Abbandonati i tentativi di proporre qualcosa di diverso che avevano penalizzato IL MIO WEST e IL PRINCIPE E IL PIRATA, Leonardo Pieraccioni torna a raccontare quello che gli riesce meglio: la storia d'amore venata di umorismo semplice e di buoni sentimenti. Scelte come partner la splendida attrice colombiana Angie Cepeda e come spalla la Sconsolata del varietà tv “Zelig”, affida a due attori consumati come Rocco Papaleo e Alessandro Haber il compito di svariare sul tema del “single”, pretesto per imbastire un soggetto stantio che senza il gusto...Leggi tutto particolare di Pieraccioni non avrebbe alcun senso riproporre. Il problema principale è dato dalla sensazione di poter anticipare quasi tutte le battute: sono pochi i casi in cui ci si diverte davvero e spesso è merito - piuttosto imprevedibilmente, data la scarsa incisività del personaggio in TV - della sicula Anna Maria Barbera (Sconsolata), genuina e simpatica nei suoi strafalcioni linguistici; però l'ambientazione (siamo sull'isola di Ischia) regala una solarità e una giovialità al film che lo rendono complessivamente godibile. Tanto è vero che le parti a Firenze, con Haber e Papaleo, sono quelle meno riuscite (nonostante l'indubbia bravura dei due). La Cepeda, col suo italiano zoppicante ma deciso, è spontanea al punto giusto e con lei Pieraccioni ritrova l'intesa che aveva decretato il successo di film come IL CICLONE. La qualità della sceneggiatura è comunque inferiore e si sente, lo spirito non è più quello di un tempo e gli ammiccamenti “in macchina” sono scivoloni in un metacinema che a Pieraccioni decisamente non appartiene. Comunque sia il pubblico ha apprezzato trasformando IL PARADISO ALL’IMPROVVISO nel successo di Natale 2008: rivalutato.
Sicuramente Sconsolata è una brava caratterista che svolge bene il suo ruolo di personaggio secondario. Una cosa molto carina poi sono le scene ambientate nella sala degli scacchi, girate in modo un po' particolare, quasi poetico. I personaggi scommettitori-dipendenti sono ben riusciti e validi. Irrita la solita storiella d'amore con la bella del momento e soprattutto Pieraccioni che parla con gli spettatori.
Pieraccioni tenta di evolversi e prova a fare un film cattivo. Purtroppo la vena cinica non è proprio nelle sue corde e alla fine risulta ancora più buonista del solito. Da gran volpone che è ci infila dentro anche la Barbera fresca di successo di Zelig, e il solito contorno di bellezze femminili. Per tornare al successo non ha fatto altro che fare un passo indietro rispetto alla sua vecchia formula, riverniciandola con una dose di finto cinismo. Il pubblico c'è cascato ed è accorso a vederlo. Ancora più bionico del film precedente. Si diverta chi può.
Pieraccioni condisce la solita minestra con una spruzzata di Sconsolata (brava a patto che non esageri) e la solita bellona cui rivolgere le sue romantiche attenzioni. Poche novità quindi ma non è dei suoi film peggiori, forse per la solarità delle location scelte. Battute nella media. Bi-palla.
Non fosse che Pieraccioni dopo l'exploit de I laureati e Il ciclone non ha mai fatto un film degno di tale nome sarei rimasto deluso, ma... Qui ad imbruttire la storia c'ha piazzato pure la Sconsolata, che mi pare come la versione 20 anni dopo di Frassica al femminile (opinione personale), il solito, bravo, Papaleo ed Haber, sotto tono, nonchè la passera di turno. Il bello dei film di Pieraccioni è proprio scoprire chi farà la sbavante di turno. Si può vedere, ma rimanerne delusi pure, anche se eccettuati i sopracitati non è il suo film peggiore!
