L'inganno - Film (2017)

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L'inganno
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Beguiled
Anno: 2017
Genere: drammatico (colore)
Note: Dallo stesso romanzo di Thomas Cullinan da cui Don Siegel trasse "La notte brava del soldato Jonathan" (1971).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sofia Coppola riprende in mano il romanzo di Thomas Cullinan e con esso il Don Siegel della NOTTE BRAVA DEL SOLDATO JONATHAN. Piazza Colin Farrell al posto del Clint Eastwood nordista e lo abbandona nel bosco agonizzante in attesa che lo ritrovi la dolce ragazzina del collegio femminile lì nei pressi. La direttrice (Kidman) s'incarica di curarlo e lo ospita pur sapendo di aver a che fare col nemico, dal momento che siamo al Sud in piena Guerra di Secessione; ma è un nemico cortese e galante, bello e seducente, che non tarderà a portare scompiglio in un microcosmo abitato solo da uno sparuto gruppo di donne d'ogni età....Leggi tutto Con la Kidman e la Dunst Sofia Coppola sa di disporre d'un parco femminile di valore, che infatti presto surclassa il buon Farrell prendendosi la scena. Il caporale yankee per buona parte del film diventa per tutte preda da conquistare nascostamente generando malignità in un ambiente dove immaginiamo regnasse prima la massima concordia. Il tocco delicato della regista, che ama soffermarsi sulle suggestioni naturali dei dintorni fin dalla prima splendida scena (con la ragazzina a passeggiare sotto un tunnel di alberi arcuati) permane per l'intera durata e resiste anche quando la situazione precipiterà procedendo verso l'ultima parte in un crescendo drammatico. Attraverso una fotografia di qualità e scene d'interni girate prevalentemente in penombra quando non nella quasi totale oscurità si preserva in qualche modo l'incanto di un mondo a parte, senza contatti con l'esterno: se escludiamo un breve dialogo tra la direttrice e un manipolo di soldati di passaggio che la richiama per un attimo all'ingresso, la vicenda si consuma esclusivamente tra le mura d'una villa neoclassica immersa nel verde. L'attenzione è rivolta tutta alle figure femminili, con la schietta compostezza della Kidman che, riflessa per imitazione nelle altre, sfuma col decrescere dell'età: più si abbassa più la spontanea innocenza si mescola a fragilità e timidezze. Al contrario eccessivamente semplicistico il tratteggio dell'importante figura del caporale, ridotto quasi solo a un tramite per lo sviluppo dei diversi caratteri femminili. La sceneggiatura è corretta ma anodina, sposata a una messa in scena fin troppo calligrafica, leccata, esteticamente apprezzabile quanto associabile a un manieristico compiacimento. I tempi si dilatano, le voci si abbassano fino all'impennata dell'ultima parte, la cui amara conclusione chiude un film ove la personalità della Coppola svanisce per nascondersi pudicamente nell'ombra dell'elegante messa in scena.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/09/17 DAL BENEMERITO MATALO! POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/09/17
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Matalo! 23/09/17 23:14 - 1378 commenti

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Difficile non fare paragoni col film di Siegel; primo perché se ne riprendono paro paro certe inquadrature e secondo per le latitanze a confronto col predecessore. Perché tacere sulla relazione incestuosa della Page col fratello? E perché rinunciare al fiammeggiante crescendo del delirio e alla lenta presa del potere del protagonista? Lì un inaspettato Clint, qui un innocuo Farrell. Kidman è brava come sempre ma le manca la tenebra che avvolgeva Page. Un film innocuo e ben vestito che ribadisce i limiti della regista e la sottovalutata grandezza di Don.

Markus 25/09/17 14:12 - 3687 commenti

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Seconda trasposizione cinematografica dall'omonimo romanzo di Thomas Cullinan, dove Sofia Coppola riesce nel tentativo di rendere quantomeno appassionante un racconto - tra il pruriginoso e il drammatico - di un soldato soccorso in un collegio femminile. Il comparto attoriale è di soli belli e sexy: questo funziona nell'estetica e di conseguenza nell'appeal se non si hanno troppe pretese, meno nel calcolo delle probabilità. Il detto "anche l'occhio vuole la sua parte" predomina su tutto, ma visto il risultato ci può anche stare.

