My little eye - Film (2002)

Il successo mondiale del Grande Fratello dà vita a questo film dove un gruppo di ragazzi convinti di fare parte di un gioco televisivo si ritrova in realtà in uno snuff movie (film in cui la gente muore davvero). Personalmente non mi è affatto dispiaciuto; se tralasciamo la qualità interpretativa degli attori, il film è dotato di una bella atmosfera e di una giusta tensione. Buono il finale, ma piuttosto prevedibile. Gradevole.

La prima ora, quella che funziona meglio, pare quasi un saggio e una critica ai reality show: fino a dove è lecito spingersi per ottenere un premio? Quando bisogna fermarsi? Qual è il confine che sapara realtà e finzione? L'ultima mezz'ora invece, quando il giochino è ormai chiaro,è più scontata ma non manca comunque di colpi di scena. Plot abbastanza esile ma riscattato dalla struttura del film (che è appunto la stessa dei reality), composta esclusivamente da camere fisse e movimenti solo apparenti indotti da zoom e rotazioni. Anticipa Hostel, la tortura è mediata.

Pellicola di bassa lega in stile "Grande Fratello" che cerca di sfruttare il successo dei reality e che strizza l'occhio allo spettatore fino all'eccesso. Regia piattamente televisiva, sceneggiatura con poche sorprese e attori che non meritano di essere ritenuti tali. Per il resto nulla da segnalare.

Discreto reality thriller che da noi non ha riscosso un grande successo. Gli attori, forse un po' insipidi, funzionano bene nella perte dei "signori nessuno" e la storia, non certo originale, suscita comunque un discreto interesse, intrisa di quell'aura voyeristica di cui la tv oggi non riesce a fare a meno. Il film si inserisce nel filone "torture" anche se la tortura per buona parte della storia è psicologica.

Discreto horror concepito negli anni del fenomeno nascente dei reality show, Grande Fratello su tutti. Il Grande Fratello di questo film, però, è malato e morboso fino all'inverosimile. I ragazzi protagonisti si ritrovano, loro malgrado, all'interno di uno snuff movie. Diventano così oggetto di scommesse dei mandanti su chi morirà prima e chi dopo. L'idea di base c'è, la realizzazione verte un po' troppo sullo slasher trito e ritrito. Ad ogni modo non male.

Non sopporto i reality, anzi li detesto. Ma questo film almeno è in grado di estrapolare e rappresentare l'anima nera che TUTTI i reality possiedono. Nella realtà ci si ferma prima, ma solo perché è (ancora) antisociale mostrare la violenza reale contro una persona sullo schermo. Superato questo limite, si arriva qui. Il reality non mostra quello che fanno le persone in modo passivo, vuole l'interazione e ne limita gli effetti per il motivo già esposto. Pellicola fatta discretamente, recitata idem e con un finale scontato, come quello dei reality "veri".

Per ben un'ora buona di film non succede assolutamente nulla, se non qualche piccola avvisaglia di ciò che sarà in seguito. Lento, noioso e prevedibile, dà l'impressione di una sceneggiatura campata per aria, senza sbocchi, che si ritrova quasi alla fine del film senza idee (se non qualcuna riciclata) e in maniera spiccia giunge al capolinea (e questo non è un male...). Nessun brivido e tanta, troppa, noia.

Il Grande Fratello che incontra Shining, che a sua volta incontra un'Agatha Cristie contaminata con gli snuff-movie: più originale nell'insieme che nelle singole idee, questo My Little Eye non è affatto malvagio. Riuscita ambientazione, riprese in digitale per una volta funzionali alla narrazione, buon coinvolgimento. Peccato che l'intreccio whodunit sia mal congegnato: troppo tardi iniziano gli omicidi e troppo presto si scopre chi è stato. Inoltre la tensione è spesso spezzata da scene inutili, come la brutta sequenza erotica. Guardabile.

Gruppo di ragazzi ambosessi deve trascorrere un certo periodo in una villetta spersa, impegnato in un reality di resistenza... reality fasullo (ma solo in parte) perché in ballo c'è qualcosa di ancora peggio. Per chi ritiene che trasmissioni tipo il Grande Fratello siano un segno dell'imbarbarimento dei tempi e un preannuncio della prossima apocalisse, ecco un horrorino non molto originale, interpretato alla meno peggio (ma c'è anche la futura star Bradley Cooper), a tratti fastidioso, ma che scorre via senza annoiare o far abbaiare alla luna per la manifesta imbecillità, quindi vedibile: 2+

Un reality-show con 5 giovani protagonisti si trasforma in un massacro a eliminazione e senza esclusione di colpi. Il genere horror trova fonte di ispirazione dai costumi contemporanei distinguendosi, in questo caso, per lo sforzo di far emergere le singole peculiarità psicologiche di ogni personaggio. Finale un po' arruffato e non proprio imprevedibile.

Furbastro questo piccolo thriller dei primi anni 2000, che senza troppi crucci si appropria degli stilemi da horror giovanile di quegli anni, li sistema un po' grossolanamente con il mondo dei reality show e non si fa sfuggire l'occasione di demonizzare internet con i famosi snuff-movie che circolerebbero in rete. Stranamente il risultato finale è meno scontato di ciò che sembra, l'inquietudine si fa sentire più volte e certi guizzi stilistici da videomaker in vena di sperimentazioni sono discreti. Banale verso la fine ma nel complesso buono.

Il Grande Fratello versione horror, in parte anticipa lo chalet di Goddard, e sembra una sorta di Funhouse in versione meno artefatta e decisamente più cruda ed efficace, con pellicola/fotografia scarna (poco satura), ambientazioni che sembrano uscire dai 70'-80' e la "classica casa dell'orrore" che può ricordare Amityville o la villa fulciana, oltretutto in mezzo alla neve in piena tormenta. La critica sui reality è evidente, ma anche quella sugli eccessi dell'intrattenimento, che porta a conclusioni vicine a quelle del primo Amenabar. Meritevole, anche per le atmosfere.

Rivedendolo conferma le precedenti osservazioni: originalità, pochi mezzi, qualche momento inquietante ma non si va oltre il medio/mediocre. Non male l'aver collegato il tema snuff all'amatorialità dei reality show (quest'ultimo spettacolo già di per sé morboso, comunque); curioso il cameo di un Bradley Cooper alle prime armi (ma ad ogni modo si nota, inutile negarlo), c'è una certa atmosfera ma il film non è perfetto.