Commedia romantica senza infamia che non si discosta dal filone a cui ci ha abituati Pieraccioni. Qualche buona battuta specialmente dal duo Haber/Papaleo, mentre il resto dei commedianti è di basso livello. La trama è al limite della sufficienza, ma scorre senza patemi, condita da parentesi di qualità come la voce di Modugno. Classico film per famiglie, almeno poco volgare.
Ribadisco: le commedie di Pieraccioni, nonostante non siano certamente dei capolavori, si fanno vedere piacevolmente. Bella la spagnola Cepeda, molto divertente la Barbera, simpatico Haber e a far da tappezzeria il biondo (tinto per esigenze di copione) Papaleo. Di luoghi comuni ve ne sono, ma alla fin fine (soprattutto grazie alla Barbera) il film a tratti fa ridere. Si lascia vedere!
"Amaranta, me llamo Amaranta"... ecco la poesia, quasi lirica, del film di Pieraccioni, che devo ammettere ho bistrattato a priori per poi ricredermi ogni volta che vedevo le sue pellicole. Qui la splendida Cepeda vale già la spesa del biglietto o del tempo perduto davanti allo schermo. A ciò si aggiunga una storia d'amore semplice e funzionale, romantica quanto basta, più i consueti attori di contorno strepitosi (il mio mito Haber su tutti) e risulta servito un piccolo cult da feste natalizie!
Altra pieraccionata di pura routine che annaspa nei soliti abusatissimi schemi ormai difficili da digerire. Il registattore toscano è più sfasato e sguaiato del solito e si prende pure la confidenza di guardare in macchina e parlare allo spettatore. Se poi anche l'amata di turno (tale Angie Cepeda) proprio così bella non è c'è pochissimo da salvare. Haber e Papaleo non sono mai stati così fuori parte e Sconsolata sembra più adatta a lavare le scale che a recitare. Cameo hitchcockiano di 2 secondi per Ceccherini. Zero risate: la visione è solo tempo sprecato.
Qualche anno dopo il grande successo de Il ciclone l'artista toscano realizza questa pellicola in cui le interpreti femminili ruotano intorno alla sua simpatica goffaggine. Meno intenso del lavoro precedente ma più portato all'indagine sull'innamoramento, quindi, nonostante la leggerezza della trama, più introspettivo.
Poco riuscita questa pieraccionata, cucinata con i soliti ingredienti: il maturo Peter Pan, la cricca di amici, l'amica bruttina ma divertente, la bellezza esotica, un po' di colore locale. Ma qui, il Peter Pan è greve e senza slanci, la cricca di amici sta in sordina, l'amica è bruttina sì, ma poco divertente, la bellezza esotica è legnosa, il colore locale è quello di Ischia, che consente stanche e volgari gag: Pieraccioni che tenta di cantare in napoletano, o si mostra nudo alle terme, con grave scandalo delle signore... Allegria forzata nel finale appiccicato con lo sputo. Tra i peggiori.
MEMORABILE: La tremenda "notte da single" organizzata da Haber: veramente una cosa da far desiderare a chiunque di correre dritto all'altare!
Uno di quei film fatti apposta per un consumo rapido e un'altrettanto rapida archiviazione. Pieraccioni declina per l'ennesima volta il tema del colpo di fulmine con una bella straniera e la storia d'amore è quel che è: la solita. A riscattare il film intervengono dei divertenti personaggi di contorno, come i due scommettitori incalliti e la Sconsolata impegnata in un'improbabile love story. In definitiva non è un brutto film, ma è mediocre, italicamente mediocre.
Forse il peggior film di Pieraccioni, pure se di livello superiore ad altre commedie italiane. Purtroppo la storia sembra la stessa di Fuochi d'artificio e il cast di comprimari non è azzeccato come in altre occasioni, le scommesse di Haber e Papaleo sembrano fuori luogo e tutta la storia d'amore sa di già visto. Eppure è il film che ha riportato l'attore regista ad avere incassi straordinari. L'ho trovato sfilacciato e banale e anche la presenza della Barbera è solo una scelta commerciale. Qualche scena si salva, ma è mediocre.