Deepred89 28/09/17 10:36 - 3706 commenti

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Un La notte brava del soldato Jonathan in formato soap-opera impressionista, che annacqua un potente soggetto di base tra estetismi non particolarmente memorabili e dialoghi poco incisivi, quando non totalmente scontati. L'intrattenimento c'è e il film si segue piacevolmente fino alla fine, ma siamo lontani anni luce sia dalle ambizioni autoriali della regista, sia dalla forza del citato film di Siegel. Colin Farrell totalmente anonimo, cast femminile poco al di sopra, Dunst in testa. Musiche praticamente assenti (e il film non ci guadagna).

Rebis 30/09/17 20:01 - 2337 commenti

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Non uomini contro donne, ma Siegel contro Coppola: l'umanità in preda al turgore, la misoginia e la misandria che assaltano e infettano umori e languori; qui l'ennesimo giardino delle vergini omicide che appassisce nell'inedia. Non un brutto film, ma un remake esangue, ottusamente autoreferenziale, che mira all'isteria senza avere nerbo: l'inconsistenza dei personaggi è una conseguenza del fine autoassolutorio di tutta l'operazione. Cara Sofia Coppola, ci dispiace che questo mondo patriarcale ti abbia impedito di crescere, ora però cambia disco... Farrell e Kidman in miscasting totale.

Cotola 26/09/17 00:46 - 9043 commenti

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Nel giardino delle vergini "libertine", in cui conviveranno eros e thanatos, arriva un caporale cui verrà servito un funghereccio picnic, lontano anni luce da Hanging rock, difficile da digerire. Pur volendo evitare il paragone col film di Don Siegel, la pellicola della Coppola è davvero poca cosa, se si eccettua la forma: non è la prima volta che succede. Ben girato per carità, con una bella confezione ed una fotografia di primo livello, ma privo di anima e pathos. Discreto il cast femminile mentre Farrell è il solito stoccafisso.
MEMORABILE: L'inizio tra i boschi.

Kinodrop 24/09/17 18:38 - 2950 commenti

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Un esercizio di stile e di raffinatezza "grafica" per un dramma che incuriosisce per la sua particolarità e per lo sfondo di altri tempi (storici e di costume) nel quale si consuma. Raccolto da uno sparuto gruppo di educande, il caporale McBurney ferito e fuggitivo viene ospitato e curato, ma la sua presenza innesca una competizione dai tragici effetti. Il tema non nuovo, né letterariamente né filmicamente, viene trattato con taglio crepuscolare e sfumato, che privilegia le penombre e le atmosfere e impreziosito dal cast, Kidman e Farrell in primis.
MEMORABILE: Il doppio infortunio del caporale; Il suggerimento "velenoso" della più piccola.

Josephtura 25/09/17 14:15 - 188 commenti

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Il film è confezionato in modo elegante, per quanto lento; l'incertezza nello svilupparsi della vicenda non diventa mai noiosa, però il film è nel complesso una lezione di stile, non possiede mordente, morbosità o drammaticità. In certi momenti sembra di vedere l'incarnazione di ansie borghesi, un mondo a parte incrinato dall'arrivo della tentazione sensuale, ma il tutto sembra così poco sviluppato da trascendere nell'eccesso, quasi nel ridicolo involontario. Modesto.

Fedeerra 28/09/17 01:56 - 770 commenti

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Le donne di Sofia Coppola comunicano con un cenno di una mano, con uno sguardo furtivo o con un piccolo sorriso a testa china. Le parole ormai sono state inghiottite, non servono più. E mentre il mondo va distruggendosi sotto i lamenti di una guerra masticata da uomini in divisa, le donne di Sofia Coppola se ne stanno lì, fredde, emotivamente dismesse ma cariche di una bellezza talmente nostalgica da far venire le lacrime agli occhi.

Capannelle 8/10/17 00:16 - 4411 commenti

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Non mi piace gridare al sacrilegio in occasione dei remake ma non ci si può esimere dal confronto con Don Siegel, che vede questo film perdere su tutti i fronti salvo che nella poetica bellezza delle inquadrature e nell'inappuntabile corredo delle ragazzine. Farrell non propone il carattere guascone di Eastwood e pure Kidman e Dunst non convincono del tutto. La Coppola non ha abbandonato il suo stile, molto personale ma sovente autoreferenziale e a rischio di bocciatura.

Ginestra 9/10/17 09:39 - 53 commenti

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Un soldato nordista irrompe nella vita di un collegio femminile e scatena senza che lo spettatore se ne accorga una vera tragedia. Talmente fasulla che non ci crede nessuno. La Kidman e la Dunst mostrano un'evidente decadenza fisica. Il povero Farrell è un vero e proprio simbolo del maschio bianco moderno. Mi viene il sospetto che la Coppola abbia voluto prendere in giro un po' tutti..

