Abrakadabra - Film (2018)

Se si sorvola sul pessimo doppiaggio e si è fanatici del thriller anni 70, si potrà apprezzare questo capitolo che chiude la trilogia degli Onetti brothers. I quali devono essere rimasti certamente folgorati dai Maestri del passato (da Argento a Bava, da Fulci a Hitchcock), tanto è meticolosa la riproduzione di quelle atmosfere. Suppellettili, costumi, arredi, persino il ramato della protagonista femminile sono ritratti abilmente; per non parlare dei colori pop, della fotografia sgranata e della colonna sonora, sempre di produzione propria. Da incoraggiare!

L'amore che gli Onetti hermanos hanno per il thriller all'italiana è palese e non può non emozionare e piacere a chi ama quel tipo di pellicole. Però poi un film riuscito dovrebbe anche avere una storia degna di questo nome che avvinca e spiazzi. E qui purtroppo manca, nonostante i presupposti ci siano: l'ambiente della magia che è sempre intrigante, i delitti, il whodunit. E invece la storia latita ed è parecchio stiracchiata: fa fatica ad arrivare a 70 minuti e ciò la dice lunga. E poi non avvince e mancano veri birividi. Cosa resta? Delitti ben coreografati e poco altro. Poco: troppo poco.

Thriller ben impacchettato, saturo tanto nei colori quanto nelle citazioni, si adagia su cliché preconfezionati senza riflettere i mutamenti del racconto. Funziona poco o nulla nel film dei fratelli Onetti, cinema di congiure ma senza intrighi, di peccatori ma senza peccati. Estetico, ridondante e auotodivorato dalla evidente passione per il genere. Cast alla bell'e meglio frantumato dal pessimo doppiaggio italiano.