La caduta della casa Usher - Film (1928)

La caduta della casa Usher
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: La chute de la maison Usher
Anno: 1928
Genere: horror (bianco e nero)
Note: Ispirato ad alcuni racconti di Poe.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I film tratti dalle opere di Edgar Allan Poe hanno sempre avuto la caratteristica di unire idee prese da racconti diversi per integrare quella principale che dà il titolo al film. Perché è obiettivamente difficile ricavare lungometraggi da spunti che a Poe servivano soprattutto per approfondire orrori psicologici descritti principalmente attraverso descrizioni di stati d’animo. Il francese Jean Epstein non si sottrae alla regola e al classico racconto di casa Usher affianca il meno conosciuto “Il ritratto ovale”, sorta di variazione sul tema di Dorian Gray. Roderick Usher (Jean Debucourt, quasi sempre con gli occhi sbarrati) si diletta a dipingere la sorella Madeleine. Più il ritratto si perfeziona...Leggi tutto e prende vita, più lei deperisce. L’arrivo a casa Usher di un amico (Charles Lamy) di Roderick non cambia le cose e la fine di Madeleine sembra segnata. È impressionante come un film del 1928 (quindi muto) appaia ancora tanto innovativo e visivamente affascinante. Non è un caso che Sam Raimi, nel suo esordio fulminante, abbia pesantemente saccheggiato il classico di Epstein arrivando a omaggiarlo apertamente nella scena del pendolo (presa pari pari): le veloci carrellate rasoterra, le volute di fumo che salgono dal terreno e passano attraverso le porte, le tende che si gonfiano, la stessa natura decadente che circonda la casa... Viene tutto da qui, a testimonianza di un inesausto desiderio di sperimentazione visiva. Le scenografie interne, con ampissimi saloni semivuoti, sono un altro tocco di originalità, al quale si aggiungono efficaci ralenti, sdoppiamenti d’immagine con stranianti sovrapposizioni... Un’ora e dieci valorizzata da aperture spettacolari incredibili.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/08/06 DAL DAVINOTTI
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Undying 7/08/08 18:17 - 3807 commenti

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Classico in senso allegorico: sia come film, sia come storia (Edgar Allan Poe) che miscela, però, il tema del depresso ed ipocondriaco Usher a quello del ritratto di Dorian Gray. Il risultato finale rasenta la perfezione (solo Corman ne I Vivi e i Morti ne raggiungerà un analogo effetto) grazie all'uso eccentrico della M.d.P., per l'epoca (siamo nel 1928) estremamente vivace. Da ricordare: le soggettive dal punto di vista della bara, le scenografie scarne e tetre, gli alberi scheletrici con rami spogli, l'ottima immedesimazione del protagonista (con occhi glaciali). Poesia muta, ma dell'anima.

Pigro 4/09/08 09:10 - 9635 commenti

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Nobile spiritato dipinge il ritratto dell’amata succhiandone la vitalità con il disegno. Un capolavoro: ottima la sceneggiatura che ha ricucito efficacemente diversi racconti di Poe; straordinaria la regia che cala la macabra vicenda in un’atmosfera misteriosa, dilatata e malata; eccezionale Jean Debucourt e struggente Marguerite Gance; impareggiabile la visionarietà, negli ambienti sia chiusi (i campi lunghi dei saloni vacui spazzati dal vento sono fantastici) che aperti (la natura, proprio alla Poe, partecipa lugubre alla vicenda).

Rebis 14/09/08 20:38 - 2332 commenti

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Sincretizzando racconti diversi (da Il Ritratto Ovale a Ligeia, da Il Signor Valdemar fino a La Sepoltura Prematura e Metzengerstein), Epstein ottiene, a memoria, il miglior adattamento cinematografico da Poe: un'ora di immagini sonnamboliche e ipnotizzanti che ne riproducono lo smarrimento e la progressiva rarefazione psichica, le sospensioni mefitiche e sepolcrali, l'immanenza dell'orrore atavico. Le soluzioni visive, avanguardistiche e di altissima classe, hanno fatto scuola e le ritroveremo in autori insospettabili. Animico e raggelante il commento musicale. Fondamentale.
MEMORABILE: Il respiro del vento che irrompe e anima l'abitazione; le cascate di libri al rallentatore; il pendolo.