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Jdelarge 9/10/17 14:31 - 1000 commenti

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Film piacevole dal quale, però, ci si poteva aspettare sicuramente di più, considerando le interpreti e una scenografia e fotografia di livello altissimo. La storia punta sulle donne, quasi sospese dallo spazio e dal tempo e fondamentalmente non toccate dalla guerra. Tutto ciò, però, appare come un pretesto non troppo originale per mettere in mostra donne vittime con una gran voglia di diventare carnefici. Otre a questo, obiettivamente, il film non sembra aver molto altro da dire.

Giapo 10/10/17 17:54 - 246 commenti

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Riedizione patinata de La notte brava del soldato Jonathan che non si discute per grazia ed eleganza cinematografica, ma che si segue con distacco e indifferenza. La storia procede troppo lentamente, senza acuti né cambi di ritmo, senza mai graffiare né affondare i colpi. Si arriva ai titoli di coda con la sensazione che debba ancora succedere qualcosa, ma è tutto lì, il film è davvero finito e non rimane nulla nel cuore né nello stomaco.

Herrkinski 11/10/17 08:20 - 8111 commenti

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Il paragone col film di Siegel è inevitabile, anche perché la prima parte ne riprende sequenze e dialoghi quasi in scala 1:1; poi inspiegabilmente affretta e appiattisce le dinamiche psicologiche e così facendo rende i comportamenti dei personaggi quasi inspiegabili. Mancano troppi dei dettagli e dei crescendo che rendevano intrigante il prototipo e non fosse per una confezione leccata ne parrebbe una stitica riduzione televisiva, non aiutata da un cast mai all'altezza, al di là dell'indubbia professionalità. Ennesimo remake evitabile.

Paulaster 26/10/17 10:32 - 4419 commenti

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Durante la guerra di Secessione un soldato ferito trova ricovero presso un collegio di sole donne. Storia lineare che non cerca l’effetto a sorpresa per ampliare la drammaturgìa (anche se ci sono le occasioni), ed è equilibrata nella regìa (al limite del manierismo) della Coppola. Purtroppo tende più ad assomigliare a uno sceneggiato tv e non va a scavare nelle singole psicologìe. La Kidman prende troppo peso sulle spalle e l’effetto è smorzato: brava la Dunst mentre la Fanning non ha capito che siamo nell'800. Buona fotografia, specie negli interni.
MEMORABILE: La lezione di francese; La cucitura della gamba ferita.

Ryo 12/11/17 18:39 - 2169 commenti

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L'inganno è proprio quello che è questo film: il trailer molto accattivante carica le aspettative, che vengono deluse. Ineccepibile la coppia protagonista (in fondo si parla di due mostri sacri del cinema), ma lo sviluppo narrativo è lento e arrancante. Risoluzione finale frettolosa e senza il giusto respiro. Il che porta a dire "Ah, tutto qui?". Rimane comunque un film dalla valida scenografia, bei costumi e un'ottima fotografia.

Beffardo57 12/01/18 22:11 - 262 commenti

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Estenuatissimo esercizio di stile, cioè puro calligrafismo: però, al di là della estrema ed esibita cura formale (inquadrature, luci degli interni, arredi, costumi et similia), latita la vicenda, nient'altro che una esile storiella e anche quel poco è raccontato con raggelato distacco da un illustratore preoccupato solo di accumulare immagini sofisticate. Anche gli interpreti sono ridotti a manichini inespressivi. Tutto sommato, malgrado i mezzi produttivi certamente abbondanti (e sprecati), il risultato è imbarazzantemente povero.

Caesars 1/03/18 08:53 - 3790 commenti

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Questa trasposizione del romanzo di Cullinan deve per forza fare i conti col bellissimo film girato da Siegel e il confronto è impietoso, per la pellicola della Coppola. Detto questo però devo ammettere che il lavoro non mi è dispiaciuto, nonostante sia privo di una vera "anima" (sostituita da un ottimo formalismo calligrafico). Onesta la prova attoriale di Farrell, meglio di lui sia la Kidman che, soprattutto, la Dunst. Splendida la fotografia e interessante la scelta di eliminare quasi del tutto le musiche dalla colonna sonora.

