La casa delle bambole - Ghostland - Film (2018)

La casa delle bambole - Ghostland
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Pascal Laugier prova a innovare nel genere restando fedele alla propria filosofia di cinema legata a una violenza cieca e torturatrice. Prende a pretesto l’intrusione di una coppia di matti nella casa di tre donne e la asserve a un plot che lascia compenetrare realtà e immaginazione come in un PASTO NUDO da consumarsi nel giro di poche ore, quasi in tempo reale. Trasforma gli apparenti flashback in un presente da cronaca nera e la placida realtà immaginaria in sogni ad occhi aperti ove rifugiarsi inutilmente. Tre donne al centro della storia e due persecutori il cui sesso pare indifferente. Mamma Pauline (Farmer) e le due figlie Beth (Reed,...Leggi tutto la mora) e Vera (Phillips, la bionda) raggiungono la villa della zia, ossessionata dalle bambole al punto da averne riempita la casa. Eppure anche questo sembra solo un pretesto, un'aggiunta che possa arricchire esteticamente un'ossatura minimale, destinata a offrire le basi per un lavoro che è tutto di regia, con una sceneggiatura ai minimi termini in cui i dialoghi si riducono a poche frasi e molte grida. Dal momento in cui i due "mostri" compaiono nella casa la vita normale è confinata alle avventure di Beth scrittrice horror di successo sulla scia di Lovecraft, il suo mentore. Celebrata nei salotti televisivi, invitata alle feste ma retriva ed eccentrica, con la sua macchina per scrivere che ha voluto sostituisse il più moderno computer, Beth viene ricatturata regolarmente dalla sorella e riproiettata in un inferno fatto di torture e sevizie, di sangue e mute persecuzioni, truccata come una bambola per compiacere i vezzi di torturatori senza un perché. Non è una novità il fatto che i due criminali agiscano seguendo una logica imperscrutabile (anomali erano semmai i complessi disegni di MARTYRS), né lo è il lavoro che Laugier fa nello sfruttare le ricche scenografie d'interni nella casa delle bambole, dove le bambole stesse faticano a trovare comunque il loro spazio, figure sullo sfondo che di rado si guadagnano primi piani significativi, giustificativi di un titolo che segue il trend dell'horror di oggi (Wan docet) senza che si trovi loro un'attinenza vera al plot. Il caos generato nei ripetuti passaggi da realtà a immaginazione, divise da una barriera ricercatamente semi-impercettibile che maschera la verità ultima, intriga per una post-rilettura alla luce dei fatti, molto meno durante la visione, in cui ciò che ci raggiunge è soprattutto l'eterno strillare nelle fughe tra corridoi e stanze fino all'uscita dal tunnel contrappuntata da soavi note pianistiche che rimarcano mirabilmente lo stacco improvviso. Ma non è finita, naturalmente. Ricercato nelle inquadrature, raffinato nella messa in scena ma autocompiaciuto e per molti versi sterile, il film di Laugier difficilmente lascerà il segno, ennesimo figlio legittimo di un tempo in cui l'orrore cerca nuove strade senza accorgersi di cannibalizzare se stesso rimirandosi allo specchio e azzardando letture psicanalitiche attraverso un velleitarismo talvolta avvilente.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/06/18 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/05/19
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Herrkinski 27/06/18 03:34 - 8052 commenti

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Dal regista di Martyrs, un altro film con due protagoniste femminili ma che cambia decisamente registro; se Hooper e Zombie per alcuni versi possono essere stati un'ispirazione, così come pure certi torture-porn/home-invasion dei 2000, dall'altro lato il film cerca una via psicologica all'incubo tramite un interessante twist a metà film che ribalta le carte in tavola e guida verso un finale sufficientemente teso. Non mancano alcune crudeltà visive e qualche spavento; non eccezionale nel complesso, si fa comunque seguire senza troppo annoiare.

Kinodrop 10/02/19 18:37 - 2908 commenti

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Laugier ripete il modulo già rodato nel precedente Martyrs, questa volta con due sorelle vittime designate di un crudele incubo ambientato in una casa maledetta piena di bambole squittenti e maligne, prigioniere di figuri sadici venuti dal nulla. Voler giustificare il coacervo di assurdità e di orrori attraverso un escamotage "letterario" peggiora le cose e fa perdere persino il contatto col brivido dell'ignoto. Scale, scalette, porticine, chiavistelli, urla e mugugni a gogo, appaiono solo un apparato barocco di facile presa che non lascia traccia.

