In the woods - Corto (2017)

Per disfare un albero ci vuole un uomo. L’impressione che lascia -suo malgrado e oltre una mera intenzione testamentaria- questo placido ma sistematico disboscamento delle nevi in herzoghiano tempo irreale è che l’uomo sia per il regno vegetale carpenteriana Cosa (carpenter non vuol forse dire falegname?), yeti che da leggenda si fa incarnazione troppo umana. Affascina come sempre che la neve sia humus estetico e narrativo del Male, che il Bianco serbi covate più malefiche del Nero, in un documento dallo spessore formale impositivo, che pur non raccontando granché seduce e scatena pensiero.

Dal dettaglio iniziale di uno strano attrezzo al largo respiro finale del fiume: il corto è una lenta e inesorabile scoperta di un’attività, dei suoi strumenti e meccanismi, quella dei boscaioli nelle montagne innevate della Svizzera. Poche parole si alternano ai grandi silenzi e al rumore della sega elettrica che falcidia i tronchi. L’occhio è documentario, ma il cuore è narrativo e poetico: alla fine lo spettatore rimane rapito, incuriosito, sedotto, affascinato. Pochi minuti che hanno la lucidità di un manuale e la maestosità di un poema.