Buiomega71 22/09/18 00:58 - 2910 commenti

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Immerso nei vapori estetici di una Sofia sempre più sorprendente narrativamente (il bosco "fatato" dell'incipit, i continui rimandi ai suoi lavori precedenti, il risuonare incessante delle cannonate e dei fumi di guerra, l'atmosfera paludosa e gotica della Lousiana), non esente da qualche cedimento nella noia durante la prima parte, si riscatta in una seconda tra relazioni pericolose, gambe rotte e amputate e la Kidman con candidi abiti imbrattati di sangue. Bellissima la chiusa finale in campo lungo dietro il cancello, così intensamente coppoliana. Stiloso.
MEMORABILE: Farrell a letto con la Fanning, scoperti dalla Dunst; L'ira furiosa di Farrell postoperazione; Cena a base di funghi non proprio commestibili; Lorena.

Pinhead80 3/12/18 20:51 - 4759 commenti

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Sofia Coppola ci ha abituato a un genere cinematografico che si basa sostanzialmente sulla dilatazione estenuante dei tempi. Se ciò funzionava in alcune delle opere precedenti (o quantomeno poteva avere un senso), in questa appare un limite che non può lasciare indifferenti. L'uomo in balia di tante fanciulle è un Colin Farrel fin troppo inerme e incapace di gestire con buon senso le proprie pulsioni. Non c'è suspense, non c'è erotismo né qualsivoglia tensione. A dir poco deludente.

Bubobubo 15/03/19 14:06 - 1847 commenti

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L'ultima mezz'ora è un vibrante crescendo, ma ci si arriva con una costruzione alquanto deficitaria: è come se tutto il sapiente lavoro psicologico dell'ora precedente (un plauso particolare all'infelice Dunst e alla diabolica Fanning) venisse smontato in favore dei fuochi d'artificio, perdendo la complessità del sottotesto che aveva reso interessante il soggetto. Ne paga le conseguenze il personaggio di Farrell, repentinamente trasformato da subdolo nemico sciupafemmine a uomo disperato e misogino. Formalmente ottimo, contenutisticamente meno.
MEMORABILE: Farrell precipita giù dalle scale.

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Galbo 8/09/19 07:06 - 12392 commenti

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Luci e ombre nel remake del film di Siegel realizzato dalla talentuosa ma discontinua Sofia Coppola. Funzionano l’ambientazione quasi tutta in interni (ma la prima sequenza nel bosco è assai suggestiva e la resa fotografica eccessivamente “scura”) e il casting femminile, con le ottime prove della Kidman e di Kirsten Dunst. Meno felice è la scelta di Farrell, eccessivamente statico e di scarso carisma. Il film manca inoltre della necessaria tensione nella prima parte, mentre migliora nella seconda. Non male nel complesso.

Il ferrini 21/11/20 18:14 - 2358 commenti

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Altro remake di cui nessuno sentiva il bisogno e che, così come la Rebecca con Lily James, è più inutile che brutto. Sono tanti i piccoli particolari amputati (mai termine fu più appropriato) rispetto al film di Siegel, che lì per lì paiono niente e invece son tutto, trattandosi d'un dramma psicologico. Va senz'altro riconosciuto alla Coppola un senso estetico notevole e una buona direzione dei cast femminili (vedi le vergini suicide), ma se - come in questo caso - non c'è nient'altro, rimane puro esercizio di stile.

Thedude94 1/12/20 00:38 - 1097 commenti

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Remake non troppo riuscito di Sofia Coppola, la quale sembra non staccarsi troppo dall'originale senza lasciare traccia di un suo punto di vista preciso e deciso sulla storia, lasciando più che altro alle protagoniste lo spazio per apparire come donne oggetto del desiderio del soldato piuttosto che per altri motivi. Ma tralasciando gli aspetti della scrittura, la parte tecnica risulta essere comunque buona, con una fotografia molto particolare, in alcuni punti priva di luce, in altri molto calda e intensa; buona la prova del cast, che si destreggia in un ambiente ben ricostruito.

Anthonyvm 13/04/22 15:34 - 5689 commenti

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La smorta fotografia naturalistica sottolinea la basica tetraggine del dramma quasi meglio della stessa Coppola, che inquadra la vicenda con eleganza, ma non accentua adeguatamente le sfumature scabrose, crudeli e sadiche che avevano reso indimenticabile la precedente opera di Siegel. Nonostante il cast sia generalmente in parte e la costruzione scenografica meriti più di una lode, non si riesce ad avvertire un climax tensivo e sottilmente minaccioso che giustifichi l'attesa della spietata svolta del terzo atto. Thriller fosco mancato, pittoricamente apprezzabile ma un po' sottotono.
MEMORABILE: Le ragazze improvvisamente attente al look; Il bacio della Fanning a Farrell; La caduta dalle scale; La crisi di nervi di Farrell; I funghi speciali.

