Larry Clark ha parecchi peli sullo stomaco, e il suo coraggio (nonchè la sua olezzosa e untuosa poetica) lascia il segno, continuando le tematiche di
Kids e
Bully (dopo la parentesi di quella squisitezza che è
Adolescente delle caverne, che per il sottoscritto, quando lo vide nel lontano 2004, nella minirassegna dedicata ai
Creature feature, fu un parziale shock, dove da buon sabotatore, Clark, scardinava le regole della SF per portare
Kids all'interno del fantacinema), e osando di mostrare sesso esplicito e non simulato, fino ad arrivare ad una masturbazione (con copiosa eiaculazione) senza stacchi, trucchi o inganni, tra i lamenti delle belle tenniste in tv e onanismi strangolatori modello
Impero dei sensi.
Degradante e deliziosamente sudicio taccuino di un vecchio porco, dove Clark può essere paragonato al Charles Bukowski più disperato, turpe e poetico, con quattro storie di giovani bruciati da gravi problemi familiari (cinque, se si tiene conto del rosso malpelo Ken Park che si fa saltare le cervella a inizio film) che si consolano con il sesso, la droga e l'omicidio.
La biondissima mamma di famiglia alla Disperate Housewives che usa il moroso della figlia come toy boy (deliziosi i dialoghi tra i due, tra odori e sapori della vagina di lei che ha lo stesso aroma di quella della figlia o i paragoni virili con il marito) con, tra l'altro un prolungato
cunnilingus degno di nota , mentre la figlia più piccola è lasciata sola, davanti alla tv, a vedere immagini tipo "Miss America nuda"-per dirla alla Johnny Depp ai tempi del primo
Nightmare-, un fanatico religioso che vive nel ricordo della moglie defunta, che è la copia sputata della figlia e surreali quanto deliranti matrimoni incestuosi, un padre maschio alfa (tutto birra, rutto libero, sollevamento pesi e
Jerry Springer Show in televisione) segretamente attratto dal figlio che lui giudica effemminato e un disadattato che vive coi nonni che non le va giù che il nonno bari a Scarabeo.
Il borderline è il meno, perchè Clark non ha paura di nulla, quello che vuole farti vedere te lo sbatte in faccia senza tanti convenevoli, tra peni eretti, sesso a tre, cani mutilati, succolente sputate in bocca, massacri in famiglia a coltellate, dentiere trafugate e infilate in bocca con ghigno macabro e sanguinolento alla
American Psycho, pranzi domenicali all'apparenza normali ma di totale imbarazzo, padri che si infilano nel letto dei figli per una predazione stupratoria orale, lo squallore di trangugiare birra e, allo stesso tempo, evacuarla sulla tazza (disgustoso close up sul pene floscio di Wade Williams mentre orina), l'andare a puttane di sera, che sembra una parodia di
Henry pioggia di sangue, tagliare le unghie dei piedi (notare i calzini sporchi) alla madre (una sempre straordinaria e scombiccherata Amanda Plummer) incinta, ragazzine che giocano al salto della corda fuori nel cortile (l'uomo nero non è morto, ma si nasconde tra le mura rassicuranti di casa), figlie pizzicate in momenti intimi coi propri boy friend, e mal gliene incoglie al boy friend, se il padre della ragazza è un tarato mentale, sperma, saliva, sangue, piscio, che si amalgamo in un contesto tra il deterioramento dell'animo umano e fiochi barlumi di libertà (l'orgia finale tra i due ragazzi e Tiffany/Peaches, che, tra una copula e l'altra, favoleggiano di un utopica "isola che non c'è" dove si fa sesso tutto il giorno senza avere figli).
Più che la provocazione fine a se stessa, è proprio la poetica clarkiana che arriva dritta e colpisce il bersaglio, andando oltre, cercando il verismo (seppur scomodo e assolutamente non per tutti i gusti), come solo la Catherine Breillat di
Pornocrazia, il Gaspar Noè di
Love e il Todd Solondz di
Happiness, sporcandosi le mani (non senza compiacimento, perchè è palese che a Clark piacciano i ragazzi/e nudi e lascivi) e a non mandarle certo a dire.
Splendida, poi, la fotografia di quel genio che è Ed Lachman.
E' il cinema scomodo, carnale, umorale, disturbante e di rottura di Larry Clark (prendere o lasciare), che già è un piccolo miracolo che sia stato distribuito da noi (nelle sale prima-ottimamente doppiato- che in dvd poi, grazie al "coraggio" di Valter Casini e Marco Ledda), visto il destino di
Bully e degli ultimi lavori clarkiani e che fa sembrare la spocchia autoriale di
Elephant un filmetto per famiglie.
Chi ama le luride e appiccicose pagine bukowskiane, può trovare in Larry Clark il suo cantore dietro la macchina da presa, gli altri si astengano.
E il sorriso di Ken Park, prima di farsi schizzare le cervella con un colpo di pistola, non si scorda più.