Viccrowley 19/01/19 22:04 - 814 commenti

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Dopo aver diretto l'ambizioso ma imperfetto Martyrs, Laugier si spoglia degli inutili orpelli sensazionalistici e torna con un distillato di paura che non fa prigionieri. Il tema della famiglia viene affrontato con durezza, crudeltà e senza risparmiare i colpi bassi, alternando realtà a sogno, violenza e dolcezza. Tutta la vicenda poggia su svariati livelli di lettura che rendono la visione una scala escheriana dove ogni bivio può portare a tutto come al suo contrario. Splendide le protagoniste e ferocissimo l'attacco visivo allo spettatore.

Schramm 5/12/18 17:30 - 3490 commenti

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Il rimpasto è ormai la madrepatria d'un Laugier che dopo i colpi esplosi tra lacrime e santi gioca ogni cartuccia che può: Zito Zito e niente niente sfonda quella porta oltre la quale si naufraga tra baroccaggini da 31° eclisse e decor Wanesio, mentre il diavolo vuole la caramella che gli piace tanto e Alice riattraversa lo specchio spinta da un Sutter Cane che fa gli onori-orrori di una chiusa casa nera. E a chi chiede “nessuno offre di più?” ha già pronte le risposte di Reiner, Argento e di tutta la home invasion da che thriller è thriller. Una buona ciambella, ma anche stavolta niente buco.

Digital 7/12/18 10:38 - 1257 commenti

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Dopo la morte della zia, Pauline e le due figlie ereditano una casa: mal gliene incoglie poiché vengono immediatamente assaltate da feroci assassini. Poderoso horror diretto mirabilmente da un Laugier in grande spolvero, capace di generare una considerevole tensione con sequenze altamente disturbanti, tra brutali coltellate, fucilate in pieno petto e ripugnanti bambolotti. Lo sviluppo, pur essendo inizialmente lineare, ha improvvisi colpi di scena che lo rendono imprevedibile. I villain sono realmente disturbanti e fan davvero spavento. Ottimo!

Daniela 14/12/18 00:26 - 12606 commenti

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A distanza di dieci anni, Laugier mette nuovamente nei guai due giovani donne ma in maniera orrifica più ordinaria: a differenza di quanto avveniva nel più originale Martyrs, qui il pericolo è costituito da una coppia psicopatica basic che agisce senza secondi fini esistenzial/filosofici. La prima parte disorienta a causa dei comportamenti inspiegabili della protagonista, fino a quanto un twist riassesta la prospettiva dando un senso logico a quando mostrato in precedenza. Ben confezionato e bene interpretato, un horror che non esalta ma fa il suo sporco mestiere di suscitare raccapriccio.

Cotola 26/12/18 18:38 - 8998 commenti

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Né brutto né bello, diciamo mediocre. Il film è afflitto da acuta derivatività (a tratti dichiarata ed omaggiante i modelli): Zombie, Lustig ed Hooper solo per citare i tre più evidenti. Insomma non c'è un'idea che sia una. Per fortuna c'è anche un certo mestiere che salva la nave dal naufragio. La prima parte è piena di inverosimiglianze logiche, ma tanto poi ce la si cava sempre col solito twist truffaldino che, forse, rispetto ad altre volte è più giustificato. Seconda parte ordinaria come il resto del film, con qualche discreto guizzo onirico non privo di trash. Sei meno meno.
MEMORABILE: In negativo: "l'incontro con Lovecraft".

Ryo 13/01/19 19:31 - 2169 commenti

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Ormai sperare in un horror riuscito è sempre più difficile, ma quando capita è una festa! La casa delle bambole non è un horror convenzionale. Non fa uso del sovrannaturale, eppure riesce a incutere un terrore acuto perché ti cala in una situazione agghiacciante e realistica in cui l’unico rifugio è la mente. Diretto alla grande, ottima cura delle scenografie e dei trucch,i che aggiungono un grande senso del realismo unito alla recitazione delle due protagoniste. I jumpscare erano anche evitabili.
MEMORABILE: Beth costretta a essere truccata senza potersi muovere, mentre il mostro distrugge le bambole.

