L'uomo che comprò la luna - Film (2018)

L'uomo che comprò la luna
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Più che un film una raccolta di scenette (alcune divertenti, altre decisamente interlocutorie) tenute insieme da un labilissimo filo conduttore dal sapore surreale che si vorrebbe anche poetico: gli americani sono indignati perché pare che un sardo pretenda (carte bollate alla mano) di essere il legittimo proprietario della Luna. A ricevere notizia della bizzarra questione sono due agenti segreti nostrani (Fresi e Pannofino), chiamati a scoprire chi sia il misterioso sardo di cui tanto si sente parlare un po' in tutto il mondo. Come stanarlo? Semplice: i due convocano un militare presunto milanese, tale Kevin Pirelli (Cullin), e gli fanno confessare suo malgrado le autentiche origine...Leggi tutto sarde (il suo vero nome è Gavino Zoccheddu) spiegandogli quello che dovrà fare. Innanzitutto, per recuperare appieno la padronanza di dialetto e tradizioni, gli viene assegnato un maestro d'eccezione, transfuga dall'isola ma sardo doc (il redivivo Benito Urgu). Poi, una volta appreso tutto il necessario per confondersi al meglio con i locali, dovrà indagare fino a raggiungere il sedicente “proprietario” della Luna, capire quali documenti abbia in mano e cosa ci sia di vero in quel che si è saputo. In definitiva il film si divide in due: una prima parte durante la quale Kevin si relaziona col suo bizzarro "insegnante" e una seconda "sul posto", dove dovrà mettere in pratica quanto imparato. Urgu, che la comicità sarda ha rappresentato per anni come unico esponente di un certo rilievo, si pone nel modo migliore: parla poco, comunica con lo sguardo, spiazza con risposte sibilline e spiega al suo allievo i segreti della morra, come bere senza ubriacarsi, come apprezzare il pecorino, come acquisire una postura corretta mentre si cammina (ovviamente esasperandola, perché così richiede un copione che flirta talvolta consapevolmente con il demenziale)... E' forse la parte più divertente, per quanto minata da una lentezza comunque ravvisabile lungo l'arco dell'intero film: Urgu ha i tempi giusti, qualche buon momento la sceneggiatura (cui ha partecipato anche Geppi Cucciari, cagliaritana) lo azzecca, ma la sensazione costante è che un po' per l'evidente limitatezza dl budget, un po' per una regia che fatica a dare armonia e omogeneità al tutto, quello che si ha davanti sia più uno scherzo in forma di film, vicino per alcuni aspetti alle memorabili puntate di Cinico tv firmate Ciprì e Maresco. Notevole la lunga sequenza al bar, con Kevin chiamato a sfoggiare la sua appartenenza alla comunità sarda di fronte agli avventori: la partita al biliardino, le estemporanee giocate alla morra, le quartine cantate (con gli inconfondibili cori del canto a tenore in sostegno). Una sorta di sketch a sé stante, piuttosto spassoso come altri se ne incontrano qua e là. Poi l'incontro finale, il viaggio immaginario sulla Luna dai toni davvero... lunari a chiudere un'avventura non esattamente entusiasmante che però qua e là s'accende con intelligenza. Fresi e Pannofino, alle prese con ruoli piuttosto marginali, intervengono saltuariamente senza lasciare granché il segno. Dopotutto il fim è l'avventura di Jacopo Cullin (cagliaritano pure lui) in terra sarda, un omaggio agli usi e costumi dell'isola privo per una volta di passaggi cartolineschi e autenticamente vicino allo spirito locale. Buffo, dal sapore fortemente indipendente ma un po' troppo sfilacciato e zoppicante per ambire ad essere un buon film tout-court.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/05/19 DAL BENEMERITO COYOTE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/07/21
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Coyote 16/05/19 16:34 - 185 commenti

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In questa commedia dai toni grotteschi e talvolta drammatici, Paolo Zucca dà vita a un compendio fortemente auto-ironico sulla "sardità”. La prima parte (girata in Argentina!) racconta del corso per diventare un vero sardo a cui è sottoposto l’involontario protagonista: si ride molto attraverso la rappresentazione di una vasta gamma di stereotipi, spesso auto-riferiti dagli stessi abitanti del luogo. Anche se verso il finale il film perde brio e si appesantisce con una retorica un po’ superflua, resta comunque un ottimo intrattenimento.

