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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/01/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 24/01/19 00:50 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Cosa abbia spinto l'autore di Betty blue a realizzare un'opera incentrata solo su dei domatori di leoni rimane un mistero. Ambizioso, scriteriato e insensanto progetto dove si assiste, per quasi tutto il film, a gabbie con fiere, fruste, sgabelli e cerchi infuocati. Il talento visivo di Beineix fa capolino qua e là con leggeri riverberi del suo stile postmoderno, per chiudere, poi, in una pacchianata circense che sfiora il trash autoriale più sublime. Mix di favola odierna e sogni parafelliniani, dove rimane la possente bellezza dei felini e poco altro.
MEMORABILE: L'ammaestratore tedesco delle tigri che si suicida davanti alla gabbia; La ferocia dei leoni in calore; Roselyne che doma i leoni nella gabbia.

Jean-Jacques Beineix HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Buiomega71 • 24/01/19 10:20
    Consigliere - 25996 interventi
    FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati

    Cosa abbia spinto l'autore di Betty Blue a realizzare un'opera totalmente incentrata sul mondo dei domatori di leoni rimane un mistero

    Scelta scriteriata, incosciente, ma anche coraggiosa sotto certi punti di vista. Un Beineix che però pare avvitarsi su se stesso, dando più importanza alla forma che non al contenuto, esente da "follie" d'autore, come , ad esempio, lo era quella scheggia impazzita di Mortal Transfert

    Che uno dei più talentuosi registi francesi (esploso insieme a Leos Carax) della decade ottantiana si vada a cercare l'insuccesso commerciale e cosa ormai nota (nemmeno il Ciak dell'epoca lo degna di una recensione), seppoi il suo quarto opus è una favoletta dei nostri giorni, che si dipana tra gabbie, fruste, cerchi infuocati e addestramento delle fiere da circo, si ammirano gli intenti (più che i risultati) di certe scelte eccentriche e bizzarre di questo straordinario e personalissimo autore (di cui non le sarò mai grato abbastanza per Betty Blue)

    Quà e là fanno capolino i gusti estetici postmoderni del regista dello Specchio del desiderio, abbagliati da una fotografia che lascia a bocca aperta (Beineix c'è l 'ha nel sangue il dna per l'immagine estetizzante), ma a zoppicare è la sceneggiatura, che racconta (a volte con toni parafelliniani e sognanti) di una coppia di giovani domatori che gira da un circo all'altro, fino ad approdare in Germania per realizzare i loro sogni di gloria (avere dei leoni tutti per loro e meravigliare il pubblico), che sfocia in un finale kitshissimo e baracconesco, sottofellinata di cartapesta del più sublime e pacchiano trash d'autore

    Rimane ben poco a fine visione (se non gli splendidi felini e i grandi ruggiti), anche se Beineix , con una storiella così felbile e in fondo inutile, non annoia più di tanto, vuoi per la bellezza folgorante della Pasco (domatrice ferrea e sicura di sè), vuoi per alcune schegge visive che riportano al miglior Beineix (Diva su tutti) che è forse il regista più "americano" della sua generazione.

    Tra racconto di formazione, scampoli da fiabetta , terribili momenti da commedia (tutta la pantomima con il mastino napoletano nell'alberghetto, la triste sequenza della danza del gatto, il fastidiosissimo personaggio inutile del professore di inglese) scenografie da avanspettacolo, e realizzazione dei propri sogni, Beineix si impantana in uno strano ibrido che non trova il suo pubblico (a chi può interessare la vita dei domatori di belve ? Con gli addestramenti che portano via metà film?), ma che narra con sincera passione e intensità

    I furiosi leoni in calore , la lotta in cucina-fra coltelli e quarti di bue-tra il domatore tedesco-con cicatrice sul petto a perenne ricordo-e il giovane Thierry, sempre il domatore di tigri tedesco che si spara davanti alla gabbia della tigre, la Pasco, che nel finale chiassoso e circense si ammanta di celestiale magnificenza , la soggettiva del tunnel dove escono i leoni, tasselli di un'opera imperfetta, fievole, sgangherata, un pò sciocchina, ma stranamente vitale e con qualche suggestione che va a segno. Difficile, dall'altro canto, accettare certe imposizioni e istruzioni (a suon di schiocchi di frusta) a cui sono costretti i maestosi felini, perchè , pare, non ci fosse la protezione animali sul set, facendo venire un coccolone agli animalisti durante la sua proiezione nei cinema.

    Tonitruante la musica di Reinhardt Wagner e Jean-François Robin illumina ancora i sogni romanticheggianti (questa volta molto più teneri) di Beineix.

    Certo, però, che l'autore di quel capolavoro che è Betty Blue non abita più quì
    Ultima modifica: 24/01/19 15:21 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 24/01/19 10:34
    Consigliere - 25996 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Penta Video:

    Del film esiste la long version di 180 minuti, la extended di 166' e la versione per il mercato anlosassone di 120'. La vhs presenta la versione italiana che uscì al cinema nell'ottobre del 1990, con la durata effettiva di 1h, 53m e 41s

    Ultima modifica: 24/01/19 12:22 da Zender