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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/07/17 DAL BENEMERITO DR.MABUSE
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Dr.mabuse 20/07/17 01:03 - 18 commenti

I gusti di Dr.mabuse

Storia meridionale americana ma non una di quelle che racconterebbero i fratelli Coen o Capote o Tarantino e nemmeno Guillermo Arriaga. Il respiro del regista-scrittore-montatore Victor Nuñez pare più provenire da Flannery O'Connor e Raymond Carver, come termini di paragone narrativo, poetico, spirituale. Peter Fonda nel punto più alto della sua carriera. Ottime le quattro interpreti femminili, colonna sonora cristallina con una magnifica "Tupelo Honey" di Van Morrison sui titoli di coda.
MEMORABILE: "Io e le mie api abbiamo un accordo: io mi occupo di loro e loro si occupano di me, dovremo solo lavorare un po' di più, tutto qui".

Buiomega71 13/07/19 01:03 - 2912 commenti

I gusti di Buiomega71

Nunez lavora di fino in questa intimista ballata di un uomo vecchio stampo (uno straordinario Peter Fonda) tra le paludi della Florida, le frotte di api, donne problematiche e schiene doloranti. Impreziosito dalla fotografia di Virgil Mirano e dagli scorci fiammeggianti dell'America del sud, è un'opera lenta, mesta, ma che sa dispensare emozioni (le crisi di Helen che sembra posseduta, i due balordi e i soldi nascosti nell'acquitrinio, l'home invasion). Prefinale da "survivor movie" mancato, nel quale Nunez predilige il realismo e la pacatezza della maturità.
MEMORABILE: La lavorazione del miele; Il calcio alla pistola; Accompagnando i due balordi alla palude; Helen legata al letto; La coltellata alle spalle; Le api.

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  • Discussione Buiomega71 • 13/07/19 10:11
    Consigliere - 26011 interventi
    Proprio il tipo di film che dovrei detestare a prescindere (la saggezza dell'uomo che ne ha viste troppe dalla vita e si rinchiude nel suo mondo tranquillo, con una calma e una virtù da pacifista contro ogni tipo di violenza), ma che in realtà è un opera intensa, pacata, mesta, dove la lentezza del narrato ne è valore aggiunto.

    Un gigantesco Peter Fonda (non per nulla, all'epoca, candidato all'Oscar come miglior attore) è Ulee, un apicultore che deve badare alle sue due nipotine (tra cui un inquieta Jessica Alba alla sua prima esperienza davanti alla MDP), e che vive solo per le sue api (interessante come il film assuma i tratti di un pregevole documentario sull'estrazione e la lavorazione del miele quando Fonda si dedica al suo lavoro che "nessuno vuole più fare") e soffre di terribili mal di schiena (deve sdraiarsi sul pavimento per trovare sollievo), vedovo inconsolabile (ma l'arrivo di una vicina di casa darà di nuovo luce alla sua vita) con una famiglia disastrata sulle spalle.

    Una vita all'apparenza tranquilla, monotona, riservata, di normale quotidianità, finchè i guai bussano alla sua porta (il figlio in carcere, la nuora drogata marcia, due balordi a caccia di una sacca di soldi sporchi nascosti negli acquitrini della palude silenziosa) e Ulee deve risolvere la spiacevole situazione al più presto, per salvare e tenere unito quello che resta della sua famiglia, senza ricorrere alla violenza.

    Impreziosito dalla fotografia di Virgil Mirano e dagli scorci della provincia dello stato della Florida (tra autostrade, bar, paludi, distributori di benzina e cieli al tramonto) è un pregevole ritratto dell'america del sud, dove Fonda rimane ancorato ai valori tradizionali da uomo di vecchio stampo.

    Il regista di origini peruviane narra con pacatezza e maturità, sensibilità e estremo realismo (vedi il prefinale, che sembra sfociare in un "survivor movie" notturno in mezzo alle paludi, dove Nunez , però, sceglie soluzioni narrative più placide e quiete, senza servirsi della violenza) una storia ordinaria all'apparenza, ma che diventa , man mano, una nostalgica ballata.

    Sospeso in un limbo rarefatto, ma che dispensa, al contempo, forti emozioni (le crisi violente di Helen che sembra posseduta e legata al letto, l'home invasion, Ulee che si reca ad Orlando, Ulee che accompagna i due balordi alle paludi, il calcio alla pistola, la coltellata nella schiena) e dove anche l'happy end , per una volta, scalda il cuore.

    C'è la maturità dell'ultimo Eastwood in questo dimenticato e poco citato piccolo film indipendente (presentato da Jonathan Demme), assolutamente da riscoprire.
    Ultima modifica: 13/07/19 13:44 da Buiomega71