Johnny English colpisce ancora - Film (2018)

Johnny English colpisce ancora
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rowan Atkinson, a distanza di sette anni dall'ultimo capitolo, ripropone la sua personale parodia di James Bond senza variazioni di sorta, ricadendo nei medesimi difetti e aggrappandosi alle qualità soprattutto mimiche che da sempre lo contraddistinguono. Il film si apre su un attacco informatico che acquisisce in un colpo tutte le identità degli agenti segreti in servizio. Per rintracciare il responsabile, il Primo Ministro inglese (Thompson) è costretta quindi a richiamare in forze ex agenti dediti ormai ad altre occupazioni e per questo non censiti né noti al nemico. Tra questi non può mancare ovviamente Johnny English...Leggi tutto (Atkinson), finito a insegnare tattiche spionistiche a scuola: riunito insieme ad altri colleghi in una stanza, li "elimina" a causa dell'ennesima castroneria. Alle autorità non resta che incaricare della missione proprio lui, che riunitosi al collega Bough (Miller) parte da Londra per Cap d'Antibes, in Costa Azzurra, dove incontrerà una spia russa (Kurylenko) destinata a diventare la sua ombra: come esige una regola non scritta è bella, fatale e ambigua. Messe le carte in tavola la vicenda comincia a farsi più confusa; e d'altra parte anche lo spettatore se ne disinteressa presto capendo che trattasi di esilissimo pretesto per mettere in scena sketch diversi di alterna riuscita, caratterizzati purtroppo da un'estrema prevedibilità dovuta alla cronica carenza di fantasia degli autori e salvati quando possibile dal talento riconosciuto di Atkinson, che ripete le sue espressioni più tipiche confermandosi mimo di qualità; si veda ad esempio la scena del primo vero approccio con la seducente spia al bancone del bar, in cui l'ostentato savoir-faire di English viene smontato da una serie di inconvenienti bizzarri. Meno bene era andata al ristorante di Cap d'Antibes, dove si era avuta la dimostrazione di quanto sia difficile far ridere con gag vecchie di cent'anni. Siamo quasi sempre a livello di "Ultime parole famose...", di eventi cioè che contraddicono con l'immediatezza dello slapstick ed effetti catastrofici quanto previsto dai personaggi appena prima. Anche quando salta fuori l'idea buona non viene mai sfruttata con la necessaria acutezza: si pensi alla migliore, quella di English con maschera virtuale che, dall'interno di una stanza dove crede di esser chiuso a "giocare", se ne esce in strada convinto di muoversi sempre sullo stesso "tappeto" mobile che simula la camminata. Combinerà disastri in serie, naturalmente, ma senza che mai si azzecchi la trovata memorabile che possa donare vero valore alla gag. E così si continua tra alti (non esageriamo) e bassi, con qualche risata che arriva a segno ma se non altro una regia svelta che sostiene il tutto con discreto mestiere. Un po' di hit eighties che spuntano qua e là (Bananarama, Frankie Goes To Hollywood, White Lion) e comunque una qualità che - prima di un'ultima parte più fiacca - si attesta ai livelli del discreto secondo capitolo. Non male (o quasi)...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/10/18 DAL DAVINOTTI
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Markus 14/10/18 10:07 - 3687 commenti

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Un ex agente segreto viene richiamato dallo stato britannico per un'operazione di spionaggio molto delicata... A quindici anni dal primo capitolo e sette dal secondo, tanto da quasi faticare a rimembrare le precedenti avventure del nostro, si consuma questo terzo segmento con l'eterno Mr. Bean, Rowan Atkinson. Gag fantozziane di non molta efficacia si alternano a qualche felice intuizione (la scena della realtà... non tanto virtuale!), che in ogni caso non viene mai sfruttata appieno. L'opera di David Kerr riesce a strappare qualche ghigno.

124c 15/10/18 02:43 - 2918 commenti

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Arrivato al terzo episodio, Rowan Atkinson fa di Johnny English uno 007 che non sa usare i gadget moderni (lui, che deve affrontare un esperto in tecnologia che ha fatto saltare le coperture degli agenti segreti di tutto il mondo), ma anche un nostalgico di tutto quel che erano gli anni '80 (macchine e musica, soprattutto). Non del tutto riuscito, nonostante le gag spassose delle pillole speciali e della realtà virtuale. Emma Thompson è un Primo Ministro inglese isterico mentre Olga Kurylenko prende in giro bene i suoi trascorsi bondiani.
MEMORABILE: I simpatici cameo di Edward Fox, Charles Dance e Michael Gambon; La Kurylenko che prova a strangolare Atkinson che balla "Venus" delle Bananrama.