Hackett 23/01/19 19:22 - 1865 commenti

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Teso, intenso, ben realizzato. Il regista sa sicuramente (lo ha già dimostrato) come attirare l'attenzione dello spettatore e riesce a tenerlo inchiodato nel seguire una vicenda di violenza e segregazione. Certo quello che un tempo poteva essere un colpo di scena appare uno sviluppo un po' prevedibile; in ogni caso la pellicola regala momenti intensi e discostandosi dalla attese horror ci propone una violenza cruda, reale, senza compromessi o forzate spiegazioni.

Minitina80 15/03/19 22:36 - 2976 commenti

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Laugier realizza un horror derivativo, apportando poco di nuovo rispetto a quanto proposto in altri contesti. Insiste molto sulla violenza, perdendo tempo a mostrare i traumi e le torture subiti dalle ragazze. Dimentica, invece, di approfondire un po’ ovunque, soprattutto sul versante psicologico. Degli psicopatici, infatti, non si riesce a sapere nulla, tentando la carta del meccanismo narrativo differente, finendo con un buco nell’acqua. Forse l'autore voleva esprimere qualcosa di particolare tra le righe, ma non riesce a farsi capire bene.

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Gestarsh99 13/04/19 13:32 - 1395 commenti

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Vivere egoisticamente felici nella menzogna illusoria o affrontare simpateticamente la dolorosa realtà dei fatti? Gli interrogativi eterni di Laugier si riprospettano nella loro insolubile fissità, martoriando ancora una volta quella gioventù violata e per sempre traumatizzata. Il sequestro, la segregazione, la fuga mentale da una gabbia kafkiana di orrore inaggirabile, il sogno (a occhi aperti) di cassare con un colpo di spugna pindarico ferite intime irrimarginabili che come bocche sanguinanti divorano dall'interno anima e corpo. Esistenzialismo torture di artificio vecchiotto ma efficiente.
MEMORABILE: L'"imbambolata" protagonista alla mercé del grasso e deforme aguzzino "gooniesiano".

Alf62 15/04/19 19:59 - 64 commenti

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Scrittrice in erba di romanzi horror non particolarmente brillanti si trova catapultata insieme alla sorella in un soggetto che avrebbe sempre voluto scrivere. Gli elementi dell’horror ci sono tutti e ben dosati, dagli scossoni, alle grida, agli omaggi (Lovecraft su tutti), anche se in maniera un po’ troppo infantile (ma vista l’età della protagonista…). Insomma, un film che si lascia guardare, sufficientemente movimentato. L’idea della bivalenza dei piani narrativi/temporali è sufficiente; insomma, un compitino ben eseguito e con l’horror che gira...

Fedeerra 16/04/19 17:41 - 770 commenti

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Pascal Laugier ci racconta, a suo modo, la condizione di donna-oggetto e l'aberrante oscenità che può nascondersi dietro ogni forma di feticismo. Ne esce fuori un film saturo di dolore e sangue, impreziosito da una messinscena perfetta (tra il gotico e il pop) e da interpretazioni al limite del masochismo. Un meraviglioso grand guignol in perfetto equilibrio tra arte e spazzatura.

Puppigallo 1/05/19 12:41 - 5250 commenti

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Non aprite quella porta continua a fare scuola (tra faccia di cuoio e "bombolo-bambolo" c'è aria di famiglia). Unendo però il fattore psicologico, a un'ambientazione con tanto di inquietanti bambole d'epoca, si è riusciti, in parte, a sopperire a una certa carenza di autentica originalità. Giocando sugli oscuri meandri della mente, che sia già disturbata, o compromessa in seguito a un fatto traumatico, lo spettatore sarà almeno invogliato a seguire le vicissitudini delle protagoniste, alle prese con loro stesse e con le vere minacce. Girato con un certo mestiere, nel complesso, non è male.
MEMORABILE: L'irruzione in casa; La realtà, che piomba come un colpo di mannaia; Comportarsi da bambola; La bambola ridens.

Giùan 30/05/19 10:09 - 4528 commenti

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Non è poi così paradossale che l'autorialità veniale, sì perturbante ma pure ideologicamente falsa, di Martyrs sia sfociata nella derivatività di questo horror anodino e un po' "infame". Laugier in effetti realizza un'opera plasticamente bilanciata, con una discreta resa visiva e un adeguato tappeto sonoro ma pare rinunciare in partenza a qualsivoglia profondità ancestrale, sostituita da un tedioso (e nuovamente gratuito) sovrapporsi di piani mentali e temporali. Ben diretto il cast, con le ragazzine Hicks e Jones sugli scudi e Archer mostruoso "fat man".

