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MMJ Davinotti jr
Anno: 2004
Genere: commedia (colore)
Regia: Bruno Colella, Leonardo Giuliano
Note: aka "Le altre barzellette".
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Storia di un film non fatto. Dopo il successo del vanziniano LE BARZELLETTE Aurelio Grimaldi, nel film, dovrebbe girarne un sequel apocrifo, molto più povero, intitolato LE ALTRE BARZELLETTE. Si immagina che LE ALTRE BARZELLETTE abbia una gestazione travaglialissima e che crei una lunga serie di ostacoli agli autori. Un film sul film quindi, con il regista virtuale (Grimaldi) trasformato in protagonista al servizio di una sceneggiatura fortemente metacinematografica. Si comincia dal momento in cui il suo agente gli propone di girare LE ALTRE BARZELLETTE accantonando il più impegnativo progetto sulla "trilogia di Moro”,...Leggi tutto e da lì si procede mostrando alcuni bizzarri provini di barzellellieri arrivati alle audizioni, la "consulenza comica" di un Alvaro Vitali stanco e mezzo rincitrullito, i continui ripensamenti di un Grimaldi sfiduciato, i colloqui con le banche e i finanziatori: tutto quello insomma che avrebbe potuto girare attorno alla produzione del film. Intervallando poi la narrazione con alcune barzellette scenografate sui carabinieri (Alex Partexano), su Berlusconi, sui processi, sull’Inferno e il Paradiso... Un progetto non originale ma curioso, recitato discretamente e nelle parti comiche più divertente dello strombazzato e sopravvalutato successo vanziniano. Certo la povertà dell'operazione è evidente, la sua origine sinistrorsa ancor di più (vedi le musiche, gli ambienti, la continua denuncia al sistema e al pubblico troppo accondiscendente), ma nel complesso (e scontate alcune parti superflue e il clima generale di depressione) si può vedere.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Non male, dopotutto:
G.Godardi - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Fabbiu, Mascherato, Tomastich, Rambo90, Fedemelis, Il Dandi
Diciamo che è interessante (più che altro particolare) e che per tutta la durata conserva un certo carattere di "sperimentazione". Non contiente niente però di veramente autentico e da valorizzare. Per non parlare di Alvaro Vitali, alle prese con un'interpretazione talmente misera da deludere anche i suoi vecchi fan.
Aurelio Grimaldi vuole girare la Trilogia su Moro ma il suo produttore gli impone Le Altre Barzellette, sequel apocrifo del successo di Vanzina. Mentre si cerca di girare il film vi si alternano le barzellette. Curioso tentativo di coniugare vis polemica, film d'autore e trash non senza con una certa dose di "paraculaggine" piuttosto esibita. Non riuscitissimo ma comunque simpatico, con un sacco di camei. In alcuni frangenti anticipa addirittura Il Caimano. E' quasi l'anello di congiunzione tra i film degli Squallor e Moretti! Un'occhiata la merita.
MEMORABILE: La riunione nella sede dei DS, le scene con Partexano e il cameo di Vitali.
La sfrontatezza di questo progetto è nel far mettere in gioco un regista (che si sforza di essere preso sul) serio come Aurelio Grimaldi e costringerlo a mettere in gioco se stesso ed anche la sua Trilogia su Moro. In realtà, Ladri di barzellette, in barba al low budget, dice molto di più sulla crisi del cinema italiano di quanto facciano convegni e dibattiti. Una sequenza come quella nella sede dei Ds (con i due responsabili che nicchiano di fronte al progetto su Moro, ma si esaltano sentendo parlare del sequel di Le barzellette) entra di diritto nel database della satira politica italiana.
Gli incubi di un regista intellettuale militante, diessino, per la produzione di un film sulle barzellette. La simpaticissima maschera napoletana, Bruno Colella, mette in scena un non-film, fatto di sketch, situazioni comiche e barzellette. Alcune parti strappano un sorriso, altre meno.
La storia del film nel film funziona bene e potrebbe anche divertire l'autoironia di Grimaldi... A non funzionare sono proprio le barzellette, che spezzettano il film troppe volte e che non sono mai davvero divertenti. Il cast di comprimari non è all'altezza e in più di un momento si sfiora la noia, simpatica la comparsata di Alvaro Vitali, sempre in gran forma comica.
Un film nel film che racconta un film. Anticipa con autoironia quello che vedremo in Boris il film sul mondo poco pulito che ruota intorno al cinema; essendo lui stesso un prodotto commerciale, adattato per un pubblico "politically chic" (non casuale il riferimento politico) rispetto alla massa. Buona intepretazione di Vitali, che riesce a far ridere con un personaggio triste più di tutte le barzellette narrate e interpretate.
Il titolo fa pensare a un rip-off apocrifo del film di Vanzina, sulla scorta dei Pierini con Giorgio Ariani; questo è invece solo il film nel film, che il pasoliniano Grimaldi (nei panni autoironici di sé stesso) è costretto a girare in attesa di una trilogia sul caso Moro. Non male il profilo meta-cinema, che fra produttori millantatori e desolanti provini costruisce uno squallido backstage che anticipa Boris; a difettare sono invece le barzellette in sé, la "commedia plautina" per la quale viene scomodato come consulente Alvaro Vitali.
MEMORABILE: La visita di Grimaldi alla sede del Partito; L'epifania dell'imbolsito Alvaro Vitali.
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- Nel film, il regista Aurelio Grimaldi prima di poter realizzare la trilogia Aldo Moro deve girare "Le altre barzellette". Grimaldi per riuscire a realizzare (parzialmente) il suo progetto su Moro impiegherà ben quattro anni. I tre film verranno accorpati in un'unica pellicola intitolata Se sarà luce sarà bellissimo - Moro: Un'altra storia uscita appunto nel 2008.
