La risposta danese ai grandi monster movie americani e giapponesi. Con molti mezzi e capacità in meno, naturalmente, e quindi con risultati che sconfinano inevitabilmente col trash. Il mostro, poi, lo si gode solo da metà film in avanti, perché prima ne avevamo visto solo il codone conservato in un acquario di Copenhagen. Un codone ritrovato in Lapponia e che ha la capacità di rigenerarsi autonomamente. E’ per questo che, una volta piazzato in laboratorio, ingrandisce a vista d'occhio fino a "rompere le catene" e darsi alla macchia. Reptilicus ricomparirà intero nelle campagne danesi davanti ai cannoni e ai carri armati dell'esercito: una sorta...Leggi tutto di brontosauro squamato le cui uniche parti davvero visibili sono il collo e la testa. Il resto è abbozzato, ma l'impatto è buono. Al di là di effetti speciali tecnicamente rozzi (quando Reptilicus si divora due popolani siamo ai confini del cartone animato) il mostro ha un suo fascino, e vederlo muoversi tra le casette di Copenhagen facendo spuntare collo e testa in uno scenario tanto inedito resta un unicum da ricordare. Peccato per le lingue di fuoco verdi "disegnate" sulla pellicola per l'edizione internazionale (quella originale non le aveva, e Reptilicus volava!), che sono una caduta di gusto non da poco. Finale risibile e moscissimo, inserti "turistici” di Copenhagen (con tanto di esibizione canora al night) da dimenticare. Chiaramente per molti aspetti siamo nel trash puro (quando il custode dell'acquario mette la mano nella vasca della torpedine prendendo la scossa sembra di stare in un film di Gianni e Pinotto), però almeno qui ci si diverte. Tanti scenari diversi, tutti intriganti.
Reptilicus est regeneratuer! Titola il rotocalco francese nell'intro di questo sci-fi dal Regno di Danimarca. Eppure per vederlo nella sua interezza (appare sempre a mezzobusto come Uan di Bimbumbam) questo rettiliano bavoso, tocca sciropparsi le gag del bislacco Peterson (un improbabile proto-Carrey), le schermaglie amorose delle figlie del Dr.Martens (no, non quello delle calzature), canzoni stracciamutande come "love in Tivoli" ed immagini di repertorio a la "vide Copenaghen quant'è bell". Fx dozzinali ma il fermo immagine-retro con le mani insanguinate e la scritta Reptilicus è una figata.
Fra immagini turistiche della Danimarca e biondone in bikini con ben più di un filo di cellulite che sembrano uscire delle pagine delle riviste sexy pubblicate all'epoca dalla Nordisk Bladcentral di Copenhagen, s'aggira uno dei mostri giganti più inadeguati e meno credibili dell’intera storia del cinema (e pensate che nella versione originale danese, poi rimaneggiata dall’AIP, Repty poteva persino volare... un po’ come accadde al nipponico “Daikaiju Baran”!). Da vedere solo per poterci credere! Pietra miliare del "it's so bad that it's good".
Un vero "gioiellino" dell'approssimazione, a partire dal mostro, che mantiene una sua dignità solo quando è ancora un frammento di coda (nel momento in cui si mostrerà completo, riuscirà nell'impresa di rendere molto più realistici e meglio articolati i pupazzi dei carri di Viareggio). Oltretutto, il meglio che riesce a fare, a parte rompere edifici e masticare un uomo, è tossire un muco verde fosforescente. In più, appena esce di scena, entrano in gioco gli attori...e la pellicola ne risente ulteriormente (le figlie; il milite; il rincustode...). Innocua e risibile fantapellicola.
MEMORABILE: Le ossa con tessuto, grondanti sangue, definite fossili (anche se uno non è un paleontologo, non può essere così fesso); Reptilicus perde i pezzi.