Lele Emo 17/09/08 00:51 - 184 commenti

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Complice l'epoca favorevole in cui è stato girato e di conseguenza le immagini che inquietano per il loro essere "fuori dal tempo", questa pellicola sopra qualsiasi altra rende omaggio e sincera trasposizione all'opera del grande maestro. Senza dubbio un po' debole nello scorrimento, sa trovare comunque il suo spazio nel creare le giuste sensazioni senza generare orrore, ma inquietando piuttosto lo spettatore nel modo in cui, di sicuro, lo scrittore avrebbe preferito. Una porta nell'abisso dell'essere. Magistrale.

Cotola 21/08/09 11:33 - 9012 commenti

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Splendido film che si ispira non solo al racconto omonimo ma anche a tanti altri del maestro americano. Si segnala soprattutto per l'ottima componente visiva e per un uso straordinario (soprattutto vista l'epoca) della macchina da presa. Tantissime le invenzioni che verranno poi riprese da svariati autori e pellicole anche a decenni di distanza (si pensi alle riprese sotterranee che Raimi userà ne La casa). Uno spettacolo davvero unico.

Belfagor 1/08/10 12:35 - 2689 commenti

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Raffinatissima elaborazione su pellicola di alcuni fra i migliori racconti di Poe, immersa in un'atmosfera gotica e visionaria, in cui ogni elemento scenico partecipa alla costruzione dell'incubo. L'utilizzo innovativo (per quei tempi) della macchina da presa e le molteplici sperimentazioni visive fanno avvicinare questo film ad altri capolavori quali Nosferatu e Il fantasma dell'Opera. Una discesa negli inferi narrati dallo scrittore che più di tutti ha indagato su cosa fosse la paura.

Rigoletto 25/10/12 16:14 - 1785 commenti

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Visionato con una qualità video orrenda (forse per la pellicola, forse per un difetto di riedizione) non me lo sono gustato al meglio, ma ci si accorge subito che si ha davanti un'opera che rasenta il capolavoro. Molte le scene spettrali, in cui le immagini appaiono come sorte dalle tenebre e subito reinghiottite nell'abisso, accompagnate per circa 30 minuti (su 70 globali) dalla voce ora austera ora claustrofobica ma sempre arcana dell'organo. Un altro esempio di fusione tra cinema e letteratura, un intreccio di arte giustamente da tramandare.

Il Gobbo 11/11/12 23:20 - 3015 commenti

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Avveniristica trasposizione di Poe da parte di un tecnico e teorico di vaglia, aiutato da un giovanotto spagnolo che farà carriera. Gran lavoro di manipolazione dell'immagine, effetti d'impatto, utilizzo del ralenti modernissimo. Pesa tuttavia un'impressione di freddezza, di vittoria a tavolino. Comunque da vedere.

Lucius 16/01/13 09:12 - 3015 commenti

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Avvolto da una fotografia rarefatta e plumbea che evidenzia i segni del tempo e a cui deve gran parte del suo fascino ipnotico, il film si concretizza in una misteriosa opera d'arte che ha tra i suoi principali meriti l'uso pioneristico di immagini a discapito di una fluidità non sempre eccelsa. Un insolito gotico d'annata. Perturbante.

Von Leppe 17/10/15 18:14 - 1259 commenti

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Il film offre immagini malinconiche e visionarie come si conviene al racconto di Poe, sia negli esterni dai rami spogli e dalle acque spettrali, che negli interni surreali e spazzati dal vento. La trama, come diventerà consuetudine nelle pellicole successive ispirate allo scrittore statunitense, fa riferimento - oltre che al racconto del titolo - ad altri racconti (soprattutto al "Ritratto ovale"). Ottime inquadrature e attori dai volti azzeccati, specie il dottore e Madeleine.
MEMORABILE: Gli occhi folli di Roderick mentre dipinge.

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Acid burn 3/09/17 22:50 - 45 commenti

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Come Edgar Allan Poe è il definitivo Maestro per i generi letterali da lui inaugurati, questo film di Epstein è magistrale per l'influenza che darà al cinema horror (e non solo)! La fusione delle storie in un ottima sceneggiatura e le riprese incredibili per il 1928 sono davvero vincenti e rendono effetti di angoscia, fatalità, tristezza e forte apprensione. Atmosfere cupe con eventi naturali da brividi. Il protagonista, a tratti inquietante, è bilanciato dai momenti di ilarità del suo ospite. Luis Brunel, giovane viceregista, inizia molto bene.
MEMORABILE: Il vento dilagante nelle stanze; La penombra continua; Gli effetti di luce finali; L'ospite mentre si gusta lieto e beato bevande e alcolici.

