Il sacrificio del cervo sacro - Film (2017)

Il sacrificio del cervo sacro
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Continua a volare alto, il greco Lanthimos, ma stavolta venendo a patti con un'accessabilità che finalmente riesce a dare forma concreta al suo stile, una direzione precisa alle sue visioni astratte. E il film coinvolge, ci sprofonda nel dramma, ha i tempi lenti inconfondibili del regista ma presenta una situazione ai confini del credibile, e se non del credibile del possibile. All'interno di un universo distorto e non perfettamente sovrapponibile al nostro, certo, ma almeno dotato di una propria logica intelligibile. Steven Murphy (Farrell) è un medico che stringe amicizia con Martin (Keoghan), figlio di un suo paziente morto sotto i ferri: un rapporto sincero e inizialmente normale. Quando però...Leggi tutto uno dei figli del dottore sente di aver perso le gambe e, nonostante analisi del tutto positive, non riesce più a reggersi in piedi, la spiegazione la fornisce con sconcertante naturalezza proprio Martin, al bar: la moglie (Kidman) e i due figli di Steven soffriranno di una malattia incurabile destinata a portarli in breve alla morte. Per evitarlo il medico dovrà uccidere uno di loro pareggiando in tal modo l'uccisione del padre del ragazzo. Astruso? Naturalmente, e difatti come volete che reagisca Steven? Con una metaforica alzata di spalle; nel momento in cui tuttavia le cose prendono esattamente la piega profetizzata dal ragazzo non è facile ignorare anche la più strampalata delle ipotesi; soprattutto dopo che pure la figlioletta accusa una crisi simile a quella del fratello. Un'idea tutto sommato semplice che però, accompagnata da una regia abile nel far crescere la tensione fino a livelli parossistici, si trasforma in un film capace di mantenere le riconosciute qualità di Lanthimos mediando con le esigenze di un cinema volto a un intendimento universale maggiore. E difatti la curiosità di sapere come evolverà la minaccia sofisticata di Martin si traduce in interesse, che poi il regista greco amplifica con un un uso al solito molto personale della colonna sonora e personaggi la cui utilità resta piuttosto dubbia. Il sonoro, che talvolta esplode senza motivo andando a coprire i daloghi, contribuisce a inquadrare la singolarità dell'opera, ambiziosa sì ma lasciando uno spiraglio aperto alla comprensione. Il resto lo fanno un ottimo Farrell e una Kidman meno presente ma ugualmente in parte. Efficace la scelta di alcune inquadrature (il primo mancamento del piccolo, ripreso dall'alto), naturale il riaggancio all'ermeticità che aveva già caratterizzato i film precedenti di Lanthimos, immutata la capacità di colpire con film destinati inevitabilmente a rimanere impressi nella memoria di chi guarda. Elegante come sempre, immediato come mai, mirabilmente sintetizzato, sconterà l'inevitabile avversione di chi non accetta l'approccio filosofico di Lanthimos e i suoi tempi diltatati, ma saprà conquistare chi in precedenza aveva riconosciuto solo i germi sterili di uno stile lontano dalla messa a fuoco. La forza qui sta nell'elementarità disarmante dell'assunto, portato avanti con mirabile coerenza fino all'ultima scena o quasi (perché l'epilogo al bar non riesce ad aggiungere quanto forse vorrebbe).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/12/17 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/11/18
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Herrkinski 13/12/17 06:23 - 8052 commenti

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Ispirato al mito greco di Ifigenia e Agamennone (non stupisce, viste le origini del regista), è un dramma che però rimane profondamente horror nel nucleo - nerissimo - tra una rappresentazione ripugnante della borghesia Usa e un'aura di morbosità e occulto che aleggia sul personaggio di Keoghan, quasi fosse un dinoccolato Damien. In originale, prove un po' rigide di un cast interamente non-americano (e qui è forse il loro limite), ma si soprassede a fronte di un'atmosfera opprimente e malata, sottolineata da un raggelante Ost dark-ambient.
MEMORABILE: La Kidman e il "favore" in seguito alla rivelazione del medico; Il finale.

Ildiavolo 19/12/17 23:47 - 10 commenti

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Regia che punta tutto sull'emulazione di Kubrick, sia per l'uso delle luci e delle musiche che per la fotografia e i movimenti di macchina; peccato che la storia sia piuttosto lenta e scarna e che dalla metà in poi il film, invece di migliorare, si inabissi lentamente per culminare in un pessimo finale privo di pathos, suppongo pensato unicamente per scandalizzare i più buonisti: che la storia dopo due ore di pseudogiallo si risolva solo sul piano allegorico-morale francamente mi pare risibile.

Daniela 21/12/17 12:27 - 12606 commenti

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Rispetto alle precedenti opere del regista, questa si presenta con una trama più lineare: una vendetta occhio per occhio, vita per vita. Sono le modalità della sua messa in atto, con le implicazioni relative alla scelta della vittima sacrificale, a suscitare orrore: un cuneo che si insinua fra le crepe di una famiglia "perfetta", mandandola in frantumi destinati a ricomporsi nell'enigmatico finale. Funzionali Farrell e Kidman, mostruoso Keoghan, un ospite meno angelicato rispetto a quello pasoliniano ma altrettanto devastante. Lanthimos si conferma autore di grande originalità e potenza.
MEMORABILE: La metafora sanguinante; Mosca cieca

Cotola 8/01/18 22:58 - 8998 commenti

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L'angoscia ci mette pochi minuti ad impadronirsi dello spettatore che sin dall'inizio prova un senso disturbante di profondo disagio dinanzi alla presenza di Martin. Col passare dei minuti la tensione si fa insostenibile e non scema dopo la devastante rivelazione. Quando il raziocinio lascia spazio al Mito ed al Divino è tempo per tutti di bere l'amaro calice fino all'ultima stilla. E così deve fare anche lo spettatore dinanzi ad una pellicola di inusitata ferocia, durezza e spietatezza che ha pochi precedenti negli ultimi anni. Un perfetto teorema geometrico che consacra Lanthimos.
MEMORABILE: La ferale rivelazione di Martin che fa luce sul suo rapporto con Steven; Il particolare gioco della bottiglia-mosca cieca.