Solito Pieraccioni, con le solite battute, la solita compagnia di giro e la solita storia d'amore. Completamente incapace di scrivere una commedia che non abbia al centro dell'attenzione la solita belloccia (era successo solo con I laureati) di cui alla fine si innamora, Pieraccioni si affida ai suoi stereotipi riproponendo gag, battute e soprattutto personaggi che ormai non strappano più nemmeno il sorriso: Haber sempre in cerca di una identità e Papaleo alle prese con i suoi "capelli" e i suoi bassi istinti. Salta 1 giro Hendel.
Brutto (*½). Funziona davvero poco. Non particolarmente significativa la protagonista, ma tutto il cast o non funziona o è costretto alla macchietta deteriore, a partire dai collaboratori del protagonista, la Barbera compresa, prestata dalla tv: è triste pensare che questo passaggio sia stato uno dei motivi del successo, francamente inspiegabile, peraltro, della pellicola. Manca la trama, manca il ritmo, mancano le battute, manca l'interesse.
E' vero che Pieraccioni tende a ripetere sè stesso da parecchi anni, ma nella ripetizione questo è decisamente uno dei suoi film meno riusciti. Sceneggiatura parecchio "stiracchiata", personaggi che non funzionano ed attori poco calzanti, a partire da un'Anna Maria Barbera, simpatica in televisione ma francamente improponibile al cinema. Insopportabili Haber e Papaleo. Rimane la simpatia innata del protagonista ma è un pò troppo poco.
Solita commedia di Leonardo Pieraccioni che si mantiene nel consueto registro in un mix di comicità con storia d'amore annessa. I momenti più gustosi li abbiamo grazie ad Anna Maria Barbera, Rocco Papaleo e Alessandro Haber, per il resto si arriva alla sufficienza stiracchiata.
Il cliché pieraccioniano ormai consolidato arriva al suo sesto capitolo. Questa volta, oltre ad utilizzare la solita chica spagnola che si innamorerà di lui, Pieraccioni attinge furbescamente dalla tv portandosi nel cast la Barbera, all'epoca autentica rivelazione comica dello Zelig. Film che entusiasma poco, come gli attori di contorno (spenti e poco credibili). Forse è la sola Sconsy a salvarsi, perché semplicemente interpreta il suo personaggio. Dimenticabile; uno dei peggiori lavori di Leonardo.
Dopo i primi tre film in tre anni (che rimangono i suoi migliori), Pieraccioni finora ne ha sfornati altri dieci seguendo la regola di farne uno a ogni anno dispari, con poca differenza tra l’uno e l’altro in termini di stile e di (bassa) qualità. Qui le componenti positive non sono certo dovute a lui (che anzi banalizza i momenti comici), ma piuttosto a una pimpante Anna Maria Barbera e al suo siciliano maccheronico, a una luminosa Angie Cepeda che sa sedurre e rallegrare e ai bravi attori nelle parti minori (come Haber e Papaleo).
Nel corso degli anni ho constatato che il cinema di Pieraccioni non riesce a uscire dal solito schema che ha funzionato all'inizio ma che alla lunga lo ha portato e ripetersi in peggio. Questo film ne è l'ennesima conferma e sembra la solita copia sbiadita dei precedenti che poco o nulla hanno da aggiungere alla commedia italiana. Nemmeno Anna Maria Barbera riesce a far ridere e questo la dice tutta sulla riuscita di un film che si può guardare solo per la bellezza di Angie Cepeda.
Si rischia di confonderli tra loro i film di Pieraccioni, tanto sono simili uno all'altro. Il tema è sempre il medesimo, declinato con sfumature diverse, la differenza spesso sta solo nell'efficacia delle battute e nell'avvenenza della belloccia di turno. Stavolta non siamo di fronte a una delle versioni più riuscite, con le figure di contorno dei soliti Haber e Papaleo in ruoli forzati e l'aggiunta poco pertinente di "Sconsolata". Per fortuna la simpatia di Pieraccioni è sempre una garanzia.
