David Gilmour: Wider horizons - Documentario (2015)

David Gilmour: Wider horizons
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: David Gilmour: Wider Horizons
Anno: 2015
Genere: documentario (colore)
Note: Documentario di 1h12' sulla vita di David Gilmour, i suoi esordi e le registrazioni di "Rattle That Lock".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il documentario della BBC si fonda su una lunga intervista fatta da Alan Yentob al celebre chitarrista dei Pink Floyd all'indomani dell'uscita di “Rattle That Lock”, l'album che nel 2015 l'ha riportato in cima alle classifiche rilanciandone la carriera solista in preparazione a un nuovo tour nove anni dopo l'ultimo. Doppiato anche in italiano con le voci di Fabrizio Pucci per Gilmour e di Sergio Luzi per Yentob, il filmato ci conduce subito a bordo della lussuosa imbarcazione sul Tamigi dove il chitarrista vive e spesso incide all'interno di un attrezzatissimo studio (qui sono stati registrati “A Momentary Lapse of Reason”, “The Division Bell” e “The Endless River”, i tre dischi dei...Leggi tutto Pink Floyd a guida Gilmour dopo l'abbandono di Waters). Per quanto riguarda la storia del gruppo, supportata da video d'epoca interessanti (ovviamente già noti ai fan, i più scontati quelli da PINK FLOYD LIVE AT POMPEII), Yentob sa bene come sia già stato detto tutto, per cui le domande sono giusto quelle inevitabili: “Ricordi quando entrasti nel gruppo?”, “Come eravate organizzati?” e poco altro. Al centro resta Gilmour, che racconta del periodo pre-Floyd mentre scorrono qualche bella foto inedita e filmati di lui da ragazzino. C'è anche l'inattesa rivelazione di una chicca: nel 1967 cantò (non accreditato) in due brani ("Do You Want To Marry Me" e "I Must Tell You Why") scritti da Michel Magne per il film IO, L'AMORE, con Brigitte Bardot. Per quanto molto differenti da quanto David farà in seguito, sono due ottime canzoni valorizzate dalla sua inconfondibile, meravigliosa voce. Entrare nel sancta santorum del chitarrista conoscendo finalmente anche sua moglie Polly Samson, intervistata sempre da Yentob e fonte di curiosi aneddoti sulla vita privata di Gilmour, è uno dei valori aggiunti di un documentario che potrà soddisfare anche gli appassionati pur non contenendo nulla di così imprevedibile. Irrita un po' quando i brani vengono regolarmente interrotti dopo pochi secondi per lasciare spazio alle parole, ma - come immaginabile - la natura del documentario non privilegia la musica. Vengono sondati a fondo i gusti musicali di Gilmour (Pete Seger, Bob Dylan, “Rock Around The Clock”) e i suoi sentimenti, che rivelano un animo semplice e sincero illuminato da un sorriso specchio di una disponibilità non comune. Piuttosto compassata la regia di Kieran Evans, che fatica un po' a tenere desta l'attenzione, ma nel complesso un lavoro corretto e, per chi non conosce troppo del privato dell'artista, utile a renderne pubblico il carattere. Qualche domanda su Syd, meno su Waters, una ricostruzione interessante del processo creativo dietro le recenti composizioni con una mini-intervista anche all'amico (nonché chitarrista) Phil Manzanera. La grande pace che si respira negli ambienti verdi dei parchi si ritrova nell'animo mite di chi dalla vita sembra aver avuto esattamente quel che voleva. Spazio anche per il ricordo dello scomparso Wright attraverso il brano “A Boat Lies Waiting” (con riprese di Crosby e Nash in studio a cantare i cori) e per qualche fugace sprazzo di esibizione live recente. Chiusura con la moglie e i figli a cantare “Hey Jude” all'aperto attorno al fuoco (i Beatles erano il gruppo i cui pezzi David suonava ai primi concerti da ragazzo, ascoltandoli nei negozi e riproponendoli dal vivo).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/05/18 DAL DAVINOTTI
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B. Legnani 7/08/18 00:01 - 5532 commenti

