone dove per entrare suona un campanello scelto a caso e che dice solo “Studio M.”. Risponde una voce: “Sei Marco?”. Senza troppo pensarci Saverio conferma e sale. Gli apre la porta una donna che ha tutta l'aria di essere una escort (Cardinale) e che senza scomporsi – è fredda, “professionale” - lo rimprovera per essere arrivato in anticipo convinta che si tratti davvero di Marco, un cliente. Lui ha i soldi, decide che può pagarla e anzi paga in anticipo per l'intera giornata,...Leggi tutto notte compresa. Alla polizia si studia intanto il filmato ripreso dalle telecamere della banca: nella concitazione qualcuno ha sparato, c'è un morto. Ma non è Saverio, il killer, il filmato non mente; anche se lui lo riconoscono un po' tutti, da un agente (Trombetti) suo amico d'infanzia fino all'anziana inquilina del piano di sotto (Batassa), che l'aveva visto poco prima entrare nello “studio M.” e avvisa la polizia dopo aver notato la somiglianza al telegiornale. Non c'è da sbagliarsi, e infatti sotto al palazzo convergono in breve l'agente Madanìa (Calvagna), l'amico del rapinatore e una collega (Mietta). Ma sotto per l'appunto c'è qualcosa: il vero autore del delitto è infatti il futuro genero del questore (Bonetti), tanto che al commissario Dollorenzo (Ambrogi) viene chiesto di indagare... con “cura”. Ma il centro del film è l'appartamento di Micol, dove Saverio si apre alla donna come dallo psicologo. Lei, lo sguardo ambiguo, distaccata ma non del tutto insensibile, sta al gioco e capisce che Saverio è solo un disperato, costretto a rubare da chi non ha voluto fargli un prestito per pagare l'operazione con cui avrebbe potuto salvare la madre. Un rapporto che, cominciato gelidamente, sembra potersi trasformare in qualcosa di più profondo. Poi qualcuno suona al campanello e si prova a trattare; bonariamente, con quell'indolenza tutta romana che come sempre Calvagna è abile a descrivere e naturalmente a interpretare. Il suo Madanìa, personaggio non centrale ma spesso in scena, sembra non voler infierire su Saverio cercando anzi di farlo ragionare... In polizia ha la reputazione di quello che spara facile, ha combinato da poco “un far west” per il quale ha rischiato la sospensione, ma conserva un'umanità non comune. Il film ha innanzitutto dalla sua una coppia di protagonisti particolarmente azzeccata: Vanni (davvero bravo in un ruolo che con tutta evidenza gli calza a pennello) s'immedesima al meglio nel disgraziato senz'arte né parte che sogna di andarsene in Messico dal suo unico amico, che lì “ha svortato”, mentre la Cardinale (celebre trans finito agli onori delle cronache con l'accusa di essersi spacciato per veggente nel brindisino) è indubbiamente una partner azzeccatissima, dai tratti quasi almodovariani: un unico sorriso in tutto il film, appena accennato, per il resto un volto d'imperscrutabile, ricercata inespressività; i sentimenti tra i due affiorano pudicamente, in lei una disillusione grigia che fa a pugni con l'argento vivo di Saverio. I limiti produttivi, qualche impaccio nei flashback d'infanzia (piuttosto superflui e realizzati senza la dovuta incisività) e una fotografia piatta frenano solo in parte la riuscita dell'opera senza comunque scalfirne l'autenticità. Peccato per un Bonetti e una Mietta del tutto marginali, perché il cast in scena è diretto con perizia e anche la sceneggiatura, per quanto non virtuosistica, ha alcuni bei momenti. La regia mostra di saper gestire bene la tensione che nell'ultima parte inevitabilmente sale e, per quanto un po' statico, a dispetto del titolo, LA FUGA procede senza mai stancare, segno di una bella mano che col tempo sta affinando uno stile sincero e godibile, qui accompagnato dalle notevoli musiche di Mauro Paoluzzi. Intrigante anche il modo in cui viene trattato il tema del sotterraneo scambio di favori in polizia, che forse meritava più spazio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/09/19 DAL DAVINOTTI
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  • Discussione Zender • 8/09/19 09:06
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Ok passato tutto in comunicaz di servizio.