Deepred89 1/03/18 14:56 - 3701 commenti

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Tra tragedia greca modernizzata e intruso-movie d'autore, una bellissima storia di contrappasso e ineluttabilità, lenta a vibrante, dolorosa e avvolgente, esteticamente asettica ma fortunatamente non minimalista (abbondano grandangoli e scenografie studiatissime), abile nell'impiegare in modo non rassicurante due solitamente rassicuranti volti hollywoodiani. Qualche scena di troppo qua e là (a partire da quella finale: inutile postilla ambigua) non smorza l'intensità di un film notevolissimo, perfettamente bilanciato tra forma e contenuto.

Matalo! 1/02/19 13:30 - 1378 commenti

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Citare zoom e stacchi di Shining non sta in piedi se in bocca agli attori fai dire cose terribili e fare cose anche peggio. Storia vacua, svolgimento narcisistico, attori imbarazza(n)ti. Risate: commenti su perdita di ipod, Kidman nude che si allungano sul letto, Farrell che si aggirano sonnambulanti, cinturini di orologi e soprattutto masturbatio. Il personaggio di Keoghan, incredibile, è privo di ogni ambiguità che si vorrebbe attribuirgli.
MEMORABILE: Momento comico: Kidman che masturba in macchina il colega di Farrell.

Capannelle 1/11/18 00:36 - 4394 commenti

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Atmosfere stranianti e guasti sociali che già il regista aveva presentato in Dogtooth si combinano con un gusto dell'inquadratura e del sonoro di stampo kubrickiano. Gira bene il cast, dal tormentato Farrell al luciferino Keonagh. Nella seconda parte non tutto torna e talvolta sembra deragliare quando vuole impressionare a tutti i costi, ma lo stile di ripresa e la direzione degli attori compensano queste debolezze. Ad ogni modo una conferma della personalità di Lanthimos dietro la mdp.

Giùan 17/06/18 09:08 - 4528 commenti

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Lanthimos conferma il proprio talento di artefice di decor crudelmente surrealistici, veicolando il livore anti-borghese del suo cinema attraverso un (h)orrore che procede con implacabile catatonia. L'operazione è condotta con consapevolezza autoriale ineccepibile, accompagnata qui da una chiarezza talmente trasparente (fin dal titolo) nei confronti dello spettatore da risultar oltraggiosa. Il teorema conserva un indubitabile fascino, fermo restando i quesiti sulla sua sterile programmaticità. D'angosciante bravura il quintet attoriale: Keoghan perfetto.

Digital 29/06/18 08:58 - 1257 commenti

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Teoricamente una puntata di Ai confini della realtà diluita all'eccesso, praticamente una mattonata come poche. Da un punto di vista puramente estetico non vi è nulla da eccepire (la fotografia è notevole), ma il presunto colpo di scena lo si intuisce molto in fretta e il ritmo pachidermico produce inevitabilmente tedio. Autoriale sino al midollo, rimane un film non propriamente sgradevole, ma è destinato a farsi dimenticare in fretta. Nota di demerito per i personaggi, per i quali è difficile empatizzare (sono uno più antipatico dell'altro).

Rambo90 4/07/18 23:23 - 7659 commenti

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Così così, con alti e bassi. Sicuramente alta è la regia, avvolgente e che sa enfatizzare l'inquietudine della trama, anche attraverso una colonna sonora straniante e a tratti dirompente. Meno riuscita la sceneggiatura, che dopo una prima parte interessante si arena diventando ripetitiva e prevedibile, fino a sfociare in una parte finale sinceramente deludente e un po' vacua. Ottimo il cast, con Farrell in gran spolvero e il giovane Keoghan perfettamente in parte. Un po' lungo.

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Maxx g 12/07/18 11:40 - 631 commenti

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Presentato come film drammatico, in realtà è un thriller di buona fattura, che ricorda come atmosfere sia Cape Fear (quello di Scorsese) che Shining, quest'ultimo più che altro per le musiche, ossessive e disturbanti al punto giusto. Il film è inquietante anche per le ambientazioni (le stanze dell'ospedale) e per gli sguardi dei protagonisti, carichi di significato. Un film valido e da vedere. Farrell ottimo, Kidman discreta e Barry Keoghan satanico.

Xamini 19/07/18 10:49 - 1244 commenti

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Stilisticamente perfetto, un dramma psicologico che pesca nella tragedia greca, si fa biblico ed è sontuoso nel lavoro di inquadratura, talora kubrickiano. Ha una colonna sonora ma a predominare sono i silenzi e, sopra, le voci scandite ai limiti dell'autismo (quella originale di Farrell disturbante sin dall'inizio). Come in The Lobster, a sottrarsi alla pellicola è lo spazio affettivo, divorato dalla logica quasi parossistica delle relazioni familiari interne, portate all'estremo. Keoghan è il nuovo Norman Bates.

Lou 23/07/18 00:50 - 1119 commenti

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Lanthimos rivisita la tragedia greca portandola tra le mura della famiglia borghese americana per stigmatizzare la fragilità e la disumanità del benessere moderno. Tra thriller e fantasy, un'opera estrema e pretenziosa, costruita su un meccanismo di tensione ansiogena che nella prima parte funziona bene, poi deborda in un crescendo parossistico disturbante che si rivela deludente. Ottime la fotografia e la prova del cast.

