Destroyer - Film (2018)

Revenge-movie con ambizioni artistiche che vede una Kidman invecchiata tramite ampio uso di make-up; il plot non è nulla di nuovo ma la regista cerca di dare un taglio più drammatico che thriller e la maggior parte del film è basato sul malessere interiore della protagonista. L'indagine psicologica funziona a tratti ma alla lunga appesantisce il film e dimostra indecisione tra la direzione autoriale e quella poliziesca tout-court; i continui flashback non aiutano il ritmo già dilatato. Molto fumo e poco arrosto? Forse, ma ha i suoi momenti.

Un film che cerca di smarcarsi dal poliziesco classico per dare spazio a una tormentata Kidman, che il trucco ci restituisce in versione Monster. Nonostante la Kusama cerchi di dare originalità al taglio narrativo, quest'ultimo è discontinuo e la durata e la scansione temporale non facilitano il compito. Tanto che alla lunga il personaggio e la sofferenza della protagonista rischiano di diventare una zavorra, più che un valore aggiunto.

Poliziotta trista e tosta è disposta a tutto pur di rintracciare lo spietato criminale a capo della banda di rapinatori nella quale si era infiltrata anni prima. I motivi di tanta determinazione ci vengono raccontati nel corso di vari flashback che interrompono il flusso di una narrazione già tanto dilatata culminante in un finale a sorpresa il cui impatto è compromesso dal tedio sopraggiunto. Il film punta troppo sul volto imbruttito dal trucco di Kidman la cui prestazione, volenterosa ma sul filo della maniera, non può riscattare una sceneggiatura altalenante ed una regia fumosa.

A causa di una tentazione (criminale) di troppo, poliziotta infiltrata in gang armata di rapinatori vede morire il proprio collega e amante in un assalto non sventato. Diciassette anni dopo, il capo della gang sembra tornato in attività... Prima ancora che un thriller d'azione (il grosso è concentrato nei numerosi flashback intranarrativi) è un film dalla profonda psicologia, l'analisi della mente e dell'anima di una Kidman invecchiatissima e sull'orlo del baratro la cui unica ragione di vita è una vendetta postuma. Finale aperto.