Tarabas 26/07/19 14:24 - 1878 commenti

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Se un sardo compra la luna, battendo sul tempo gli americani, serve un infiltrato altrettanto sardo che se la riprenda. Se non è abbastanza sardo, gli facciamo fare un corso accelerato da Benito Urgu. Divertente, a volte pensosa commedia che gira tutta sull'idea che i sardi siano un popolo "alieno". L'alternanza di toni non è sempre felicissima, alcuni passaggi sono francamente retorici (il nonno anarchico) o semplicemente maldestri (la vicenda della fuga di Badore dalla Sardegna, gli americani cattivi col sottomarino). Però è originale e sentito.

Myvincent 7/08/19 08:15 - 3741 commenti

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Rassomiglia un po' ai buoni film americani da cinema indipendente, questa curiosa opera di Zucca in cui sin dall'inizio si profila l'elemento surreale nella trama: c'è qualcuno in Sardegna che sembra aver rubato la luna a scapito della grande potenza americana. E così assistiamo, sorpresi, a sviluppi che se da un lato ricalcano i soliti stereotipi comici sul popolo isolano "lunare", dall'altro si arricchiscono di momenti creativi poetici e suggestivi, anche scenografici.
MEMORABILE: La bravura e la prestanza fisica di Jacopo Cullin.

Paulaster 24/08/20 09:32 - 4419 commenti

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Gli americani rivendicano a un sardo la proprietà della luna. Approccio farsesco per descrivere le peculiarità dell'animo sardo e l'attaccamento alla terra. Incipit abbastanza sciocco, come del resto il training, ma poi si migliora con l'arrivo sull'isola. L'ultima parte invece vira più verso toni surreali (che richiamano il cinema di Manuli). Purtroppo il ritorno degli agenti segreti - e conseguenti effetti digitali - riabbassano il livello. In qualche frangente i sottotitoli avrebbero giovato.
MEMORABILE: Cominciamo col silenzio; La martellata all'esame; Il confronto al bar; I personaggi storici.

Daniela 22/07/21 15:37 - 12662 commenti

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Quando scoprono che qualcuno ha comprato la Luna, agenti degli USA inviano un militare sotto copertura in Sardegna per rintracciare il misterioso acquirente... Da uno spunto meno strambo di quel che può sembrare, una commedia a mezza strada tra il demenziale e l'omaggio, ironico ma anche partecipe, alle peculiarità caratteriali degli isolani. La parte migliore è quella centrale in cui il milanese per scelta è costretto a confrontarsi con le proprie radici con esiti ora ilari (la sequenza del bar) ora poetici (la passeggiata lunare). Non del tutto riuscito ma curioso, godibile. 

Capannelle 12/09/21 00:18 - 4411 commenti

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Film bizzarro ma che a conti fatti assomglia più a un teatrino di scenette assortite che non a un vero e proprio racconto filmico. Ci sono prese in giro surreali e qualche spunto di riflessione sulle caratteristiche del popolo sardo, ma buona parte dei protagonisti rimane imbrigliato nel campo della macchietta e le sottotrame scontano una certa prevedibilità, come ad esempio quella del training del soldato, lunga e tediosa. Un ritmo quindi poco sostenuto e trovate comiche che non lasciano il segno.

