Remake di UNA PALLOTTOLA PER ROY con Jack Palance nel ruolo che fu di Bogart, riporta in scena il gangster Roy Earle, uscito di prigione e subito ricontattato da un vecchio amico per un colpo al Tropico Springs Hotel, un grosso albergo sulla Sierra Nevada. Preso contatto con i complici - una donna aggregata al gruppo (Winters) e pure un cane particolarmente intelligente e affettuoso che bazzica in zona - Roy s'installa in una casetta sui monti dove prepara il colpo. Nel frattempo tuttavia, lungo la strada, incontra una famiglia di Los Angeles la cui bella figlia ventenne (Nelson), afflitta da un piede equino che la porta a zoppicare,...Leggi tutto lo attrae al punto da farlo innamorare. Incrocerà altre volte la famigliola fino a quando deciderà di contattare un amico medico e pagare la costosa operazione per permettere alla ragazza di tornare a camminare come tutti. Sono due strade ben diverse che il film prende, alternandole per riunirle solo nell'ultima parte, quando ci si è a dire il vero accorti che non si compenetrano poi così bene. Palance, inconfondibile volto scolpito nella pietra, è il duro per eccellenza che qui dimostra di avere un cuore: non solo per come segue e aiuta la sfortunata giovane ma anche per il suo spirito protettivo nei confronti del cane e della donna con cui dovrà fare il colpo, contesa dai due complici, la quale non sembra affatto indifferente al fascino dell'uomo sicuro e di poche parole. Shelley Winters è ben scelta per il ruolo, donna sì fragile ma anche capace di dimostrare più sagacia di chi la circonda, mentre è evidente fin dai titoli di testa e dall'uso del Cinemascope che parte importante la giocano anche le location, con le montagne innevate della Sierra Nevada sullo sfondo e al centro della scena nel lungo inseguimento finale, composto da un ultimo quarto d'ora un po' posticcio ancora una volta non così ben amalgamato al resto; come se fossero due o tre film differenti accozzati senza troppa attenzione e tenuti insieme dalla presenza scenica di un protagonista quasi sempre sul set, figura chiave il cui ritratto ambiguo, dal carattere combattuto, diventa fondamentale per capirne le sfumature che lo preservano dalla banalità. Efficace la regia di Stuart Heisler, che al di là di qualche insert melodrammatico un po' fuori luogo rende bene la qualità della Hollywood di quegli anni anche in presenza di un film non proprio memorabile. Azione limitata ma pregevole, una caratterizzazione moderna e per niente compiaciuta della ragazza zoppa (più convenzionale quella affidata alla Winters, che deve metterci del suo per non scadere nel patetico), belle aperture paesaggistiche, abbondanza di primi piani (si sprecano quelli sul volto impassibile di Palance) e pure qualche lungaggine che fa pesare la durata non esattamente contenuta del film (un'ora e cinquanta). Riconoscibilissima la faccia da schiaffi di un giovanissimo Dennis Hopper mentre balla il mambo con la Winters lo stesso anno del proprio folgorante esordio cinematografico.
Tanti criminali son galantuomini e pagano fino in fondo questa loro galanteria, sia se sopportano collaboratori che sono delle nullità sia se si inteneriscono per donne in fuga dalla realtà o magari per altre che si autoemarginano a causa di problemi fisici non curati per mancanza di denaro. In questi casi non ci sono mai vie di mezzo: o si beccano i tradimenti e le ingratitudini più assurde e inverosimili, o trovano qualcuna che diventa perfino simbiotica dal gran che non li mollerebbe più. Il film scorre, ma gli squilibri fan dondolare la visione.
MEMORABILE: Il cagnolino che se si affeziona porta sfortuna; Il segnale col telegramma; L'atteggiamento sfrontato di Wilma e la giusta umiliazione che ne subisce.
Dopo ila bella versione western diretta dallo stesso Walsh, ecco il remake fotocopia del mitico Una pallottola per Roy: pochissime le variazioni rispetto all'originale che, soprattutto nell'epilogo in montagna, viene fedelmente ricalcato nelle inquadrature e nei dialoghi. Scontata la mancanza di sorprese, il film punta sul cast, ma se Winters risulta scelta felice, anche se incline al patetico, meno convince Palance: perfetto nel suo volto da duro (spesso inquadrato in primo piano), risulta impacciato nel restituire l'aspetto romantico del personaggio. Film dignitoso ma superfluo.
Heisler dirige con mano esperta un noir di buona fattura, magari con qualche lungaggine di troppo nella prima parte, che comunque disegna molto bene i personaggi senza scivolare nel patetico sul fronte sentimentale. Poi la tensione sale progressivamente, raggiungendo l'apice nello spettacolare inseguimento che precede l'inevitabilmente amaro epilogo. Palance è un perfetto criminale tradito dal cuore tenero, Winters e Nelson incarnano due donne agli antipodi, Marvin smargiasso e un po' imbranato fa quasi impressione. Il colore valorizza i suggestivi scenari della Sierra Nevada.
MEMORABILE: Il cane; L'ingratitudine della Nelson; L'inseguimento; Il finale.
Stuart Heisler HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 27/08/18 08:03 Capo scrivano - 47801 interventi
Come dice il Marcel nel papiro: riconoscibilissima la faccia da schiaffi di un giovanissimo Dennis Hopper mentre balla il mambo con la Winters lo stesso anno del proprio folgorante esordio cinematografico:
DOPPIAGGIO Jack Palance Emilio Cigoli Shelley Winters Dhia Cristiani Lori Nelson Micaela Giustiniani Lee Marvin Bruno Persa Lon Chaney Jr Giorgio Capecchi Earl Holliman Gianfranco Bellini Perry Lopez Pino Locchi James Millican Gualtiero De Angelis