La mélodie - Film (2017)

Parigi si vede giusto dai tetti, che non sono quelli dei concerti jazz de Gli aristogatti ma di un gruppetto di ragazzetti difficili che vogliono imparare a suonare il violino. Dramma semplice, telecamera a mano, inquadrature intimiste, si lascia correre turpiloquio e schiamazzi tra i bimbi mimando il realismo, ma il canovaccio retrostante si nota. Ossia non risulta così asciutto e onesto come era lecito credere; si può anzi dire che trovi una sua via nel mezzo tra verità e fiaba, che tuttavia non riesce a fare breccia.

La storia è vista e rivista in molti film ambientati nelle scuole: ragazzi difficili che prima ignorano la materia e si dimostrano svogliati ma che poi si ridestano e dimostrano il loro valore. Ci sono il ribelle, il rompiscatole e naturalmente il talentuoso che viene preso a cuore dall'insegnante. Da vedere come scacciapensieri, senza aspettarsi chissà cosa. Tutto prevedibile insomma, senza sussulti, senza colpi di scena, senza qualcosa da ricordare. Tutto qui.

Concertista demotivato accetta di insegnare il violino ai ragazzi di una scuola parigina di periferia. All'inizio l'insofferenza verso il comportamento irrequieto della sua classe multietnica lo spingerebbe a mollare ma poi scopre fra gli alunni un giovane talento... Quella del riscatto attraverso la passione per la musica è storia raccontata tante volte e qui non ci sono novità da segnalare. Se lo spettacolo comunque regge nonostante sia molto prevedibile e troppo ruffiano nei confronti dello spettatore, il merito è della spontaneità dei ragazzini che circondano il bravo Merad.

La musica come forma di riscatto sociale, il rapporto allievi-insegnanti, il valore della collettività. Temi non nuovi per il cinema e affrontati in molte occasioni, con risultati artistici anche migliori di questo film ambientato nelle periferie parigine. Quello che fa la differenza è lo straordinario gruppo di giovani interpreti che affianca il bravo Kad Merad (per lui è una conferma). Sono i ragazzi, straordinariamente spontanei e ben scelti a fare la differenza in un film per certi versi un pò "ruffiano" ma meritevole di visione.

Una scuola della periferia parigina in cui, tipo Fantasyland, si può diventare violinisti in pochi mesi e debuttare addirittura a livello di orchestra sinfonica. I ragazzetti multietnici passano in poche battute dalla riluttanza all'entusiasmo sotto la guida di un demotivato insegnante. Se si tratta di favola può anche andare, ma condirla di realismo socio-pedagogico bypassando le difficoltà vere e la lunghezza degli studi annessi, dà l'idea di una faciloneria 2.0 e di mancanza di rispetto. Un esercizio di vieto buonismo e di miracolismi assortiti.