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  • Curiosità Fedemelis • 15/07/21 05:39
    Fotocopista - 2139 interventi
    Quando Badore (Benito Urgu) regala il coltello a serramanico (anche chiamato resorja, il cui principale e più famoso centro di produzione è Pattada - Sassari -, da cui alle volte prende anche il nome) lo porge con la lama chiusa commettendo un grave errore, per un “vero sardo”. La tradizione vuole (come è spiegato bene anche qui, sito da cui prendo la spiegazione), che chi regala il coltello apra il coltello e lo afferri stringendolo con le dita sul filo della lama. In questo modo lo porgerà al destinatario del regalo, che lo afferrerà per il manico. Questo gesto è un segno di profondo rispetto e fiducia nella persona a cui si sta facendo il regalo. Perché questa, afferrando il coltello, potrebbe con facilità spingerlo verso il ventre della persona che lo sta regalando, accoltellandolo.

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    Giusto invece che Kevin Pirelli/Gavino Zoccheddu (Jacopo Cullin) "paghi” un euro l’oggetto. La tradizione vuole che, in generale, regalare un coltello abbia ha la valenza di una maledizione, una sorta di augurio di morte o disgrazia. Come se, regalandolo, si augurasse di ammazzarsi o di farsi male con quel coltello. Per ovviare a questo inconveniente, chi riceve il regalo paga il coltello con una moneta anche di poco valore, perché il pagamento è simbolico.

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  • Curiosità Fedemelis • 21/07/21 21:33
    Fotocopista - 2139 interventi
    Nella scena ambientata sulla Luna, appaiono vari personaggi della storia della Sardegna, alcuni presentati da Badore (Urgu), altri no. Qui sotto tutti i personaggi che si vedono nel film (per chi volesse approfondire, cliccando sul nome si accede alla relativa pagina di Wikipedia).

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    1. Giovanni Maria Angioy • 2. Guerriero nuragico • 3. Emilio Lussu

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    4. Paskedda Zau • 5. Amsicora • 6. Minatore sardo

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    7. Antoni Simon Mossa • 8. Leonardo Alagon • 9. Antonio Gramsci

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    10. Eleonora d'Arborea • 11. Brigante • 12. Donna in costume

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    13. Grazia Deledda • 14. Sant'Effisio

    Alla mia domanda fatta per e-mail sul perché abbia inserito i personaggi più generici come la donna in costume, il brigante, il guerriero nuragico e il minatore e cosa avessero voluto rappresentare, il regista Zucca risponde così:
    "Tutte le figure che fanno parte del 'pantheon' degli eroi sardi sono persone o rappresentanti di categorie di persone che si sono ribellate e che hanno lottato per qualcosa. Non ci sono solo i Sardi illustri e non ci sono tutti i Sardi illustri. Ma solo quelli che si sono ribellati. Al fascismo e all'ingiustizia sociale, come Gramsci; alle convenzioni dell'epoca e alla propria famiglia, come Grazia Deledda; ai Romani, come Amsicora.  Allo stesso modo la donna col costume di Orgosolo, il brigante, il guerriero nuragico e il minatore vogliono essere rappresentativi di categorie che hanno lottato contro l'ingiustizia, come le donne orgolesi che hanno partecipato alla rivolta di Pratobello, i minatori che hanno pagato con la vita gli scioperi di Buggerru, i briganti che hanno sfidato - "ognuno a modo suo", come dice Badore - il potere costituito e il guerriero nuragico, che immagino avrà lottato a suo tempo per la liberta della sua tribù. Sono tutti personaggi che incarnano la categoria della ribellione e che spingono, con la loro apparizione, il protagonista Pirelli/Zoccheddu a ribellarsi contro i propri padroni e a schierarsi in modo netto dalla parte della giustizia e della Sardegna."
  • Curiosità Daniela • 22/07/21 02:20
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Si può comprare la Luna?
    Lo spunto da cui parte il film è meno peregrino di quel che può sembrare: la questione è tuttora controversa e chi volesse saperne qualcosa in merito può leggere questo articolo in italiano