I gusti di B. Legnani

Non privo di interesse, ma penalizzato da un ritmo troppo lento, il che è quasi un paradosso, visto che è dedicato a un musicista… Spiccano gli aspetti personali, come le narrazioni dei rapporti, spesso complicati, con i genitori e le relative dichiarazioni, talora un po’ sorprendenti, di Gilmour. Interessanti le narrazioni degli inizi (la cover dei Beatles, eseguita la sera stessa dell’uscita del nuovo disco, ascoltato due volte, con parole e arrangiamenti quanto meno discutibili!). Nella traduzione in italiano, incredibilmente, la città della Croazia resta Pula e non diventa Pola!
MEMORABILE: Da ricordare, ma in negativo. La moglie dice che Gilmour “si esprime con la musica”. Sai che sorpresa…

Galbo 28/02/19 18:06 - 12392 commenti

I gusti di Galbo

David Gilmour si "confessa" ad un giornalista della BBC parlando dei suoi esordi e del suo rapporto con la musica. Si ascoltano aneddoti interessanti poco noti sulla formazione del musicista. Interessante la parte dedicata al mitico studio di registrazione galleggiante sul Tamigi abituale luogo di lavoro di Gilmour. Non male, anche se si vorrebbe ascoltare più musica.

Modo 28/08/20 01:31 - 949 commenti

I gusti di Modo

Documentario che racconta il mondo musicale e familiare del celebre chitarrista dei Pink Floyd. Intervistato da un giornalista della BBC Gilmour ci guida dagli esordi nelle varie band liceali fino agli ultimi concerti recenti. Non mancano naturalmente aneddoti sui vari componenti del mitico gruppo inglese. Molta importanza viene dedicata alla moglie e al rapporto non idilliaco con i genitori, specialmente il padre. Il risultato è discreto ma sarebbe stato sicuramente migliore se si fosse dato un po' più di spazio alla musica e non solo pochi secondi per brano.

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  • Curiosità Zender • 21/05/18 08:26
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Come scrive Marcel M. J. Davinotti jr. nella sua recensione, nella colonna sonora di "Io, l'amore" (A coeur joie, 1967) sono contenuti due brani scritti da Michel Magne ("Do You Want To Marry Me" e "I Must Tell You Why") che David Gilmour, non accreditato, cantò prima di unirsi ai Pink Floyd l'anno successivo (venne chiamato dagli autori e si limitò, per l'appunto, a cantarli). L'ha svelato lo stesso chitarrista durante l'intervista rilasciata in Wider Horizons.

    Ecco qui i due brani, per chi li volesse ascoltare.
  • Discussione Didda23 • 8/08/18 10:31
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Legnani ebbe a commentare:

    "Nella traduzione in italiano, incredibilmente, la città della Croazia resta Pula e non diventa Pola! "

    Per esempio io dico di essere stato a Rab e non ad Arbe. Dico Krk e non Veglia. Non ho mai sentito dire a nessuno sono stato a Pago...
    Non mi sembra cosi incredibile...
  • Discussione B. Legnani • 8/08/18 21:39
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Legnani ebbe a commentare:

    "Nella traduzione in italiano, incredibilmente, la città della Croazia resta Pula e non diventa Pola! "

    Per esempio io dico di essere stato a Rab e non ad Arbe. Dico Krk e non Veglia. Non ho mai sentito dire a nessuno sono stato a Pago...
    Non mi sembra cosi incredibile...


    Non ho mai sentito nessuno dire "Pula", neppure gli italiani che erano favorevoli al passaggio di Trieste sotto Tito. Non pretendo certo che si dica Ragusa al posto di Dubrovnik. Sono cose diverse.
    Scrivere "Pula, Croazia" è come scrivere "Paris, Francia", con l'aggravante che a Pola vige il bilinguismo, nei fatti e sulla cartellonistica, che talora (cosa che mi ha sorpreso) vede prima il nome in italiano e poi in croato.