Daniela 8/07/22 00:13 - 12662 commenti

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Durante la guerra civile, un caporale nordista ferito viene accolto e curato dalla direttrice e dalle poche alunne di un appartato collegio femminile sudista... Elegante nella messa in scena, fotograficamente suggestivo e interpretato da un cast femminile all'altezza, il film della discontinua Sofia Coppola non riesce però a sottrarsi dal confronto perdente con l'originale, essendo inoltre penalizzato dal ritmo discontinuo e dalla scelta di Farrell, incapace di emanare quel fascino erotico che faceva di Eastwood un perturbante oggetto del desiderio. Remake dignitoso ma superfluo.
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  • Discussione Buiomega71 • 22/09/18 10:03
    Consigliere - 25998 interventi
    Mi levo via il dubbio, semmai ci fosse stato (ah, ma hai visto solo due film della Coppola per dire affrettatamente che è una grande regista), la Coppola, per quel che mi riguarda e come ho sempre sostenuto (palma d'oro "buiesca" al Giardino delle vergini suicide in tempi non sospetti, 2003, innamorato seduta stante di Marie Antoinette) è una GRANDISSIMA REGISTA, pregna del suo inconfondibile stile (nell'Inganno sono pressochè continui i rimandi al suo cinema, soprattutto alle Vergini, ma anche a Marie Antoinette, e non solo per il giardino che circonda l'istituto femminile) e come nelle Vergine c'è un nucleo femminile chiuso in se stesso, dove irrompe il "corpo estraneo" o "il fantastico nel quotidiano" che spezzerà gli equilibri fino alle drastiche conseguenze, componendo così un'ideale trilogia "sofiacoppoliana"

    Non ricordo perfettamente l'opera sigeliana, ma se la mente non mi inganna là la vicenda era vista sotto un ottica maschile (l'occhio cinico di Siegel, il punto di vista di Clint), quì , al contrario, l'ottica è puramente femminile, e il "buon soldato" Farrell diventa un estraneo, un "alieno", quasi un pupazzo che si crede manipolatore, ma che in realtà è caduto nelle grinfie delle eleganti e meste (all'apparenza) streghe del sud (sedotte e al tempo stesso seduttrici)

    Il tutto avvolto dall'estetica raffinata e femminea della Coppola (per qualcuno mero esercizio di stile, per me firma soave e eleganza narrativa che appaga gli occhi e il cuore), che amplifica la stanzetta e il piccolo mondo delle cinque sorelle di Detroit o dell'infelice sposa di Luigi XVI.

    Inizio quasi fiabesco nel bosco fatato a raccogliere funghi e ritrovare soldati blu feriti, gli insistiti tuoni di cannone che rimbobano ossessivamente, i fumi di guerra all'orizzonte, l'atmosfera umida, paludosa e gotica della Louisiana, con la sua natura, i suoi tramonti, le sue notti nebbiose, le faccende quotidiane dell'istituto (studiare il francese, ricamare, pregare), fino alla competizione femminea (l'oggetto del desiderio diventa maschile) scoprendo il vaso di Pandora, in un nido di piccole (e grandi) silfidi.

    Non esente da alcuni momenti di noia (soprattutto a metà del primo tempo, quando Farrell si mette a fare il giardiniere), poi, quando accade l'irreparabile (una situazione da allucinata pochade con Farrell che si intrufola nell'alcova della Fanning-la più spregiudicata delle sette damigelle-che nemmeno il Jon Finch di Una femmina infedele, poi scoperti dalla Dunst innamorata ferita dalle bugie del buon soldato), il film decolla verso lidi quasi horror tra: gambe spezzate e amputate che manco Misery, la Kidman con le candide vesti imbrattate di sangue che invoca il libro di anatomia, la follia di Farrell che esplode in tutta la sua furia (in alcuni momenti che sembravano La settima donna) e un prefinale pieno di tensione, con un ultima cena a base di funghi non propiamente commestibili.

    Bellissima e quasi struggente la chiusa finale in campo lungo, dietro il cancello, dal sentore di necrofora e spettrale fotografia d'epoca.