Hiphop 23/07/18 09:53 - 63 commenti

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Famiglia di estrazione alto borghese subisce pseudo vendetta da parte di un ragazzino venuto in contatto con il padre anni prima in circostanze drammatiche derivate molto probabilmente dalla dipendenza da alcol. Ritmi non proprio incalzanti ma un buon crescendo di tensione. Poca la violenza mostrata, molta quella sottointesa. Ottima musica, attori discreti, plot improbabile ma finale credibile. Film di seconda scelta.

Myvincent 30/07/18 07:59 - 3721 commenti

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Ispirato alla "Ifigenia in Aulide" di Euripide, il film narra anche qui di un sacrificio che dovrà consumarsi non per il bene della patria, bensì per vendicare la morte di un uomo, avvenuta per l'imperizia di un medico. Senonché la componente simbolica prende troppo la mano nella seconda parte, senza che vengano fornite adeguate spiegazioni. In ambienti e arredi altolocati si contorce dunque il fantasma interpretativo che la nostra razionalità grida, ma invano. Intellettualmente pretenzioso.
MEMORABILE: L'ottima performance di Colin Farrel.

Noncha17 2/08/18 18:02 - 87 commenti

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Metti una famiglia in stile Amityville horror (vedi camera da letto) a combattere contro un male "vivente" e tirane fuori una tragedia greca moderna. Ecco quello che è riuscito a fare il regista che l'anno scorso vinse a Cannes il premio per la miglior sceneggiatura. Una regìa pacata e tagliente allo stesso tempo... proprio come devono essere le mani di chi opera! Alla fine riesce nel suo intento di "colpire a livello viscerale" lo spettatore (come disse Woody Allen in un suo film)? La risposta è sì, complici anche le opprimenti musiche dark/ambient.
MEMORABILE: L'apertura; La parete della camera da letto à la Amityville horror; La "rianimazione"; Il modo di mangiare gli spaghetti; La trottola finale.

Jandileida 24/08/18 14:11 - 1558 commenti

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Non si discosta troppo dai metodi e dalle intenzioni antiborghesi di Doogtooth: ambienti e relazioni asettiche e inquietanti fanno da sfondo a una storia nemmeno troppo velatamente ispirata alla secolare tradizione della tragedia greca. Quello che risulta è una specie di soporifero revenge movie metafisico che ingrana blandamente dopo 45 minuti di visione prima di riperdersi rapidamente in un ammasso simbolico artatamente intelletualistico. Tuttavia, non dispiace la regia macchiata da un po' di Antonioni. Bravi lo spaesato Farrell e l'odioso Keoghan.

Bubobubo 25/08/18 19:41 - 1847 commenti

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Certamente migliore e più centrato di The lobster (che brutto certo non era, ma un po' disomogeneo sì), ma ancora un gradino sotto Kynodontas. Lanthimos ha ormai codificato un suo stile che, pur non facendo mistero delle proprie fonti, è man mano assurto a una sua indiscutibile originalità. Azzeccato, come per la precedente sortita internazionale, il cast, con l'inquietantissimo Barry Keoghan sugli scudi. Glaciale come da scuola, con un finale forse meno pungente del solito.
MEMORABILE: Bob non riesce più a camminare; Martin viene sequestrato dai Murphy.

Schramm 29/11/18 17:43 - 3490 commenti

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La dottrina della deterrenza, la dura lex della compensazione della perdita, la vendetta come semenza di riequilibrio familiare. Cena a Lumet di candela col Sig. Nemesi, cucinata da Haneke e servita da Seidl (che altri non sono poi che l’inasprito prolungarsi di certo Bunuel). Lanthimos osserva dall’altissimo (il sadiano silenzio di dio?) e da lontano (come detective, come cacciatore) i suoi personaggi-martiri pedina di una scacchiera minata e crepata, in una iper-geometrica perorazione filmica che fa del sottrattivo e dell’essenziale (non nei tempi, di certo) il suo sgargiante abito da sera.

Paulaster 5/12/18 09:49 - 4373 commenti

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Chirurgo vedrà i suoi figli ammalarsi come fosse una maledizione. Thriller che ammicca all'horror in cui la componente angosciosa è equilibrata (notevole il primo tempo) nei comportamenti di un buon Farrell. Imperfetto nei grandangoli insistiti, nei suoni oltremodo accentuati e nella fase del rapimento casalingo. Anche la fatidica compensazione dà l’impressione che manchi qualcosa all’insieme. La Kidman dà un grosso apporto nella seconda parte, quando cala la tensione.
MEMORABILE: Il coro; L'approccio della madre del ragazzo a Farrell; La Kidman che "sollazza" in macchina; Gli occhi sanguinanti.

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Didda23 26/12/18 12:07 - 2424 commenti

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Un'opera mai pienamente coinvolgente nonostante un'ottima ost dai vaghi sentori badalamentiani e una regia che offre inquadrature di una certa eleganza e ricercatezza formale. Di deprecabile bruttura e di assoluta inutilità tutte le scene che riguardano la sfera della sessualità (il punto più trash è la Kidman che per ottenere informazioni offre un servizietto). L'atmosfera non si fa mai pienamente angosciosa e drammatica per colpa di un'algidità di fondo che non permette una piena empatia nei confronti dei personaggi. Autoriale senza averne la capacità.
MEMORABILE: La ragazzina che canta "Burn"; Il segreto di Farrell; Girotondo con fucile.

Buiomega71 2/02/19 01:14 - 2899 commenti

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Raggelante e lancinante metafora sulla vendetta. Il fantastico che irrompe nel quotidiano sembra firmato Bradbury/Matheson e la glacialità chirurgica di Lathimos spiazza e sconvolge, con barlumi di straziante "malattia movie" che si mischia aspramente all'horror e al thriller delle famiglie minacciate. Ragazzini che strisciano, vizietti necrofili nei talami matrimoniali, segregati come nei borghesi vendicativi monicelliani, lacrime di sangue fulciane e un sacrificio finale salottiero che colpisce allo stomaco. Cinema di pancia, distruttivo che non fa sconti.
MEMORABILE: L'operazione a cuore aperto che apre il film; Il racconto di Farrell sulla masturbazione al padre; Il morso al braccio; Anna bacia i piedi a Martin.