Mtine 21/10/18 14:01 - 224 commenti

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Dopo due episodi divertenti e ben realizzati, c'era davvero bisogno di un terzo Johnny English con gag quasi sempre imbarazzanti e un Atkinson invecchiato e svogliato, che deve ricorrere alle sue indubbie doti mimiche per non far precipitare ulteriormente il livello? La risposta ovviamente è no: va bene sfruttare un franchise che finora si è rivelato vincente, ma non in un modo così sciatto e privo di idee. Atkinson si trascina stancamente verso la fine del film, mal supportato da una storia priva di interesse e un'Emma Thompson sopra le righe.

Digital 22/10/18 21:39 - 1257 commenti

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Terza parte che vede protagonista l’agente segreto più imbranato, ma anche divertente del cinema. La storia è molto basilare e serve unicamente per lasciare libro sfogo a uno scatenato Atkinson. Le gag, invero, non centrano tutte il bersaglio; ma molte di esse sì, il che induce frequentemente al sorriso. Nel cast di contorno vi è una Kurylenko di allucinante bellezza e una più matura (ma piuttosto simpatica) Emma Thompson. Non stiamo certo parlando di un capolavoro della settima arte, ma di un onesto passatempo utile per sollazzarsi.

Rambo90 21/10/18 22:49 - 7697 commenti

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Un po' meglio del capitolo precedente, perché dopo un inizio un po' troppo veloce e con gag prevedibili finalmente Atkinson ha modo di scatenarsi in alcuni momenti davvero riusciti. Nulla di originale ma la sua mimica e i suoi tempi, se serviti decentemente dalla sceneggiatura, sanno ancora strappare risate. Bene anche il ritorno di Miller come spalla e la bella Kurylenko, mentre poco convincente una Thompson troppo sopra le righe. Ritmo molto veloce, fiacco l'inserimento infantile dei bambini in apertura e chiusura. Gradevole.

Maxx g 27/10/18 10:57 - 635 commenti

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Mister Bean riusciva sempre a strappare qualche risata, a suo tempo, ed è divertente questo terzo capitolo di Johnny English, che ha il pregio di non cadere nella risata facile (eccetto qualche tipica gag di Atkinson, specie all'inizio). Ben Miller funziona come spalla, la Kurylenko sufficiente mentre la Thompson appare fuori luogo. Merita una visione.
MEMORABILE: Il viaggio virtuale di English.

Puppigallo 26/11/18 16:59 - 5273 commenti

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Ennesimo caso di riesumazione di un personaggio, anche simpatico, ma che aveva fatto il suo tempo. Qui, infatti, la scusa è quella di far agire una spia analogico-demenziale in un mondo ultradigitaltecnologico. In realtà, il tempo è davvero scaduto. Ma se questa pellicola resta comunque vedibile, il merito è indubbiamente di Atkinson, delle sue movenze assurde (in discoteca) e delle sue espressioni, cariche di buon vecchio Mr. Bean. Purtroppo però, il copione gli fornisce limitate frecce realmente comiche, che si perdono troppo tra le semplici sciocchezze.
MEMORABILE: La "sorpresa"; La scatola gonfiabile; Ciclisti out; Il visore virtuale: le baguette sono armi e una povera guida un killer, agli occhi di English.

Daniela 27/12/18 21:04 - 12662 commenti

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Giunta al terzo capitolo, la saga sull'agente imbranato modellato sulle sembianze e la goffaggine di Mr. Bean punta le sue carte sul confronto fra analogico e digitale con alterne fortune: incastonate nella solita trama pretestuosa, alcune gags sono spiritose ma altre sanno di stantio e riciclato. Diseguali anche le prove del cast: Atkinson pare in forma, Miller è spalla efficace, ma Thompson è una simil-May troppo istrionicamente isterica, Kurylenko una bellona di routine, Lacy un malvagio anonimo. Il risultato è passabile ma English va definitivamente mandato in pensione.

Galbo 17/06/20 19:45 - 12392 commenti

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Parodia spionistica che vede il ritorno in campo di Johnny English, qui al terzo film. Il modello di riferimento è la serie di James Bond, in particolare gli episodi interpretati da Roger Moore. Non mancano i gadget tecnologici, utilizzati ovviamente in modo disastroso, e la Bond girl. Se la trama è trascurabile, il peso del film è affidato alla vis comica di Rowan Atkinson, ma qui l'attore è meno efficace che in altre occasioni a causa della scarsa qualità della sceneggiatura per cui non tutte le gag vanno a segno. Da segnalare la presenza auto ironica di Emma Thompson. 

Pigro 11/01/22 10:44 - 9666 commenti

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Johnny English delude ancora. Stavolta l’agente è alle prese con un hacker che vuole paralizzare il mondo e, in classica parodia di James Bond, si lancia maldestramente alla scoperta e neutralizzazione della mente criminale, all’insegna dell’analogico contro digitale. Certo, Atkinson trova comunque occasioni per strappare almeno un sorriso, grazie a situazioni comiche raramente originali (la più carina è la realtà virtuale) e alla sua fisicità, ma la sensazione di stra-visto impera e il divertimento langue, bilanciato da un discreto ritmo.

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