Credo sia uno dei peggiori film di Pieraccioni. Noioso e scontato sin dal principio, il film si contraddistingue per una sceneggiatura carente, aggrappandosi alla sola simpatia del protagonista. Da dimenticare la prova di Anna Maria Barbera, e, mi spiace dirlo, ma nemmeno Haber e Papaleo funzionano. Si sente la mancanza di un simpatico caratterista come Ceccherini. Evitabile.
Classica commedia romantica di Pieraccioni senza troppe pretese che ricalca l'ormai noto schema dei suoi film. Seppure l'ambientazione ischitana sia scenografica e convincente, per il resto il film non si eleva dalla mediocrità: ritmo lento, trama raffazzonata e battute quasi inesistenti. Anche la Barbera, godibile a Zelig, in un film diventa alla lunga decisamente noiosa, mentre la fiamma di turno (Angie Cepeda) non convince del tutto. Mezzo voto in più solo per gli scommettitori Papaleo e Haber.
Solita storiella ultra-convenzionale di Pieraccioni con ennesima bellona di turno che il "toscanaccio" seduce con un battito di ciglia (sic!). Stavolta l'errore imperdonabile, oltre alla risibile sceneggiatura, è quello di mandare a briglia sciolta la cabarettista di "Zelig" Barbera (imposizione della Medusa-Mediaset?) per lasciare soltanto sullo sfondo i ben più interessanti Papaleo e Haber, quest'ultimo invero gigione come al solito ma a momenti comunque deflagrante. Tuttavia si ride pochissimo. Tediosa musichetta di sottofondo.
MEMORABILE: Il "rifornimento" di Haber al Night; Il cameo di Ceccherini.
Ennesima declinazione dell'amore idealizzato e portato sullo schermo da Pieraccioni, che cerca di fare il suo meglio ma si appoggia a una sceneggiatura poco ispirata, quasi un pretesto per mettere il regista toscano ancora una volta sulle tracce di una bella ragazza. Alla fine il buon Leonardo se la cava meglio di tutti, ma i comprimari (dalla Barbera al duo Habere e Papaleo) hanno personaggi troppo stereotipati e ridondanti, che stancano a metà film.
Una sceneggiatura particolarmente debole, specialmente nella prima parte, demoralizza quel che c'è di buono: la solarità di fotografia e ambientazioni, l'ottima interpretazione di Haber, il curioso look di Papaleo, la svolta inaspettata verso metà film. Poco spontanea l'interpretazione di Pieraccioni, meglio la coprotagonista Cepeda, che segue con disinvoltura lo stile latineggiante dei precedenti e successivi sogni amorosi pieraccioneschi. Fallimentare il lato umoristico, in gran parte affidato a una Barbera che ricicla i suoi già comicamente discutibili personaggi televisivi.
Il solito film "pieraccioniano" non è un male, anzi, basta sapere a ciò cui si va incontro. Nulla di nuovo sotto il sole, con il nostro che si ritaglia il ruolo a fianco della bella di turno, ma il pregio è dato dal buon cast: spassoso Papaleo, malinconico Haber. La prima parte è molto più briosa e spumeggiante della seconda e il toscano resta uno dei migliori autori, qui da noi. Simpatico anche il flashback con le varie scommesse tra avi. Non certo una storia nuova, ma almeno ben interpretata.
MEMORABILE: "Scusate se mi intrometto, non voglio farmi i cazzi di nessuno ma c'è un topone nella caciotta che pare una Giovane Marmotta" (a tempo di musica).
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CuriositàRaremirko • 25/10/13 00:27 Call center Davinotti - 3862 interventi
Cameo di Massimo Ceccherini. Lo si vede passeggiare due secondi, ma due secondi di numero, con una ragazza, poi si torna a Pieraccioni, che è nella macchina alle loro spalle con Haber. Grazie a Paulaster per il fotogramma.