Hackett 5/02/19 18:50 - 1865 commenti

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Dramma imponente, con il passo lento e inesorabile di una tragedia inevitabile. Questo nuovo film del sorprendente e talentuoso Lanthimos non delude le aspettative inevitabili seguite allo strepitoso (e superiore) The lobster. Nel cast ritroviamo un Farrell compassato, stanco e perfetto nel ruolo di vittima del giovane diabolico e vendicativo co protagonista. Al suo fianco una Kidman altrettanto dimessa e azzeccata per la parte. Sceneggiatura glacialmente intelligente, immagini splendide, finale senza sconti.

Piero68 15/05/19 08:48 - 2955 commenti

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Vanno sempre più di moda questi thriller senza un vero finale e la cui narrazione viene volutamente disseminata di plot-hole per evitare di dare spiegazioni, logicità e omogeneità a un film. Gioco furbo per vincere facile. La tanto declamata retorica (de che però non si sa) usata come un deus ex-machina atta a giustificare qualsiasi bestialità inclusa nel prezzo. Rapporti torbidi e racconti che ammiccano a una sessualità perversa ed estemporanea. Sarà anche qualità "superior" ma preferisco racconti fluidi.
MEMORABILE: Il dottore/Farrell che racconta al figlio come ha masturbato il padre mentre quest'ultimo dormiva! Terrificante!

Ira72 15/05/19 15:53 - 1305 commenti

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Trama agghiacciante, per stomaci forti, che tiene sul filo del rasoio senza concedere tregua psicologica, in un'atmosfera polare. Perfetta la Kidman nell'algida e impenetrabile mammina esemplare, terribilmente inquietante Keoghan, una sorta di bambino mefistofelico e oppressivo che allo sguardo non deve aggiungere granché. Lanthimos si conferma regista di classe, dotato di grande maestria e originalità, in grado di raccontare la stessa storia (la vendetta in questo caso) in modo innovativo.

Taxius 18/07/19 14:22 - 1656 commenti

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Un film incentrato sulla vendetta, una vendetta tremenda che si consuma lentamente e che non ha come bersaglio te ma la tua famiglia e l'unico modo che hai per salvarla è pareggiare i conti, occhio per occhio dente per dente. Tremendamente angosciante, tanto da sconfinare spesso nell'horror e carico di una violenza psicologica che a tratti diventa insostenibile. L'atmosfera asettica da ospedale e le stranezze dei vari protagonisti accentuano ancora di più il senso di disagio nello spettatore. Davvero notevole!

Ultimo 11/08/19 10:09 - 1652 commenti

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Lo strano rapporto tra un medico e un ragazzo orfano di padre è il punto di partenza di un film molto particolare, che parte in maniera innocua e diventa con il passare dei minuti un dramma vero e proprio. Il tema centrale è quello della vendetta e la vicenda può ricordare una certa tragedia greca. Buona la prova di tutto il cast, ma il film ha dei rallentamenti di troppo che lo rendono a tratti piuttosto pesante. Bene Colin Farrell, un po' meno Nicole Kidman. Finale tesissimo da pugno nello stomaco. Promosso, ma nulla più.

Mr.jimvega 31/07/19 17:54 - 2 commenti

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Lanthimos gira con la solita classe e maestria un film estremamente disturbante, che distrugge con il solito cinismo e freddezza la borghesia e tutte le ipocrisie che si porta dietro. L'assunto di partenza è semplice e assurdo, la narrazione procede lenta ma inesorabile verso un finale catartico e amaro come del resto tutto il film, grottesco nel senso migliore del termine e spiazzante in più occasioni (specie in quelle riguardanti il modo in cui la famiglia affronta la "maledizione"), Farrell bravissimo e la Kidman spietata come non mai.
MEMORABILE: Il girotondo di Farrell con il fucile; La Kidman che cerca di salvarsi fregandosene dei figli; I morsi in garage.

Pinhead80 25/09/19 20:50 - 4715 commenti

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Chi conosce da sempre la filmografia di Yorgos Lanthimos non si poteva aspettare un film semplice da digerire. Anche questa volta il regista greco ci immerge in dialoghi e luoghi completamente asettici per gridare a gran voce un dolore lancinante che non riesce a esprimersi se non con la violenza. Bisogna mettersi in fila e aspettare la sentenza consci del fatto che non potrà che arrivare una condanna a morte. La morte delle emozioni, la scelta di una non-vita, la fine dell'illusione che l'innocenza possa salvarci.

Fedeerra 3/12/19 07:47 - 770 commenti

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È abbastanza sinuoso nel tratteggiare l’ambiguità e la morbosità dei personaggi, ma è eccessivamente schematico e freddo nella messinscena (e nella direzione degli attori). Si riscatta con un finale dalla morale distorta e decisamente anticonvenzionale (l’epilogo che non ci si aspetta, praticamente). Kidman sacrificata da una spocchia registica che non lascia però indifferenti. Chissà cosa avrebbe pensato il Dio Kubrick.

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Mickes2 12/04/20 19:08 - 1670 commenti

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Vendetta dall’alto, tragedia greca moderna: una legge del taglione tra le mura domestiche con un Barry Keoghan dipinto come indovinata entità ultraterrena, astratta. Grande Lanthimos nella ricerca di idee e realizzazione: un passo cadenzato, quasi ipnotico, strisciante, straniante nella colonna sonora elettronica-shoogaze. Manca il guizzo, l’aura intrinsecamente autoriale di Dogtooth e Alps. Ad ogni modo - come The lobster - è sempre grasso che cola.