B. Legnani 6/04/20 23:21 - 5523 commenti

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Mescolanza di vari racconti di Poe, con un finale che tradisce del tutto il vero racconto su casa Usher, è un lungometraggio che colpisce per le ambientazioni e per le interpretazioni dei due coniugi. Indimenticabili la scena iniziale alla taverna (che fa pensare alla frase di sir Alfred Hitchcock, secondo la quale l'avvento del sonoro ho tolto qualità alle interpretazioni…) e quel salone enorme e raggelante, quasi sgombro di oggetti. La seconda parte perde un poco di smalto. Immancabile, in ogni caso.

Caesars 15/04/20 10:28 - 3779 commenti

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Notevole considerata l'epoca in cui è stato girato, ma il vederlo oggi rischia di generare un po' di noia anche nello spettatore più bendisposto. Ciò è dovuto non tanto al fatto che sia "muto", quanto alle lunghe fasi in cui non succede molto e si assiste quasi solo alla ripresa di visi in primo piano con occhi sbarrati. Da rilevare comunque un notevolissimo fascino visivo di alcune scene (riprese rasoterra, tende mosse dal vento, il pendolo, etc) che colpiscono ancora, a quasi cento anni dalla loro realizzazione.
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  • Discussione Zender • 5/08/08 18:13
    Capo scrivano - 47730 interventi
    G.Godardi ebbe a dire:
    Toglimi una curiosità Zender,i rimandi de La casa a questo film impressionista sono una tua intuizione o hai anche sentito argomentazioni del genere in giro?
    Purtroppo la mia memoria è da gettare alle ortiche. Credo forse un po' e un po'. Nel senso che se non sbaglio avevo sentito che il film aveva le inquadrature rasoterra come in LA CASA, poi guardando il film mi sono accorto che c'era molto altro, di simile, a cominciare dalla pendola. O forse è una mia impressione e mi sono inventato tutto... So solo che di sicuro se ho letto qualcosa parlava delle inquadrature rasoterra, non del resto. Però ti invito a dare un occhio al film: non potrai che notarlo.
  • Discussione G.Godardi • 5/08/08 20:08
    Fotocopista - 663 interventi
    Sì il film sto cominciando a vederlo (la scena del terreno col fumo l'ho vista).Solo che mi sembrava strana questa ascendenza da Epstein( sul imdb non vi figura tar le referenze,vabbè che cmq l' imdb non fa testo),o meglio mi sembrava strano che non ne sapevo nulla ;)

    Quello che vorrei sapere è se Raimi abbia mai qualche volta detto di tale ispirazione alta....


    Cmq voglio fare una ricerca in rete in tal proposito...magari esce qualcosa.

    Sta caldazza mi manda in palla il pc uff.....
  • Discussione Zender • 5/08/08 20:41
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Guardalo tutto e poi mi dici. Raimi può anche negare, se vuole, ma sarebbe ridicolo.
  • Discussione Undying • 7/08/08 18:25
    Risorse umane - 7574 interventi
    In effetti c'è sintonia d'immagine tra alcuni momenti del film di Epstein e quello di Raimi.
    Oltre alla già citata pendola mi ha sorpreso la scena dei tre uomini che trasportano, tra boschi e fiumi, la bara.
    Ci sono delle soggettive (con sguardo sui rami minacciosi di alberi spogli) che rimandano ai momenti più celebri de La Casa.

    E' quasi certo che questa pellicola abbia influenzato il più celebre splatter demoniaco...
  • Discussione Zender • 7/08/08 19:43
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Ecco, bravo, hai ragione. Anche i rami minacciosi... Prese singolarmente son cose che magari non ti fanno pensare a un omaggio smaccato, ma se poi le unisci tutte capisci che non può essere un caso
  • Curiosità Rebis • 14/09/08 20:47
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    *Luis Bunuel è co-sceneggiatore e assistente alla regia.