Jdelarge 9/06/19 23:46 - 1000 commenti

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Ottimo horror che ha il pregio di essere crudo sin dal principio, rimanendo coerente nel suo sviluppo e senza perdersi in chiacchiere o presunti intellettualismi. La regia è decisamente ispirata e riesce a tenere alto il livello di suspense grazie a sapienti inquadrature che non mostrano mai completamente tutto. I cattivi di turno sono caratterizzati in maniera notevole e riescono, per questo, a rimanere impressi nella mente dello spettatore. Bella la fotografia, eccezionale il montaggio.

Capannelle 10/06/19 23:55 - 4394 commenti

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C'è una prima parte che non dispone molto bene: a fronte della capacità di Laugier nel muovere la mdp e dirigere gli attori troviamo la solita farcitura di rumorini e dettagli abusati nel genere e una eccessiva sospensione dell'incredulità in certi passaggi. Quando però si sviluppano i paralleli temporali e le dinamiche interne alla protagonista il film giunge ad affascinare e Laugier cavalca gli eventi con vigore ed eleganza espressiva.

Nicola81 21/06/19 13:02 - 2827 commenti

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Horror psicologico che in realtà denota le maggiori lacune proprio sul versante dell'approfondimento psicologico, non fornendo spiegazioni sulle gesta dei cattivi e relegando le bambole a pura messa in scena, per quanto efficace. L'esiguo cast è ben diretto e Laugier si conferma buon regista di genere (alcune sequenze sono indubbiamente disturbanti), ma avrebbe dovuto curare maggiormente la sceneggiatura anziché puntare tutto sugli incastri fra la realtà e i viaggi mentali della protagonista. Meno incisivo del previsto, a conti fatti.

Leukimara 24/07/19 11:31 - 17 commenti

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Veramente un ottimo film, nel quale Laugier continua a mettere in scena le sue amate figure femminili bistrattate e vittime di ogni sorta di torture. Una location barocca, una casa piena di bambole antiche e molto inquietanti, due sorelle che più diverse non si può e una coppia di balordi che sono a metà tra il demone di Sinister e il folle di The devil's candy. Il film è un vero e proprio pugno allo stomaco, un incubo dove Laugier ci diverte a imprigionarci facendoci solo intravedere la libertà.
MEMORABILE: Vera, arrivata davanti alla casa ereditata dalla zia, esordisce con "Sembra la Casa di Rob Zombie", citando ovviamente La casa dei 1000 corpi.

Anthonyvm 7/09/19 15:58 - 5612 commenti

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Riuscito connubio di alcuni dei sottogeneri più influenti dell'horror dagli anni '60 in poi: Laugier non si limita, però, a citare o copiare i maestri (siano essi letterari, si vedano l'onnipresente Lovecraft e le diverse suggestioni kinghiane, o cinematografici, si prendano i maniaci di stampo hooperiano, le bambole ridenti argentiane e il travestitismo hitchcockiano), ma gioca coi cliché, presentando scenari solo apparentemente tipici per poi ingannare il pubblico all'ultimo momento. Ottime scenografie, musiche e brave interpreti. Da vedere.
MEMORABILE: La bambola che esce urlando dalla specchiera; Il colpo di scena a metà film; L'orco gioca con le bambole a modo suo; Il cameo di Lovecraft; Il finale.

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Piero68 4/10/19 09:32 - 2955 commenti

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Nonostante un horror così di questi tempi sia una vera rarità e primizia, se solo avesse avuto una regia leggermente più incisiva e una verve nella recitazione migliore (soprattutto delle due ragazze versione più adulta) sarebbe stato davvero un capolavoro. Ma anche così rimane un gran bel film, con una trovata a metà percorso a dir poco geniale e una carica tensiva che praticamente non si esaurisce mai. Inizia a scemare solo sui titoli di coda. Nonostante un paio di soluzioni siano déjà vu, per di più telefonati, il finale rimane da cardiopalma.

