Pericolosamente vicini - Film (1986)

Stramba produzione Cannon da pieni Ottanta, rielabora il tema delle bande giovanili nelle scuole dividendole per ceto sociale e immaginando che i più ricchi siano organizzati in un gruppo di giovani vigilantes chiamati "Le sentinelle", ispirati da un insegnante veterano del Vietnam dalle tendenze vagamente fascistoidi. Si propongono di mantenere come possibile l'ordine, ma quel che fanno nell'incipit sembra andare anche oltre: inseguono di notte un compagno di scuola vestiti con maschere e palandrane e, raggiuntolo, lo appendono a un albero a testa in giù. Lo liberano ma, andandosene poco dopo, questi fa l'errore di colpire con un sasso il parabrezza di un auto lì nei pressi, al cui volante sta qualcuno...Leggi tutto che ascolta alla radio musica operistica; e che sceso, irriconoscibile nel buio, lo assale e lo uccide. Dovrebbe essere uno del gruppo. O no? E' la componente "gialla" che spiazza, che inizialmente non si capisce quale senso abbia inserita in una storia che pare focalizzata su scontri scolastici tra fazioni opposte. L'apparenza è piuttosto sgangherata: stacchi improvvisi, una certa confusione nel descrivere l'azione e i caratteri dei ragazzi, l'aggiunta di un po' di sentimento tra il leader delle Sentinelle (Stockwell) e una coetanea che pare non accettare di buon grado il suo modo di fare. Screzi tra i due ma anche all'interno dei gruppi, con il posato Danny (Peck) che cerca di mantenere buoni rapporti con le sentinelle pur appartenendo per estrazione alla classe più povera. Poi c'è quello con la cresta (Bancroft), che rappresenta il perfetto esempio degli individui che le sentinelle avrebbero l'ambizione di sedare: si agita, provoca e innesca una serie di reazioni sempre più violente. Il livello dello scontro si alza e la vittima accoltellata all'inizio non sarà più l'unica. E' curiosa l'idea di mascherare il responsabile come un vero killer misterioso da individuare, caratterizzato dall'amore per la musica operistica che risuona nei momenti topici proprio come avverrà l'anno successivo nel classico di Argento, mentre è rimarchevole (soprattutto considerato l'ambito low budget in cui ci si muove) la ricerca fotografica, con belle sequenze al buio e una sapiente gestione delle luci. Troppo confuso e indeciso nella strada da seguire per ambire ad alti traguardi, è però un film con più di un motivo d'interesse, che mescola con buona dose di originalità mondi cinematografici distanti senza nemmeno farci capire se dobbbiamo dedicare del tempo all'individuazione del killer senza volto (che peraltro appare assai di rado) o se questi è invece colui che ci si aspetta essere. Confezione nel complesso superiore alla media dei thriller coevi (anche il cast non si fa disprezzare), ma alla sceneggiatura un po' di attenzione in più si doveva dare.

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