Dopo il convincente Il mestiere delle armi, Ermanno Olmi abbandona i teatri di guerra, per volgere lo sguardo verso oriente, realizzando un bel film di impianto decisamente favolistico ed esteticamente molto raffinato. Cantando dietro ai paraventi è una storia al femminile (nonostante la presenza del bravo ed inedito Bud Spencer) realizzata con grande sensibilità e con immagini dal grande potere evocativo. Un gioco di scatole cinesi che conduce secondo il regista ad un messaggio di pace trasmesso ai posteri.
La capacità di imporre ad ogni sua opera un personalissimo punto di vista di Olmi, mai banale, fanno di questo film un prodotto molto originale. Bud Spencer vecchio saggio convince per dedizione e bravura cristallina senza orpelli, di nessun genere. La Cina vista dall'Europa non è poi cosi diversa da quella reale.
La storia vera della piratessa Ching, mediata da Borges, raccontata in un film mediato da uno spettacolo teatrale. In questa cornice da teatro epico (Bud Spencer narratore dovrebbe essere portoghese ma parla un mix tra spagnolo romano e veneto) Olmi interpreta la vicenda come una parabola para-evangelica sul perdono degli "onesti fuorilegge": non ci si aspetti quindi avventura piratesca, ma pillole di saggezza immerse in un mare di puro esibizionismo formale. Immagini curatissime decorano infatti una sceneggiatura inconsistente. Presuntuoso.
Apologo sulla pace da parte di Olmi, che sceglie per l'occasione di girare un film sui pirati ma senza scontri di lama e abbordaggi, preferendo immagini poetiche magnificate da un'ottima fotografia. La narrazione particolare a doppio filo è un punto di forza, ma la lentezza a tratti può essere davvero un ostacolo alla visione. Bella l'interpretazione di Spencer, che chiude la carriera dimostrando di essere attore eclettico e versatile. Nel complesso, buono.
Da un breve racconto di Borges (che fornisce solo lo spunto) una parabola favolistica tipicamente olmiana sul desiderio e bisogno di pace. All'inizio ci si deve abituare ad una storia che si snoda attraverso una finzione dentro la finzione, poi il narrato si lascia seguire bene e senza troppi problemi. Gli spunti ed i temi trattati sono interessanti ma andavano sviluppati meglio. La forma è scintillante ma alla fine resta proprio l'impressione di aver assistito ad un bell'esercizio di stile, con qualche momento certamente riuscito e suggestivo, ma privo di quello spessore che vorrebbe avere.
MEMORABILE: Gli aquiloni coi messaggi.
Ermanno Olmi HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneRaremirko • 28/12/21 21:44 Call center Davinotti - 3862 interventi
Un Olmi al solito molto in forma dal punto di vista visivo, con immagini e sequenze curatissime (che, talvolta, mi han portato alla mente la notevole serie videoludica di Assassin's creed), l'originalità di script data dal tema della pirateria (qui accoppiata all'Asia!), il tutto impastato assieme con un messaggio antiguerrafondaio e pacifista che male non fa.
Bene Spencer in un ruolo bonario ed insolito (ed anche i pirati stessi non ci fanno una bruttissima figura); film buono, docile, fine.