visto una seconda volta. non solo riconfermo tutto quanto scritto, ma aggiungo che a una seconda visione il valore della prima è andato triplicando, anche per via di molti dettagli che la stanchezza mi aveva fatto sfuggire. primo tra tutti il fatto, non trascurabile sul fronte psicogeneaologico su cui è impostata l'opera, che stella diaz (il personaggio rappresentato con più fulgidità e precisione adamantina rispetto al libro) e la madre siano interpretati dalla stessa attrice, in un body-double impressionante per prestazione e trasformismo. la bravura dei figli che interpretano l'uno suo padre e l'altro se stesso da giovane lascia commossi. certe deflagrazioni visive sono degne del jodorowsky più ispirato sebbene lontane dalla medesima dirompenza dei momenti più cruenti, blasfemi o lisergici. e anche a mente più fresca e animo più saldo, vi sono almeno due passaggi in cui è difficile trattenere due lacrime. ed è per chi ha letto il libro il segmento finora più fedelmente trascritto in immagini (fermo restando che la forza visionaria del libro sta davvero su livello più ineffabile)
unica nota veramente negativa è se mai, assieme a dei necessari tagli biografici (non viene fatta menzione alcuna delle altre incredibilissime archimandrite incontrate prima e dopo stella diaz, come la pulitrice di ombre donna magdalena o l'incontro decisivo con leonora carrington e con la figlia di gurdjeff, ma mi rendo conto che lasciando campo libero anche a loro il film sarebbe durato almeno 2 ore in più), la pessima sottotitolazione, con una traduzione spesso errata (un esempio tra i tanti "ho venduto il mio diavolo all'Anima!" viene tradotto nel suo canonico contrario) quando non assente (i.e. il gioco di parole tra scope e dittatura che viene fatto nell'incitazione popolare a ibanez - che è poi sempre il figlio-padre, in un duplice ruolo da tiranno)
ciò sottratto, torno comunque a consigliarlo se passa dalle vostre parti, e più ancora se jodo ha accompagnato la vostra vita. anche viceversa, resta comunque un'opera impressionante considerato che ci viene da chi ha quasi 90 primavere alle spalle.
per il pubblico il problema vero è per lo più che per capire bene questo dovrebbe prima passare per la cruna del precedente, che non restituiva certamente un jodo in gran rispolvero.
non fosse che oggi è l'unico giorno di programmazione di
florida project, andrei a rivederlo una terza volta, anche solo per il lavoro sull'audio davvero fragoroso (la scena del terremoto, capace di far vibrare il basamento dei seggiolini e lasciare un discreto tinnito)
Ultima modifica: 28/03/18 17:09 da
Schramm