Thedude94 17/04/20 00:37 - 1084 commenti

I gusti di Thedude94

Film penetrante, che riesce a scavare nell'inconscio, che racconta una storia che viaggia sul filo della follia, che tiene in tensione fino alla fine. Lanthimos lo dirige in maniera egregia, con inquadrature che provocano senso di soffocamento e riprese dall'alto che creano quasi un distacco percepibile dalla distanza. Il tutto è colmato dalle splendide interpretazioni di Farrell e della Kidman, che fanno tutto in sottrazione e dal bravo Keoghan, che ha la faccia giusta per il personaggio. Musiche che mettono i brividi.

Lupus73 12/07/20 14:45 - 1483 commenti

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Un chirurgo, la sua famiglia, un ragazzo che chiede "pegno". Opera singolare il cui titolo e significato richiamano la tragedia di Euripide. In un'era in cui dominano razionalità e scienza, riemergono forze ataviche e karmiche che arrivano realmente a minare la salute e l'equilibrio della famigliola felice (il cui padre ha scheletri nell'armadio), reminiscenze di un antico passato ormai apparentemente dimenticato che ancora oggi ribadisce la sacralità di una vita, le responsabilità degli errori (che hanno sempre ripercussioni). Ottima regia ma manca forza a monte della metafora.
MEMORABILE: L'inquietante richiamo alla casa di Amityville nella camera matrimoniale con le "note" finestre a ventaglio.

Maurizio98 20/08/20 01:09 - 30 commenti

I gusti di Maurizio98

Un'esistenza appagante in misura totale, una famiglia perfetta, professione di successo e prestigio, una casa immensa dove si perderanno tutti in un girone infernale, con l'inizio dantesco dell'agghiacciante doppio morso nel salone del biliardo. L'apparenza che non fa i conti con il male e la morte. Simbolico e terribile; una tragedia greca che si specchia nel conformismo dei giorni nostri, nelle categorie di valore e ricchezza distorte e provvisorie. Fragili come la ragazzina che si trascina disperata, con le gambe che non rispondono più. Allucinante e da vedere. Anche se fa male.

Minitina80 6/09/20 11:34 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Alla relativa semplicità dello scritto si contrappone una cifra stilistica ed espressiva ricercata e studiata nei particolari che Lanthimos utilizza per esternare sensazioni - mai confortanti - da ogni singolo personaggio. Ci si muove in un clima negativo e glaciale, scenario di una tragedia che sceglie i binari della metafora e del simbolismo. Di sicuro un’opera che denota l’ambizione di voler creare qualcosa di importante e differente, in parte riuscito e aiutato dalle singole abilità di attori e comparto tecnico.

Gottardi 13/05/21 14:33 - 394 commenti

I gusti di Gottardi

Coppia apparentemente perfetta con figli (lui è chirurgo), vita molto agiata: si insinua ragazzo il cui padre è morto sotto i ferri del chirurgo. Comincia con una sottile inquietudine sottopelle che man mano cresce fino a diventare angoscia quest’opera che, con tecnica molto raffinata e funzionale al racconto, scopre personaggi che perfetti non sono. Più che un film sulla vendetta è un film sulla ineluttabilità della pena e, tragicamente, sull’impossibilità del perdono che la fredda razionalità esclude in toto. Gli attori contribuiscono tutti ad accrescere il tono dell’opera.
MEMORABILE: Gli occhi di Keoghan che nervosamente scavano negli interlocutori.

Enzus79 28/06/22 22:32 - 2863 commenti

I gusti di Enzus79

Il misterioso rapporto con un ragazzo porta sull'orlo della pazzia la famiglia di un chirurgo. Film incisivo, cupo e macabro debitore per certi versi a Stanley Kubrick. La suspense è dosata bene, grazie anche a suoni che definire suggestivi è poco. Finale esplicito. Nicole Kidman brava, Colin Farrell forse in una delle sue migliori interpretazioni. Keoghan superlativo.

Anthonyvm 16/08/22 23:53 - 5612 commenti

I gusti di Anthonyvm

Dopo Dogtooth, Lanthimos torna all'annientamento hanekiano di una famiglia altoborghese, in un mondo in cui l'apatia comunicativa e la freddezza gestuale smantellano il confine fra vivi, morti e morenti, dove anche il crudele contrappasso suggerito dal "mitologico" titolo dell'opera (per quanto legato a un umano e passionale bisogno di vendetta e cripticamente radicato nel sovrannaturale) viene portato avanti con atarassico distacco da ambedue le parti, sotto il segno opprimente dell'ineluttabile (non caso Ricomincio da capo è il film preferito da Martin). Angosciante e sarcastico.
MEMORABILE: L'operazione a cuore aperto; A casa di Martin; Farrell confessa d'aver masturbato il padre; Il morso metaforico; Il sangue dagli occhi; Il sacrificio.

Katullo 28/03/23 18:08 - 325 commenti

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Etichettato "horror" nelle proiezioni televisive, è il classico surreale impregnato di para-anormale dove però la narrazione e il soggetto non aiutano la storia ('sto ragazzino chi è? Cosa vuole? Come fa?) che ostenta il senso unico, priva di sviluppi che non siano quelli proclamati apertamente dal protagonista più giovane. Farrell è un bravo attore, e dietro il barbone può nascondere anche certo imbarazzo; Kidman e il resto del cast non raggiungono però risultati alla Diaz di The box o del, pur scollegato, Non lasciarmi. Tragico, facoltativa la destinazione dell'aggettivo.

Pigro 5/04/23 20:55 - 9623 commenti

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Ancora un Teorema sacro, che qui attinge al mito classico e dilaga nell’immaginario kubrickiano; ancora una famiglia che come in Kynodontas nasconde sotto l’ordine il caos, pronto a esplodere sotto la minaccia dell’annientamento. Il film aderisce allo spettatore come unghie su una lavagna, disturbante: non richiede la comprensione perché la maledizione biblica che si abbatte per volontà di giustizia occhio-per-occhio (non vendetta) è misteriosa e sfugge la morale. Dopo due terzi la sceneggiatura arranca, ma l’inquietudine penetra tutta e stordisce.
MEMORABILE: “È una metafora. Insomma... è simbolico”.

