Intimista, straziante, dolce, rarefatto film di frammenti, la cui monade è il ricordo, soprattutto nell'economia di una relazione. C'è un lui, c'è una lei (i nomi non contano), ci sono immagini che si sovrappongono, si inseguono, litigano, si sostituiscono, c'è Malick senza arrivare ai suoi livelli, c'è materia di vita che può essere la tua, la mia, tanto è riconoscibile. Ci può essere il momento giusto e quello sbagliato, per vederlo.
Alla sua seconda direzione, il regista Valerio Mieli non conferma le buone impressioni dell’esordio. Questa pellicola, che rappresenta il quotidiano di una giovane coppia che filtra i modo differente il proprio vissuto, è sterile per i contenuti, diventando alla distanza un vuoto esercizio di stile, appagante dal punto di vista visivo ma di poca sostanza e noiosa alla distanza, sebbene le prove dei due protagonisti siano indubbiamente di volere come pure il comparto tecnico.
Film coraggioso quello di Mieli, impreziosito da fotografia, colori e inquadrature di alto livello ma anche bloccato da un mix troppo insistito di andirivieni temporali, di sentimeni contrastati, di attimi struggenti che non sedimentano bene. La volontà di non banalizzare si riscontra anche nelle scelte musicali ma non si può dire particolarmente riuscita. Come attori la Caridi ne esce con bravura, Marinelli è sempre bravo ma il suo personaggio lascia meno il segno.
La classica relazione di coppia, dall'incontro alla separazione fino alla riconciliazione, viene ravvivata in chiave autoriale. Gli incastri temporali e i flashback che si rincorrono sono proposti con buona fotografia ma un montaggio che alla lunga si fa prevedibile. La coppia protagonista è fresca nella prima parte, poi implode insieme alla loro storia. Anche Marinelli resta invischiato in sentimenti che portano al massimo a un naturale dispiacere, e la sua tristezza perenne tedia. La Caridi ha delle battute troppo elaborate per essere in un contesto emotivo.
MEMORABILE: Il cane surgelato; I ricordi visti da due ottiche diverse; L'acquisto della casa.
Una storia d'amore sofferta raccontata con un tocco personale e poetico, ricercato ma d'effetto, attraverso flash temporali che rievocano immagini del passato, in analogia ai meccanismi della mente umana quando rievoca fugacemente i ricordi del passato. Marinelli e Caridi sono bravi e intensi e ben si adattano all'originale approccio di Mieli. Cinema che sa distinguersi dall'ordinario, seppur rischiando di esagerare.
Valerio Mieli realizza un film molto particolare, che non segue una struttura narrativa cronologica classica, bensì viaggia mediante il montaggio attraverso i ricordi dei due innamorati protagonisti, una brava Caridi e il solito Marinelli, che veste i tipici panni di maschio bello e dannato. Nonostante la storia di per sé non viva di chissà quali spunti o guizzi, è proprio la natura di come viene messa in scena a far fare il salto di qualità al film, che si può definire buono tutto sommato, anche grazie alla chimica del cast e a una fotografia vivida. Interessante.
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DiscussioneRaremirko • 23/11/21 23:02 Call center Davinotti - 3862 interventi
Buonissimo film di Mieli che, sullo stile di Malick, dirige un bellissimo film romantico, triste e malinconico, che, in più casi, spinge a riflettere.
Marinelli sempre perfetto (la sua carriera è di un valore fenomenale imbarazzante ormai, con un film ottimo dietro l'altro), bene anche il cast di contorno, ottime atmosfere in un film dove, tra le altre cose, molta importanza ha il montaggio.