Stephanie - Film (2017)

Horror anomalo in quanto la componente prettamente orrorifica è ridotta all'ultima mezz'ora; prima siamo più dalle parti del paranormale, tra Poltergeist e Babadook, per citare due esponenti di annate lontane che possono rendere inquadrabile in qualche modo questo film. Brava la piccola Crooks e tutto sommato non male il finale apocalittico; nel mezzo qualche momento di stanca, dei jump-scare abbastanza disonesti e uno script forse un po' troppo nebuloso. Si lascia vedere e la confezione è formalmente buona, ma di fatto non ha molto da dire.

Un gingillo della Blumhouse cullato dalle suggestioni create dalla piccola Shree Crooks, unica attrice in scena per metà film (bravissima nel contrapporre sentimenti diversi, fa specie non averla vista poi valorizzata in film di altra caratura), ma che non sfigura affatto neanche quando la matassa (ben intrecciata...) si sbroglia e viene giù l’apocalisse. Regia un po' meccanica di Goldman, bene anche Grillo che non avrà eccelse capacità ma quando si tratta di personaggi ruvidi fa sempre la sua figura. Non un capolavoro ma la pagnotta la porta a casa.

L'avvio ricorda vagamente Gessner, e questa parte introduttiva è sì enigmatica, ma anche interessante e bizzarramente inquietante. Da quando la brava Crooks non rimane più da sola, tuttavia, il film perde quota, rimanendo fumoso (solo il finale spiegherà parzialmente) ma coinvolgendo anche poco lo spettatore; l'elemento horror diventa più roboante ma debole, grave inoltre che non si empatizzi con nessuno in particolare. La sensazione che traspare maggiormente è dunque quella di un lavoro incompiuto, mancante di quel "qualcosa" che lo renderebbe davvero attraente o inquietante.