Un piccolo gioiello targato Mgm
Adattamento del romanzo di
Maurice Renard (
Les mains d'Orlac),
Amore folle è un ottimo esempio di horror classico, prodotto dalla Mgm ma in stretta relazione con certo tipo di cinema tedesco.
Infatti lo stesso regista,
Karl Freund, era stato uno dei massimi esponenti del periodo "espressionista" e lo stesso soggetto, era stato opera di rivisitazione tedesca dietro accorta regia di
Robert Wiene (
Orlacs Hände, 1924).
Il film non gode di una sceneggiatura particolarmente elaborata, ma si sviluppa dietro immagini, sensazioni nelle quali predomina un senso di morte che si riflette (mediante allegorie sostenute dall'uso di specchi e di doppi) sul protagonista: uno strepitoso
Peter Lorre, insolitamente privo di capelli.
Pur essendo, in prevalenza, la tematica horror a predominare nel clima della vicenda, grande merito agli autori va reso per un discreto (e mai invasivo) taglio ironico, che esplode nel delirante finale, introdotto dalla cameriera ubriaca che vede, guardacaso, doppio.
L'eccezionale lavoro scenografico, che si manifesta nella chiusa altamente suggestiva, dominata da magistrali giochi di luci e ombre, può vantare l'apporto in qualità di operatore di
Gregg Toland, poi al servizio di
Orson Welles, in simile ruolo, per
Quarto potere (1941).
Sotto: manifesto dell'edizione tedesca diretta da Robert Wiene