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Gabigol 24/06/23 22:28 - 569 commenti

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Se l'arte è veicolo di emozioni, Lanthimos guadagnerebbe il titolo di araldo dell'inquietudine. Il regista greco ridisegna in chiave moderna il mito di Ifigenia, attraverso un thriller - anche capace di lambire il sovrannaturale - serrato, cupo e tremendamente algido. Rapporti familiari plastici, segreti di necrofilia, masturbazioni di contrabbando: una vita per una vita, in un fatidico processo di espiazione che trascina verso l'irreparabile. A una prima metà perfetta segue un secondo tempo con qualche momento di pausa; ma il pre-finale in salotto è grande cinema. Film notevole.
MEMORABILE: Copula "posizione anestesia"; La rivelazione di Martin; Il segreto del padre; La Kidman costretta al lavoro di mano in macchina; Mosca cieca in sala.

Achab50 1/07/23 10:39 - 73 commenti

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Deudente. Nella prima parte gli attori appaiono legnosi, del tutto non credibili, poi quando si mangia la foglia il film vira sul fantasy; il finale, poi, con quella specie di roulette russa, oltrepassa i confini del grottesco. La Kidman appare fuori luogo. Un film non riuscito con una sceneggiatura tagliata con l'accetta e totalmente priva di sfumature. Il consiglio è passare oltre.

Medicinema 9/07/23 23:17 - 122 commenti

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In piena fase "rising star" cinematografica, Lanthimos co-sceneggia e dirige un'opera austera, dolente, densa di citazioni e significati nascosti (il mito di Ifigenia nel finale), che a primo impatto disturba e poi più lentamente sedimenta, schiudendosi pian piano, mostrando alcuni elementi e passaggi che ricordano Von Trier, anche se in modo leggermente più annacquato. Spiace tuttavia per l'ultima mezz'ora, in cui l'atteso crescendo pecca un po' in fiacchezza. Menzione d'onore per Keoghan, protagonista di un'interpretazione abbagliante, seguito da un'impeccabile Kidman.
MEMORABILE: Il sesso in versione "anestesia generale".

Diamond 5/12/23 12:09 - 134 commenti

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Tra il dramma greco, una riflessione sul senso di colpa e un'altra sul concetto di vendetta, il film (che deve molto all'estetica kubrickiana), è diretto magistralmente e Lanthimos con passo raffinato e ritmo lento ci accompagna in questo viaggio in un universo così simile ma così difforme dal nostro. Eccellente il pre finale in salotto, poco apprezzzabile invece il finale vero e proprio. Cast perfettamente adeguato al caso.
MEMORABILE: La ripresa dall'alto con svenimento; La mosca cieca; L'ultimo dialogo di Bob.
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  • Discussione Deepred89 • 1/12/18 02:10
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Rambo90 ebbe a dire:
    Non mi son posto il problema, perchè ho pensato che l'intenzione del film fosse quella di mantenere tutto su un piano un po' irrazionale e metafisico. Non credo nemmeno che il ragazzo abbia poteri particolari come è stato scritto, ma semplicemente che non sia importante. Accade e basta, in modo inspiegabile, proprio come in parte non riesce a spiegarselo il personaggio di Colin Farrell. Chiaramente è colpa del ragazzo, ma non
    importa credo come faccia.


    Esattamente come mi sono approcciato anch'io.
  • Discussione Poppo • 1/12/18 17:54
    Galoppino - 465 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    però mettendola su un piano biblico (...caspita, anche qui, non ci fosse bastato darren!) diventa improprio parlare di incarnazione del male perché viene un po' più alla mente il sacrificio di isacco (d'altronde in parte richiamato dallo stesso titolo).


    Sì e no. Cioè il sacrificio di Isacco non è la stessa cosa. Qui c'è una sete di vendetta tipica del dio vendicatore e della tradizione biblica; quanto all'incarnazione del male, per me un "dio vendicatore" è incarnazione del male; ma entriamo in territori blasfemi per alcuni, come d'altronde capita per il film di Darren...

    Il ragazzo è inquietante. Tutto il film è inquietante e provoca disagio alla visione; le stesse scene erotiche con la Kidman risultano "spaventose", malate, oscene per certi versi, disturbanti...

    E chiaramente non parlo di esposizione di corpi o azioni sessuali esplicite... Ma non ho voglia di spoilerare...
    Ultima modifica: 1/12/18 17:58 da Poppo
  • Discussione Schramm • 1/12/18 18:16
    Scrivano - 7693 interventi
    difatti concludo anch'io che è più no che si e che potrebbe, non che è. e d'altronde, ch'io ricordi, la bibbia non contempla l'idea di un dio vindice. per cui la lettura biblica è - per quanto del tutto legittima non meno di qualsiasi altra, un'area a rischio, perché svia dalla vendetta. la vendetta è la chiave, la via, la verità, la vita del film (uso parole da invito alla prima comunione, da notare :D) e del ragazzo.

    devo comunque concludere di essere il solo a essersi posto il cavilloso problema, e di aver (mal?)inteso la natura del film, dissociandola da metafore, allegorie, simbolismi, iconografie qualsivoglia. insomma il ragazzo mi è parso assolutamente umano, terrestre, e non l'icona di qualcosa di sovrannaturale o di mitologico. è per questo che è andato da sé domandarmi come sia riuscito nel piano.
    Ultima modifica: 1/12/18 18:18 da Schramm
  • Discussione Poppo • 1/12/18 21:50
    Galoppino - 465 interventi
    No, dai... Quando il ragazzo (che è sì umano per lo spettatore ma simbolo di qualcosa di malefico, ideologicamente malefico) dice in poche parole quel che accadrà conclude rapidamente il suo discorso (pre)veggendo lacrime di sangue dagli occhi delle sue vittime; e, cavolo, qui se non siamo nel simbolico io sono un cervo, anzi una capra! capra! capra!

