Paradise police - Serie animata (2018)

In un dipartimento di polizia strampalato e tutt’altro che paradisiaco, “convivono” personaggi sopra le righe alle prese col narcotraffico: il capo iracondo e frustrato, suo figlio aspirante agente, un gaiamente obeso collega, un cane logorroico e strafatto ecc. Serie tv di animazione per adulti, dove non c’è freno a situazioni scabrosissime e al linguaggio da caserma. All’inizio fa storcere il naso, ma nel corso degli episodi si fa l’abitudine alla singolarità dei protagonisti e, alla fine, non dispiace. A suo favore anche uno scoppiettante doppiaggio.

Una sgangherata squadra di polizia di una piccola cittadina è la protagonista di questa serie volgarissima e politicamente scorretta all'estremo. Versione hardcore di Scuola di polizia (apertamente citato in un episodio), ricca di linguaggio scurrile, continui riferimenti sessuali al limite (spesso superato) della pornografia. La sceneggiatura è lineare e non a episodi autoconclusivi, i personaggi acquisiscono esperienze e se le portano dietro senza fare un "reset" a ogni episodio. Riesce spesso a divertire, ma anche a disgustare.

Gli autori di Brickleberry ritornano con una serie ancora più esplicita e volgare della precedente, incentrata su una centrale di polizia nella quale incontriamo un team simile a quello del Parco dei Ranger (il capo nevrotico di mezza età, il gay obeso, l'animale vizioso, l'afroamericano, la ninfomane), con una trama che stavolta segue un preciso filo puntata dopo puntata. I punti deboli sono rappresentati dall'eccesso di trivialità (nei dialoghi e nelle scene, che spesso sono gratuiti) e dalle troppe similitudini con la serie precedente.