Pesten 21/03/20 08:35 - 784 commenti

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Non certo un capolavoro ma nemmeno così terribile. Sicuro c'è del derivativo, Hooper dal passato e Zombie dal presente, in quanto tra tipologia di villain, scenografie e tipo di storia i richiami sono evidenti. Quello che lo salva dall'essere una mera copia è il lato psicologico, soprattutto con quel twist a metà film che mischia le carte in tavola. Certo, pur nell'inverosimiglianza delle situazioni alcune piccole incertezze stonano più delle follie dipinte, ma nel complesso è una visione interessante.

Taxius 23/12/19 20:40 - 1656 commenti

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Dieci anni dopo Martyrs il regista francese Pascal Laugier dimostra di non aver perso il suo tocco magico e gira un altro notevole horror destinato ad entrare nella storia del genere. Protagoniste sono due donne che vivono il dramma di una home invasion da parte di due squilibrati. La trama è molto interessante e è costruita in stile Psyco, ovvero con un colpo di scena molto importante situato a circa metà film. Ottime fotografia e ambientazione (molto tetra e inquietante). Tra i migliori horror post 2000.

Rufus68 28/04/20 00:27 - 3818 commenti

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Se Lovecraft incontrasse Laugier gli riserverebbe il trattamento di Totò all'autore del "Picasso". Ennesimo horror che non è sconclusionato o debole o sciocco o brutto: solo gratuito. Le figure dei carnefici, i salti psicologici, il finale danno l'idea di un procedere a casaccio, privo di causa ed effetto drammatici, capace solo di stimolare l'emozionalità superficiale e immediata. Alla fine di questo film e di tutti i gridolini e i trasalimenti, rimane poco più che cenere dimenticabile. Regge solo una certa abilità registica. Cast fungibile.

Pumpkh75 29/06/20 13:42 - 1735 commenti

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Una vetrina di antiquariato, ma fradicia di sanguinamenti, femmine e umori: Laugier fa il venditore accorto, di gusto e cultura, che sa di offrire quel che tantissime altre volte è stato messo on sale ma che lo fa con ingannevole garbo e perversa affabulazione. Molto brave e in parte le protagoniste (ma questa è una costante, si veda Martyrs), bene i riferimenti al Lovecraft scrittore e male quando lo si illustra come ospite onirico di un folle presa di coscienza. In un paio di passaggi si inghiotte a fatica, con turbata repulsione. Affascinante.

Enzus79 31/07/20 22:10 - 2863 commenti

I gusti di Enzus79

Non male dopotutto. Ennesimo horror nel quale una casa diventa l'epicentro. Film crudo e macabro con una trama abbastanza originale e che riesce a coinvolgere con le sue atmosfere surreali e i momenti ad alto impatto visivo (alcuni sono un vero e proprio pugno nello stomaco). Ben diretto dal francese Pascal Laugier e con una fotografia più che apprezzabile. Da vedere.

Noodles 4/11/20 22:40 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

Il colpo di scena a metà della pellicola è l'unica cosa da salvare di questo pessimo horror che cita qua e là film ben più autorevoli e che per un'ora e mezza annoia lo spettatore e lo irrita con un'infinita sequela di pianti e urla isteriche. Il resto è tutto composto da scene buie, caotiche in cui la paura latita. Ogni tanto c'è qualche stralcio potenzialmente interessante ma il tutto non funziona. Buoni interni mal sfruttati. Se si cerca ancora di fare paura con le bambole parlanti significa che l'horror è veramente alla frutta. Per fortuna dura solo un'ora e mezza.

Lupus73 18/10/20 14:30 - 1483 commenti

I gusti di Lupus73

La mamma con le due figlie si trasferisce in una casa lasciatagli dalla zia. Ottima ambientazione, dimora lignea coloniale americana con interni "vecchia Europa" (Francia), stracolma di anticaglia e bambole, atmosfera obsolescente e inquietante. Nella prima parte vengono mischiate le carte in tavola tramite un twistone sul piano psico-emotivo (da aspettarsi perché molte cose non quadrano). Non sconvolge per efferatezza ma è abbastanza pesante e disturbante sul piano psicologico, con accenti da fiaba nera ("una strega e un orco" e il furgone dei dolci). Si scomoda Lovecraft in persona...