    cmq devo dire che il regista mi stucca assai...

    ps
    per me è un film horror/thriller :-)
    Ultima modifica: 2/12/18 11:02 da Poppo
  • Discussione Schramm • 2/12/18 15:18
    Scrivano - 7693 interventi
    Poppo ebbe a dire:
    cmq devo dire che il regista mi stucca assai...

    dogtooth mi aveva lasciato con le mani in tasca, ma questo m'è parso un ampio passo avanti. il resto non l'ho visto, ma più che stucchevole devo metterci dentro che non sopporto più le hanekate di riporto che stanno diventando un sottogenere a sé.
    Ultima modifica: 2/12/18 15:19 da Schramm
  • Discussione Jandileida • 8/12/18 09:41
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Ciao,

    io ho pensato soprattutto alle colpe dei padri che ricadono sui figli, in linea con la tragedia greca. Poi mi sono addormentato :)
  • Discussione Buiomega71 • 2/02/19 10:00
    Consigliere - 25892 interventi
    Cinema di pancia, cinema distruttivo, cinema che colpisce come un maglio là, dove fa più male

    Già dalla primissima immagine che invade lo schermo (un'operazione a cuore aperto) si viene invasi (e proiettati) in una dimensione disturbante, che , mano a mano, avvinghia e non molla più la presa, fino a quel finale agghiacciante e lancinante del grottesco e orrorifico (home invasion all'interno, home invasion che si gioca tutto in famiglia) "girotondo ambararabàciccicoccò".

    Con una regia chirurgica raggelante e che sfiora la perfezione kubrickiana, il regista greco parte dall'assunto del fantastico che irrompe tragicamente nel quotidiano (mi sono venuti in mente alcuni racconti di Bradbury e Matheson e parecchie cosuccie del sior Bunuel, soprattutto Il fantasma della libertà e Il fascino discreto della borghesia e anche qualcosa di Birth - Io sono Sean e Stoker), scardinando le sicurezze dall'interno, invadendo la famiglia felice e perfetta (forse anche troppo) con la punizione divina, dettata da un ragazzino con la faccia strana che è la quintessenza dell'angelo vendicatore (ributtante quando mangia gli spaghetti davanti alla Kidman).

    Lanthimos prende il "malattia movie", lo mischia al thriller delle "famiglie minacciate" e al "revenge movie", sfociando nell'horror surreale che non deve dare nessuna spiegazione, perchè il male fa il suo gioco, in una dimensione allucinata e terribilmente in linea parallela con la nostra (come, appunto, in Bunuel) dove la legge del contrapasso e della vendetta trasversale non da scampo e non fa sconti, se non con un sacrificio terrificante, che mette a dura prova le emozioni.

    Ragazzini che strisciano (anche a sangue sulle ginocchia, in mezzo al vialetto) come se fossero i grotteschi freak browninghiani (vedere stè ragazzino e questa ragazza strisciare sul pavimento è stato, per me, sconcertante), lacrime di sangue fulciane (o come nel Messia del diavolo) che paventano l'arrivo della morte, segregati , picchiati e legati nello scantinato come modello al Sordi dei borghesi piccoli piccoli vendicativi monicelliani, addentando a sangue il braccio, la Kidman che bacia i piedi di Martin legato alla sedia, come se fosse una specie di divinità, il racconto di Farrell che masturbò suo padre dormiente, le passioni necrofile di Farrell (sua moglie deve fingere di essere sotto anestesia per i suoi "vizietti" sessuali, una Kidman, poi, che non teme di mostrare le sue nudità), la vogliosa madre di Martin che adora le mani perfette del chirurgo che non riuscì a salvare suo marito, prendendole in bocca il pollice simulando una fellatio. Tutti tasselli di un mosaico perverso e crudele, di questa tragedia greca a tratti insostenibile (il piccolo Bob dai medici non poteva non farmi venire alla mente Regan tra Tac e risonanze, la stanza dei ragazzi trasformata in una saletta ospedaliera, le liti tra la Kidman e Farrell, la laida sequenza del lavoro di mano della Kidman sull'amico anestesista del marito Cosa mi dai in cambio?), nello squallore di un parcheggio, la figlia che implora i genitori di ucciderla, con una devozione che sfiora la follia, Farrell che chiede al preside della scuola quale dei suoi due figli preferisce)

    Alle "uccisioni" in sala operatoria non ci si vendica più con le sette piaghe d'Egitto o rapendo chirurghi per farle assaporare "il miele del diavolo", ma si imbastisce la "giustizia divina" di dei crudeli e silenti, dell'immolazione di chi più amiamo, che tutto fagocita e divora.

    Cinema estremo (ma nel senso più autentico della parola), dolorosissimo, glaciale e ferocissimo, che non da scampo.

    Una diversa rappresentazione della vendetta, subdola, spietata, non poco inquietante, sgradevole che afferra con lentezza, per poi esplodere in tutta la sua furia delirante quasi apocalittica (il finale in coda, tra ralenti e giochi di sguardi, suggella il potere del male in maniera quasi incubotica)

    Il teorema lanthimosiano è tanto freddo e millimetrico, quando sconvolgente e devastante

    E Raffey Cassidy che gorgheggia Burn, appoggiata ad un albero quasi antropomorfo che sembra una sua innaturale estensione, non si scorda più.

    Grande esempio di cinema.

