Nat King Cole: Afraid of the dark - Documentario (2014)

Esaustivo documento su vita e carriera del grande artista afroamericano che in pochi anni (quando morì ne aveva 46) lasciò un segno indelebile sulla musica del suo paese. Contrariamente a quanto molti credono, Cole non fu solo un cantante melodico, anzi iniziò la sua attività come musicista jazz ed è considerato da molti suoi colleghi uno dei più grandi virtuosi del pianoforte. Poco conosciuto (almeno in Europa) anche il suo ruolo nel combattere le discriminazioni razziali contro gli artisti di colore. Interessante.

Quando l'agiografia è giustificata. Gigante del jazz e poi del pop, apripista anche culturale (il suo show tv, il primo condotto da un nero, fu quasi rivoluzionario come raccontato bene nel documentario) senza pose militanti, memoria tuttora viva: il grande George Benson gli ha dedicato un tributo pochi anni fa, Gregory Porter sta per farlo ora: gone too soon. Taglio giustamente mogliecentrico, ma come sempre in questi casi il pezzo forte sono i filmati di repertorio

Nat King Cole fu una superstar paragonabile, all'epoca, solo a Frank Sinatra. Fu anche uno dei primissimi artisti di colore ad avere successo nello (e accesso allo) showbiz bianco, pur rimanendo sempre coerente a se stesso. Dagli inizi jazz ai fasti del pop, il documentario ne ripercorre la carriera con molta enfasi sulle sue vicende private (i familiari sono una sorta di coro-voce narrante). Avrei preferito più spazio alla musica, specie della prima fase della carriera, poco nota e al suo ruolo pubblico. Interessante.