Fromell 1/11/20 10:29 - 77 commenti

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Laugier aveva colpito nel segno con Martyrs per uno stile lontano dai soliti horror americani e qui, a quasi dieci anni dal film che lo consacrò, torna a sorprendere con un impianto più vicino a certi stilemi d'oltreoceano, pur mantenendo uno sguardo d'autore personale che colloca il film qualche gradino più su rispetto alle solite produzioni horror infarcite di cliché. La violenza non manca, la sceneggiatura è scarna, i dialoghi ridotti all'osso. Si entra subito nel vivo dell'azione e non tutto viene spiegato per filo e per segno dando allo spettatore ampio margine di fantasia.

Deepred89 1/02/21 01:07 - 3701 commenti

I gusti di Deepred89

Come nel precedente Martyrs, ma con più suggestione a livello visivo, Laugier si mostra ottimo metteur en scène di claustrofobiche sequenze di agguati e sevizie - dalla violenza sempre ben dosata - ma scontato narratore di misteri, tra idee potenzialmente curiose praticamente accantonate (l'identità del persecutore) e incapacità di distinguere tra ambiguità e confusione. Azzeccato il deus ex machina lovecraftiano, che conferma la malinconica realtà, dal sapore lynchano, di cui lo spettatore cercava conferma. Lo spiazzante Cold Rock resta però insuperato.
MEMORABILE: Al di là dei successivi sviluppi, la credibile furia della madre che lotta per difendere le proprie figlie durante l'agguato iniziale.

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Maurizio98 3/02/21 23:44 - 30 commenti

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Film maledetto. La bambola con il volto attraversato da una lunga e profonda cicatrice della locandina risulta parallela a ciò che avvenne veramente sul set, con l'orribile incidente a Taylor Hickson, l'interprete di Vera adolescente, una delle due sorelle protagoniste, sfregiata per sempre a causa di un vetro rotto durante una scena. Interpreti, fotografia, musica e regia di livello oltre la media. La casa delle bambole, orribili e polverose come il luogo in cui si trovano, non ha il magnetismo pazzo e devastante di Martyrs, ma riflette intensamente la malattia e il male.

Jena 13/02/21 15:46 - 1547 commenti

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L'incipit sembra citare l'inizio di Non aprite quella porta parte 2 e anche il resto si muove in quella direzione, con una buona dose del lustighiano Maniac (il feticismo delle bambole). Sarebbe quindi uno dei tanti epigoni hooperiani/robzombiani, con una più elevata dose di sadismo torture, se Laugier non vi mettesse dentro una geniale idea sulla distorsione dei piani mentali/temporali, che se all'inizio spiazza poi affascina e intriga non poco. Molto elegante la regia, qualche inutile jumpscare di troppo, feroce e non per anime sensibili. Bravissima Emilia Jones (Beth giovane).
MEMORABILE: Il gigante ritardato che tortura le bambole; Beth bambola in carne ed ossa; Il travestito simil Alice Cooper.

Gabigol 20/03/23 00:20 - 569 commenti

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La riproposizione dell'anima di Martyrs rivive nell'ultima fatica di Laugier, meritorio di depistare le aspettative dello spettatore medio con una pellicola che di horror ha solo una maschera. L'epicentro della storia è, né più né meno, la profanazione dell'anima di un innocente. La prima metà del film funziona, in tutte le sue ricercate incongruenze; il colpo di scena centrale colpisce durissimo. Nella seconda parte si depaupera la carica di partenza, tra un compulsivo citazionismo dei modelli di riferimento e la sovraesposizione sin troppo eccessiva della minaccia.
MEMORABILE: Il camion dei dolci; L'invasione domestica; Lo stacco temporale; Il ritorno alla realtà; La protagonista-bambola; Lovecraft alla festa.