    Martin, apri la porta o la butto giù, e mi scopo te e tua madre proprio come volevi tu!
    Ultima modifica: 2/02/19 15:20 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 2/02/19 10:22
    Consigliere - 25892 interventi
    Ottimo il dvd targato Cecchi Gori/Lucky Red

    Formato: 1.85:1

    Audio: italiano, inglese (5.1)

    Sottotitoli: italiano e italiano per non udenti

    Come extra: intervista a Yorgos Lanthimos (22 min), e agli attori del film (Farrell, Kidman, Keoghan, Cassidy, Suljic) tutte di pochi minuti, solo quella a Farrell dura 19 min.

    Durata effettiva: 1h, 56m e 39s

    Immagine al minuto 00.22.40. La bellissima sequenza poetica in cui Raffey Cassidy (Kim) gorgheggia Burn a Martin (Barry Keoghan) sotto il grande albero.

    Ultima modifica: 2/02/19 10:41 da Zender
  • Discussione Poppo • 2/02/19 23:14
    Galoppino - 465 interventi
    Concordo su molte cose. Non concordo sul fatto che lo si possa elevare a "Grande esempio di cinema."

    In due parole. Se il cinema è arte dovrebbe sempre - e dico SEMPRE - preoccuparsi di tracciare una via oltre che - come appunto accade con i film che provocano disagio (mi viene in mente We Need to Talk About Kevin) - rivoltarci sottosopra durante la visione e, nei casi più riusciti, anche dopo.

    Per me è fondamentale che venga lanciata una problematica e che su questa lo spettatore abbia materiale su cui ragionare. Se, al contrario, il piacere filmico si riduce nel "provare disagio", alla fine della visione io penso che non si tratti di "un grande esempio di cinema" ma dell'ennesima prova referenziale d'autore.
  • Discussione Lollorpool • 30/07/20 06:58
    Disoccupato - 1 interventi
    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

    Tutto il messaggio è pieno di SPOILER perciò non leggete nulla se non avete visto il film

    Sono le 6 di mattina, ho appena finito di vedere questo film secondo me bellissimo, e vi propongo una mia teoria che forse è tirata per i capelli ma che non mi sento di smentire: Kim (la figlia) si innamora di Martin, farebbe qualsiasi cosa per lui. Martin (che è completamente fuori di testa ma anche un genio) escogita il suo piano di vendetta.
    Insieme a Kim fanno qualcosa a Bob Che lo fa smettere di camminare
    La notte prima che Bob si Ammali kim è tornata con Martin e lui aspetta fuori dalla casa senza una ragione apparente.
    Nella notte gli fanno qualcosa che lo porta a non camminare (non so cosa)

    Kim, convinta da Martin finge di avere la stessa malattia di Bob, si butta a terra e smette di mangiare.
    Questo basterebbe a spiegare una marea di incongruenze senza tirare in ballo gli dei:

    PRO della teoria:
    1) Martin frequenta il padre già da sei mesi ma gli predice quello che succederà solo dopo che la figlia si è innamorata di lui e Bob è in ospedale.

    2) La madre non risente della malattia per niente.

    3) Nell'ultimissima scena in cui si incontrano per caso a Kim scappa quasi un sorriso di complicità rivolto a Martin. Nei film non è mai un caso.

    4) Quando Kim riesce miracolosamente ad andare alla finestra è perchè semplicemente Martin le ha detto di farlo, faceva parte del piano per convincere la Madre. Infatti guarda caso succede con la madre presente, non quando i due bambini sono da soli, inoltre, quando la madre le dice "vuoi che vada a prendere un succo?" lei le risponde "no:RESTA QUI) perchè possa assistere alla scena.


    CONTRO della teoria:
    1) La roulette russa finale del padre. Possibile spiegazione: kim era sicura che il sacrificato sarebbe stato il fratellino, come spiega logicamente proprio a Bob. Durante la Roulette russa, con il pericolo effettivo di morire non può confessare perché si ritrova legata ed imbavagliata.

    2) Gli occhi che sanguinano. Possibile Spiegazione: Magari esiste una medicina suggerita proprio da Kim (che vuole fare l'oftalmologa, non dimentichiamocelo) che aggiunta alla soluzione fisiologica usata per mantenere in vita il piccolo potrebbe fargli lacrimare sangue. Kim decide semplicemente, in accordo con Martin, il momento giusto per aggiungerla di nascosto. Ed in fatti sola con lui quando succede e la prima ad accorgersene e ad avvertire il Papà
    Ho fatto una ricerca veloce e credo che ci siano alcuni farmaci che procurano sanguinamento dagli occhi.

    3) La scena di Kim che dice a Martin che l'avrebbe seguito ovunche se lui l'avesse fatta nuovamente camminare ma Martin non sembra potere né volere aiutarla.  Possibile spiegazione: Non è una scena vista da nessuno, da come è presentata sembra anzi il racconto che Kim fa ai genitori, condito con l'eroico proposito di sacrificarsi per la famiglia proprio per ottenere l'effetto contrario. Inoltre, che bisogno c'era di trascinarsi per la strada e fare quella faticosa scenata? Solo per farsi ritrovare e poter togliere ogni dubbio di complicità con Martin attraverso la storiella raccontata.

    4) Bob smette di Mangiare (pare) dopo che Martin lo ha predetto. Ma la mattina prima della cessazione dell'appetito la famiglia trova Martin da solo con Bob e Martin dice di aver portato la limonata di sua mamma (forse ne ha fatto bere un bicchiere al piccolo dopo averci disciolto qualcosa?)

    OK, ho fatto un altro po' di ricerca e la risposta ce la da Colin Farrel: Nelle note di stampa, Farrell afferma: "Al centro della storia c'è questa malattia molto nera e insidiosa, una specie di sostanza cancerogena o veleno che scorre nel film.

    Martin ha semplicemente trovato un veleno che paralizza le gambe e toglie l'appetito e con la complicità di kim l'ha dato a Bob.

    Che ne pensate?????



    Ultima modifica: 30/07/20 08:30 da Lollorpool