    **Una bellissima dichiarazione dell'autore:
    “Ho volontariamente trascurato nel corso di La chute de la maison Usher tutti gli effetti plastici che è possibile ottenere con l'ultra-cinematografo. Ho solo cercato – se posso esprimermi in maniera tanto pretenziosa- l'ultra dramma. In nessun momento lo spettatore potrà dire “Questo è un ralenti”. Ma credo che, come me alla prima proiezione, sarà stupito da una drammaturgia così minuziosa. Perché è la drammaturgia, l'anima stessa del film, a essere interessata a questo procedimento. Eccoci dunque vicini a ritrovare, in modo altrettanto sottile che in letteratura, il tempo perduto.
    Non conosco nulla che sia davvero più emozionante di un'immagine rallentata, di un volto che si abbandona ad un'espressione. C'è prima di tutto una preparazione, una febbre lenta, che non si sa se paragonare a un'incubazione morbosa, a una maturazione progressiva o, più grossolanamente, a una gravidanza. Alla fine, tutto questo sforzo deborda, rompe la rigidità di un muscolo. Un contagio di movimenti anima il volto. L'ala delle ciglia e il ciuffo del mento battono insieme. E quando infine le labbra si separano per indicare il grido, abbiamo assistito a tutta la sua lunga e magnifica aurora. Un tale potere di separazione del super occhio meccanico e ottico fa apparire chiaramente la relatività del tempo. E' dunque vero che dei secondi durano ore! Il dramma è situato al di fuori del tempo comune. Si ottiene una nuova prospettiva, puramente psicologica.
    Ne sono sempre più convinto. Un giorno il cinematografo fotograferà per primo l'angelo umano".
    Jean Epstein, “Paris-Midi” 11 maggio 1928
  • Homevideo Homesick • 19/09/10 09:31
    Scrivano - 1364 interventi
    Dal 4 novembre in dvd per Cecchi Gori/D Cult.
  • Curiosità Columbo • 18/04/11 18:54
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Uno dei primi film girati con pellicola pancromatica, già usata da Flaherty in "Moana" e da Renoir.
  • Curiosità Undying • 7/03/12 19:56
    Risorse umane - 7574 interventi
    Hanno scritto...

    Parola di Jean Epstein

    "Preparando un film tratto da Poe, il primo proposito che ci si prefigge è di sviluppare una tecnica immensa e particolare. Elaborata questa, cercando di orientare le immagini, ci si rende conto che, anche nel caso di Poe, oggi la tecnica può consistere quasi esclusivamente nei rapporti che le immagini hanno tra loro. La fotografia che tanto vantiamo diventa nemica del cinematografo. Sarebbe inaudito che uno scrittore sacrificasse il suo stile alla calligrafia (...)
    La scrittura di un film tratto da Poe non può che essere molto semplice. Egli stesso scrive: 'Esistono, senza alcun dubbio, combinazioni di oggetti molto semplici e naturali che hanno il potere di commuoverci.'
    (...) L'orrore in Poe scaturisce più dai vivi che dai morti, e la morte stessa è una sorte di incantesimo. La vita e la morte hanno la stessa sostanza, la stessa fragilità. Come la vita all'improvviso si spezza, così la morte si disfa. Tutti questi morti sono morti solo un pò. Madeline e Roderick sentono che stanno per morire, come noi sentiamo quando stiamo per cedere al sonno. Poi Roderick coglie i rumori sull'orlo della tomba, come noi ci appostiamo alla porta di una stanza attendendo che un ospite notturno e stanco si risvegli. Il mistero sta dove si crea quell'equilibrio che un'anima mostra talora nella vita, talora nella morte. Pensiamo ai diversi stati che la materia può assumere. La casa Usher entra nella sua luce cinerea. Non vi è niente di orribile.
    E cosa c'è di morboso? Forse quella conoscenza della morte che vorremmo vera? O quella visione profonda, quella sensibilità sottile, come quella del medium o del poeta, della madre per il figlio, dell'amante per l'altro, quella trasparenza delle tombe?"

    Fonti:
    - Photo-Cine (1928)
    - La Chute de la Maison Usher, L'Avant-Scène du Cinéma (1983), n. 313-314, pag. 36 (orig.)
    - Diversamente vivi - Zombi, Vampiri, Mummie, Fantasmi (2010) - a cura di Giulia Carluccio e Peppino Ortoleva / Il Castoro (trad.)
  • Discussione Raremirko • 10/02/19 23:40
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Filmone incredibile, grazie anche ad un giovane Bunuel in aiuto regia; atmosfere e personaggi sinistri, suoni stranianti, regia sopraffina che trasportano in un mondo altro.

    Più di un brivido, per un capolavoro dell'orrore e dle mistero, inattacabile dal tempo.

    Poe reso al meglio sullo schermo; Raimi magari se ne ricorderà per Evil dead.