Sembrava di ritornare ai tristi e truffaldini fasti dei
Lucio Fulci presenta (
Un gatto nel cervello docet) o ai cialtroneschi "shark movie" prodotti dalla Nu Image (quelli di Danny Lerner), che insertavano intere sequenze di altri film
Essì, perchè Massimo Paolucci (figlio del produttore Gianni, compagno di merende delle ultime produzioni matteiane sotto l'ala produttiva della
Perla nera) ti infila , nel prologo, ben 14 minuti di
Snuff Killer (i titoli di testa con l'agghiacciante canzonetta francese), togliendo i titoli di testa originari e mettendoci quelli ex novo (realizzati con una titolatrice a risparmio), per poi riproporli in un'altro flashback quando la locandiera racconta le esperienze di Finney, il fotografo necrofilo (con aggiunta, sempre insertata da un'altro film, un oscuro viet movie italiano, che secondo le mie striminzite ricerche , cliccando sul nome di Massimo Paolucci su IMDB, dovrebbe trattarsi di
My lai Four, un'altro prodotto della stirpe paolucciana e unico viet-movie nel loro carnet)
Già che detesto profondamente gli inserti di altri film (con eccezione di
Un gatto nel cervello, perchè all'epoca non sospetta credevo fosse tutta carnassa del sacco fulciano e che già mi avevano svaccato un pò
Mangiati vivi, che comunque amo, nel bene e nel male), ma basta questa trovata cialtronesca (e francamente inutile, visto che Paolucci non gira affatto malaccio e poteva tranquillamente creare qualcosa di suo senza scippare intere sequenze di film della sua produzione, nonchè senza alcun senso compiuto, visto che ci azzecca come i cavoli a merende-passino i pochi secondi di
My lai Four-ma ben 14 minuti di
Snuff Killer (dove l'immagine si fà pure pessima che nemmeno un riversameto vhs) sembrano buttati lì senza capo nè coda, quando potevano bastare una manciata di secondi. Insomma un patchwork che rischiava di diventare indigesto.
Nei restanti 62 minuti Paolucci fà il suo film, e lo realizza con un certo professionismo, con quattro giovani sconosciuti attori che se la cavano abbastanza, le location calabresi, pochi mezzi ma con un discreto ingegno
Balza subito all'occhio che Paolucci gira meglio dell'ultimo Mattei e pure dell'Argento di
Dracula 3d (dove il buon Paolucci ci ha messo lo zampino produttivo), e questo è un punteggio a suo favore.
Ma mentre si assiste a una tarantella calabra alla festa del paese, il film muta in una specie di guida turistica sulle bellezze di Gerace, per poi diventare un sottotipo di "poveristico"
Panarea (c'è pure il ciccione sfigato che fa il simpatico)
Merito dei quattro giovani (e della regia non disprezzabile di Paolucci) se non si usa il tasto FF o si comincia a smadonnare
Poi arriva la parte horror (di mediocre impatto), tra spettri ghignanti baviani (il sorriso maligno della bambina, quello satanico della locandiera-degna di nota Veronica Perrone, volto terrifico di smorfie di terrore), fotografie necrofore alla
Il messaggero, macabre pantomime (la bimba sul letto di morte, la bimba che spalanca la bocca, la locandiera che vigila con sberleffo maligno), gole squarciate (con la chiazza di sangue che imbratta lo schermo nero, bizzarro effetto tipo certi titoli di testa pop del nostro cinema thrilling) , morsi nel collo fatto a brani da bambine cannibali in stile
Notte dei morti viventi, cappi strangolatori, nenie incubotiche.
Un ex convento spoglio come location, scorci da cartolina del paesello calabrese, un'intelaiatura che ricorda il lenziano
La casa delle anime erranti, effetti (poco) gore di Giuseppe Ferranti, fotografia tipicamente ottantiana di Nino Tonnarini, che vira sui cromatismi suspiriani nel giaciglio dei quattro giovani, e musica riciclata.
Tirate le somme non è nemmeno tutto da buttare, con un occhio agli horror americani slasheriani e aggiunta di ghost story, ma peccato mortale per gli inserti lunghi e deprecabili di
Snuff Killer (che se non fosse per i titoli iniziali stampati ex novo si pensa di avere sbagliato film) che ne limita di parecchio il giudizio complessivo.
Con un pò più di accortezza e meno gaglioffaggine di rubare intere sequenze girate da altri a destra e a manca (mica tutti scemi gli spettatori) poteva uscirne qualcosa di apprezzabile (visto che Paolucci un certo gusto per il genere ce l'ha)
Tanatomorfico, con riserve.
Mentre i ragazzi bighellonano per le vie e le piazzette di Gerace, il manifesto di una mostra indica "Gambero Rosso 2013", sui titoli di coda il copyright è datato 2014, il film venne distribuito in dvd nel 2017.