    Non solo la prova del nove di Sofia (ma in cuor mio sapevo che non ce n'era bisogno), ma un incantevole film di "streghe" ammaliato da una grazia e da un fascino visivo che avvolge e rapisce, senza mai risultare stucchevole, dove il soggetto (in)desiderato diviene fonte di rivalità, complotti, sottaciuti desideri, cattiverie e perfidità uterine.

    Sofia è delicata anche quando la passione sbotta incrontrollabile (a questo proposito la scena in cui la Dunst manda a quel paese la Kidman, sale in stanza da Farrell, blocca la porta con un tavolo, e si fa prendere dal soldato blu, con le perle della collana strappata che rotolano sul pavimento come le sfere di Suspiria), o quando le tentazioni bussano alla porta (la Kidman che lava il corpo di Farrell, prima il torso, poi arriva lì, al punto x, smania e passa agli arti inferiori) e non rinuncia a gambe rotte quando esplode la violenza (l'urlo di disperazione di Farrell è molto più impressionante di un seghetto che recide le carni)

    Non so se per esigenze di copione, ma la Dunst stà invecchiando malissimo (sembra mia zia), gelida la Kidman, incontenibile e "porcellina" la Fanning e tenerissima Oona Laurence e la sua tartaruga (che nella sequenza più disturbante e crudele del film Farrell gliela gettera via con rabbia e disprezzo)

    Inutile rimarcare la magnificenza della fotografia di Philippe Le Sourd e la straniante assenza di commento musicale (a parte la toccante canzone Lorena intonata dalle ragazze davanti a Farrell)

    Sofia figlia di cotanto padre, e , per quanto mi concerne, una delle più grandi registe dotate di iconfondibile personalità oggi in circolazione

    Edwina, ma a te i funghi non piacciono...
    Ultima modifica: 22/09/18 15:01 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 22/09/18 10:15
    Consigliere - 25998 interventi
    Ottimo il blu-ray targato Universal

    Formato: 1.66:1

    Audio: italiano, inglese, francese

    Sottotitoli: italiano, inglese e francese (tutti per non udenti) e olandese

    Come extra: Un cambio di prospettiva: dove la Coppola parla di come ha adattato il romanzo di Thomas P. Cullican, Stile del sud: Le scenografie del film a cura di Anne Ross.

    Allegato al blu ray ( all' interno della custodia) uno stralcio del romanzo di Thomas P.Cullinan in poche paginette

    Durata effettiva in blu ray: 1h, 33m e 32s
    Ultima modifica: 22/09/18 16:36 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 22/09/18 10:28
    Consigliere - 25998 interventi
    * Kirsten Dunst è alla sua quarta collaborazione con Sofia Coppola. La regista si affida ancora al suo team affiatato: la costumista Stacey Batta, la scenografa Anne Ross e la montatrice Sarah Flack.

    * E' stata la scenografa Anne Ross a consigliare alla Coppola la lettura del romanzo di Thomas P. Cullinan, di cui Sofia si innamorò dopo poche pagine.

    * Il metodo di lavoro della Coppola e della sua scenografa è sempre lo stesso: Sofia cita delle immagini e Anne setaccia tutto quello di analogo che trova, preparando le cosidette "tavole dell'umore".

    * Sofia è stata ispirata dai ritratti di donne e ragazze in abiti bianco-virginali del pittore americano John Singer Sargent (1856-1925), da Tess di Roman Polanski, da Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir e dalle atmosfere di Misery di Rob Reiner.

    * Rararamente Anne Ross deve costruire degli ambienti, perchè Sofia ama location già esistenti. L'inganno è stato girato in una villa del XIX secolo della piantagione di Madewood a Napoleonville (Louisiana), che ora è un lussuoso Bred & Breakfast.

    Fonte: Ciak, settembre 2017, pagina 95
  • Discussione Raremirko • 22/09/18 20:11
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    La Coppola la adori proprio, bene, mi fa piacere.

    Non ricordo che parere avevi espresso per Bling ring e Somewhere, sul quale nutro riserve, francamente.

    Gli atri suoi film mi piacciono, chi più chi meno.
  • Discussione Raremirko • 3/10/19 16:01
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    A me è piaciuto molto, soprattutto nel finale, con quell'intensissimo accompagnamento musicale, per fortuna ripreso pure in parte dagli end credits.

    Visivamente perfetto, con costumi ed ambienti che nulla avrebbe da invidiare ad un Kubrick, conta su atmosfere ed un cast notevole.

    Forse il suo miglior film assieme a Lost in translation.

    Un signor remake.