Dopo una citazione del capolavoro di Delio Tessa, Caporetto 1917. L'è el dì di mort, alegher (Allegri, è il giorno dei morti):
«Oh i bej coronn!» «Alegher!»
«oh i bej lumitt!» «oh i pizzi,
le belle tende, oh i pizzi!»
«L’è el dì di Mort... alegher!»
nel film è declamata una poesia di Rimbaud, Prima serata (Prèmiere soirée), in maniera piuttosto libera, alternando italiano e francese: si susseguono sesta, prima (che è anche l'ultima), quarta e seconda quartina:
Elle était fort déhabillée
Et de grands arbres indiscrets
Aux vitres jetaient leur feuillée
Malinement, tout près, tout près.
Assise sur ma grande chaise,
Mi-nue, elle joignait les mains.
Sur le plancher frissonnaient d'aise
Ses petits pieds si fins, si fins.
- Je regardai, couleur de cire
Un petit rayon buissonnier
Papillonner dans son sourire
Et sur son sein, - mouche ou rosier.
- Je baisai ses fines chevilles.
Elle eut un doux rire brutal
Qui s'égrenait en claires trilles,
Un joli rire de cristal.
Les petits pieds sous la chemise
Se sauvèrent : "Veux-tu en finir !"
- La première audace permise,
Le rire feignait de punir !
- Pauvrets palpitants sous ma lèvre,
Je baisai doucement ses yeux :
- Elle jeta sa tête mièvre
En arrière : "Oh ! c'est encor mieux !...
Monsieur, j'ai deux mots à te dire..."
- Je lui jetai le reste au sein
Dans un baiser, qui la fit rire
D'un bon rire qui voulait bien ...
- Elle était fort déshabillée
Et de grands arbres indiscrets
Aux vitres jetaient leur feuillée
Malinement, tout près, tout près.
- Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino ...
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
- Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, - mosca al rosaio.
- Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: "Beh, vuoi finirla?"
- La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
- Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
- Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: "Ma questo è ancor meglio!...
Signore, ho qualcosa da dirvi ..."
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D'un riso che fu generoso ...
- Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino ...
Poco avanti si recita invece parte d'una lirica di Giosué Carducci dedicata all'infelice amore del trovatore provenzale Jaufré Rudel per la contessa di Tripoli:
- Contessa, che è mai la vita?
E' l'ombra d'un sogno (s)fuggente.
La favola breve è finita,
il vero immortale è l'amor.
anche se il protagonista sostituisce "vero" con "solo".