Curioso esperimento pionieristico danese che suscita curiosità e qualche sorriso. La trama é cosí semplice da stare in un fazzoletto, la sceneggiatura cerca a volte di alleggerire con alcune gag, ma é l'umorismo involontario a farla da padrone. Semplicità, approssimazione ma buona volontà e una pellicola che alla fine si fa guardare senza rimpianti.
Film di mostri giganti danese girato in una Copenaghen veramente troppo turistica e poco adatta per essere distrutta da un dinosauro a cavallo tra un drago cinese e un verme. Effetti speciali tra i peggiori mai visti. La trama è interessante solo all'inizio, quando viene ritrovato il vermiforme frammento di animale preistorico, poi il film diventa il più trito susseguirsi di luoghi comuni del genere, con gente che fugge e l'esercito che spara, fino alla salvifica trovata per distruggere il mostro indistruttibile.
Molto divertente. Per uno come me, gran fan dei film con mostri, è veramente uno spasso, inoltre risulta assai interessante la curiosa ambientazione danese. Catastrofico in abbondanza, mostro simpatico, recitazioni nella norma. Il film fa il suo mestiere, ovvero intrattenere il pubblico con una storia che non deve essere troppo complicata. Girano parecchie versioni.
Questa volta la minaccia arriva da Copenaghen: un gigantesco rettile sta mettendo a ferro a fuoco la ridente capitale scandinava. Fantascienza spiccia, che intrattiene discretamente nonostante tutti i suoi limiti (dettati principalmente da effetti speciali scadenti e da una storia pressapochistica). La parte migliore è paradossalmente la prima, quella più tranquilla; nella seconda emergono tutte le lacune insite di un film dal budget risicato, con la noia che inizia a far capolino. Ottimo il doppiaggio italiano.
Durante una trivellazione, viene scoperta una coda congelata preistorica in grado di rigenerarsi. Completato il processo, la creatura, dalla dimensioni variabili e dal look gommoso, inizia a far danni in Danimarca... Coproduzione girata in due versioni per i rispettivi mercati con alcune differenze: in quella danese in mostro vola, in questa made in USA sputacchia fluido verde, in entrambe risulta patetico. Imperdibile per i cultori del trash: tra le tante sciocchezze sparse, non mancano gli intermezzi comici, le belle figliole d'ordinanza, il giro turistico di Copenaghen.
MEMORABILE: Le figlie dello scienziato-capo ci provano con tutti i maschi che capitano a tiro; Le smorfie dell'inserviente tonto; Le alucce del mostro.
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DiscussioneZender • 24/03/10 16:02 Capo scrivano - 47787 interventi
Ma figurati Riccardo, non c'è nessun obbligo in questo senso! Puoi tenere Bond finché vuoi, era solo una proposta nata così, per vedersi in faccia, ma come detto non c'è alcun obbligo e sono in minoranza quelli che lo fanno.
DiscussioneMagnetti • 24/03/10 16:25 Call center Davinotti - 210 interventi
La mia foto corrisponde alla realtà!
CuriositàBrainiac • 10/04/10 13:57 Call center Davinotti - 1465 interventi
Per la serie scritte in italiano "scritte" da non-italiani questo sci-fi danese propone l'ennesima chicca (ricordo in Ghost ship un divertentissimo "cabina DI capitano):
In una scena in cui scorrono i titoli dei giornali che riportano il ritrovamento del rettile preistorico-autorigenerante appare la fantomatica testata italiana "Il popolo di Roma" che titola con nonchalance:
"Bestia preistorica NEL acquario in Danimarca".
Abbigliemento incompleto Per enfatizzare il concetto di custode rinco e sempliciotto, i costumisti l'hanno abbigliato con: bretelle, pantaloni ascellari e camicia a quadrettoni (è curioso però che si siano dimenticati l'elemento fondamentale... il cappellino con l'elica). Ma poi, forse temendo di non aver fatto abbastanza, gli hanno messo in bocca questa frase emblematica e scacciadubbi: "E' andata via la corrente a tutto l'edificio, anche all'anguilla elettrica!".