Teddy 22/03/23 00:14 - 808 commenti

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Questa volta l’elemento perturbante non si trova dentro i travagli sociali, politici o religiosi, ma affiora e penetra ovunque, dagli infissi, attraverso gli specchi, in quei luoghi di croce e delizia dove si nascondono feticismi e scorciatoie mentali. Un horror violento, furibondo ma contaminato dalla soave  innocenza delle due bravissime protagoniste. Incredibile tutto il lavoro di set-design.
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  • Discussione Zender • 6/12/18 09:07
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    sto semplicemente cercando di capire se esistono due versioni della pellicola, una con il titolo (di testa e di coda sovrimpresso) che ingloba incident in a (che è poi il titolo del libro della protagonista), e una col più secco ghostland o se ne esiste una sola con quel titolo nel film ma con locandina internazionale dal titolo diciamo così ufficialmente tronco. tutto qua.
    Ma è dall'inizio che stiamo dicendo che sono due versioni. Tu hai visto la versione Usa e poi esiste la versione francese, che è quella "originale". Boh.
  • Discussione Didda23 • 6/12/18 09:15
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Magari con quella italiana ce ne sarà una terza...
  • Discussione Mco • 6/12/18 13:00
    Risorse umane - 9970 interventi
    "Zito Zito" è una genialata che solo un grandissimo elaboratore cinelinguistico come Te poteva pensare. Sei un mito assoluto, Schrammy!!!
  • Discussione Schramm • 6/12/18 15:05
    Scrivano - 7693 interventi
  • Discussione Poppo • 13/04/19 01:07
    Galoppino - 465 interventi
    Il film cmq è un capolavoro come pochi...

    Certo dovete amare gli horror che abbiano una vita vera narrata, reale, che parlino allo spettatore rivelando che l'ora di vivere nella realtà è arrivata da tempo ed è stupido continuare a farsi bubusette arrampicandosi sugli specchi dietro ai quali, "al contrario", si nasconde la verità.

    Su questa linea stanno il mitico The Ward di Carpenter (capolavoro incompreso), Babadook, Thelma.
    Ultima modifica: 13/04/19 01:09 da Poppo
  • Discussione Gestarsh99 • 15/04/19 20:16
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Stando alla sua filmografia, si può dire che il filo rosso che percorre e unisce tra loro le opere di Laugier - tutte incentrate sull'infanzia abusata - sia quello della privazione di un corso esistenziale familiarmente prestabilito. Un tema comune che pare stare molto a cuore al regista francese.

    Nel caso di questa pellicola, va sottolineato che

    SPOILER SPOILER SPOILER

    il suo particolare espediente conclusivo a sorpresa è un meccanismo cinematografico già ampiamente adoperato in svariate altre occasioni, sia come elemento risolutore vero e proprio che come semplice modus narrandi o estemporanea componente dissimulatrice.

    Rapidi esempi di titoli che han fatto ricorso ad esso sono Il gabinetto del dottor Caligari (1920), Brazil (1985), Allucinazione perversa (1990), Identità (2003), Sucker punch (2011), Ghost stories (2017) e il già citato The ward - Il reparto (2010).

    P.s.: Superfluo ribadire che il suddetto ingranaggio di sceneggiatura non va assolutamente confuso con l'altro ben noto "ribaltone narrativo" che contraddistingue opere come Carnival of souls, E se oggi... fosse già domani?Il sesto senso e via bluffando.

    SPOILER SPOILER SPOILER
    Ultima modifica: 17/11/20 17:23 da Gestarsh99
  • Discussione Gestarsh99 • 2/05/19 14:32
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Commentone inappuntabile del gran Marcel.

    Tanto di cappello, anzi di sombrero extralarge!
  • Discussione Zender • 2/05/19 14:40
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Lo costringerò a spedirti i ringraziamenti via piccione, vediamo se ce la fa :)
  • Discussione Capannelle • 11/06/19 00:00
    Scrivano - 3471 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    mi raccontava ieri un amico che durante la lavorazione del film taylor hickson è rimasta gravemente (e in via permanente) sfigurata con del vetro che avrebbe dovuto essere soffiato e si è rivelato essere vero, finendo col denunciare la produzione.

    la pensavo una bufala, invece eccoci qua

    https://www.cinematographe.it/news/taylor-hickson-denuncia-ghostland/


    Mastica... è roba incredibile questa poveretta ha preso 70 punti e una cicatrice permanente nella parte inferiore del viso.
    Volendo essere cinici almeno è accaduto negli ultimi giorni di riprese e hanno portato a termine il film (che consiglio di vedere) ma spero che lei cavi il sangue alla produzione.
    Ultima modifica: 11/06/19 00:02 da Capannelle
  • Discussione Leukimara • 24/07/19 11:12
    Galoppino - 8 interventi
    Davvero da non credere...a 20 anni rimanere così sfigurata per mancanza di sicurezza sul set...ma stiamo scherzando??? Poteva andarle anche peggio, perdere un occhio ad esempio!! Speriamo che a forza di interventi riesca a ritornare come prima, ma dubito riesca a nascondere una cicatrice di tale portata!