Tutta la verità - Film (1958)

Un produttore cinematografico intraprende una relazione extraconiugale con un’attrice. Quando il di lei marito viene a sapere della tresca, uccide la donna facendo ricadere la colpa sull'amante. Dimenticato giallo che si lascia apprezzare per la buona regia dell’esperto Guillermin, capace di generare una significativa tensione, con un ritmo che rimane costante, calando sporadicamente nella parte centrale. Cast di tutto rispetto, con un Sanders particolarmente bravo come psicotico calcolatore, una seducente Canale e un sempre composto Granger.

Giallo apprezzabile sul piano del ritmo e della tensione e che, nella prima parte, risulta anche abbastanza intrigante e spiazzante a livello narrativo; poi, una volta scoperte le carte, è difficile nutrire dubbi su quello che sarà l'epilogo. Considerata la posta in palio, ha il sapore del cinema d'altri tempi l'aplomb tipicamente britannico (anche se saremmo in Francia) con cui si fronteggiano i bravi Granger e Sanders; la Reed è la solita moglie comprensiva anche nelle avversità, mentre la Canale è seducente ma stereotipata al massimo.

Un buon giallo classico, condotto con eleganza come sottolineano anche le musiche quasi da commedia dell'epoca. Il confronto Granger-Sanders funziona molto bene ed è portato avanti con altrettanta raffinatezza, visti anche i modi pacati della recitazione dei due, con la sceneggiatura che sa riservare qualche sorpresa soprattutto nel disegno psicologico dei personaggi. Ottimo anche l'apporto della Reed, un ruolo femminile per nulla marginale ma anzi forte e anche intraprendente. Buono.