Crisis in six scenes - Miniserie TV (2016)

Crisis in six scenes (miniserie tv)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Girata per Amazon, una serie scritta, diretta e - attenzione - interpretata da Woody Allen, che si rimette in gioco a ottant'anni imbarcandosi per la prima volta nell'avventura seriale. Poi certo, sei puntate da 20 minuti ciascuna fanno in totale due ore, poco più della durata media di un suo film; ma conta per Allen la novità dell'operazione, condotta con l'abituale buon gusto e la scelta di riproporsi in scena nelle vesti a lui consone del marito ansioso e ipocondriaco, affiancato nel caso specifico dalla rediviva Elaine May, la cui ultima apparizione su schermo risaliva a ben quindici anni prima e sempre per Allen (CRIMINALI DA STRAPAZZO...Leggi tutto). Siamo nella Manhattan degli Anni Sessanta: Sidney e Kay, borghesi e liberali, ospitano in casa Allan (Magaro), un figlio di amici sul punto di sposarsi e - a sorpresa - Lennie (Cyrus), una giovane rivoluzionaria inseguita dalla polizia che trova rifugio da loro perché vecchia amica di Kay. Naturalmente Sidney la sopporta a fatica e gli attriti tra i due non mancano, mentre Allan si lascia sedurre dagli ideali guevariani di Lennie e rischia di mandare a monte il matrimonio con la sua bella sposa (Brosnahan). Le parti migliori sono quelle con Allen in scena, come prevedibile, che ancora mostra di saper essere divertente e soprattutto di saper scrivere e interpretare dialoghi spiritosi conditi dai caratteristici tocchi umoristici di classe cristallina. Al contrario un po' troppo stereotipata la figura di Lennie, cui la Cyrus non aggiunge gran personalità nonostante la vivacità del personaggio: il suo perenne ribadire concetti tipici da "controcultura" sessantiana arriva presto a stancare, al punto che molto più divertente è quando a farli propri sono le amiche del club del libro di Kay. Ma notevoli esempi di humour alleniano vengono anche dalle sedute psicanalitiche di Kay, specializzata in coppie sull'orlo della separazione (impagabili i due che passano il tempo a dire cosa non sopportano l'uno dell'altro convenendo che l'unica cosa che li unisce è l'odio per la salsa guacamole). Sceneggiatura ovviamente verbosissima che può arrivare a sfinire chi non ama Allen, ma fa piacere ritrovare lo stile di un autore che resta (e torna a dimostrarlo) uno dei più grandi umoristi del suo tempo. D'altronde basterebbe ascoltare la prima scena dal barbiere per convincersene...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/04/17 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 22/05/17
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Galbo 22/04/17 06:48 - 12380 commenti

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Una coppia borghese ospita in casa una giovane anarchica clandestina. Ambientata negli anni '60, Crisis segna il debutto di Allen come attore e regista di serie televisive. I sei episodi vivono in gran parte del contrasto tra ambiente conformista e idee della controcultura giovanile. Alcuni dialoghi sono davvero divertenti, in altri l'autore lavora di mestiere appoggiandosi ad una solida routine che rende l'opera un lavoro non particolarmente innovativo. Simpatico l'Allen attore, anche se la vera sorpresa sono Elaine May e Miley Cyrus. Discreto.

Il ferrini 24/04/17 21:43 - 2345 commenti

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Ennesima brillante idea di Woody, che superati gli ottant'anni pare avere ancora tanto da raccontare e soprattutto di saperlo fare bene. Miley Cyrus è perfetta per il ruolo dell'attivista radicalizzata ma a sorprendere è in particolare la May (già in Criminali da strapazzo), esilarante nei frequenti duetti con Allen. La ricostruzione degli anni '60 non è sempre percepibile ma quando occorre è ben realizzata e costituisce ulteriore elemento di fascino. Ovviamente i sei episodi non si possono che vedere tutti d'un fiato.

Kinodrop 30/04/17 18:29 - 2921 commenti

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Pur essendo abituati all'alternanza di capolavori e mediocri pellicole, questo esordio nel serial tv non brilla certo per originalità e lo si guarda più per la stima pregressa che per il reale valore in sé. Si percepisce una certa forzatura nell' "ispirazione" che toglie fantasia e brillantezza alla sceneggiatura (ridotta alla banalità del rapporto quotidiano nella stereotipata immagine degli anni '60 tra benpensanti e rivoluzionari, con tanto di Vietnam, Cuba, Mao ecc.). Qualche buono spunto c'è, ma sembra più casa Vianello che "casa Munsinger".

Rambo90 21/07/17 18:55 - 7676 commenti

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Un Allen insolito, alle prese con una serialità finora a lui sconosciuta: l'affronta con i suoi classici topos cinematografici e il risultato è buono. Ci si diverte, anche se l'ambientazione nei 60 appare superflua e la trama non è così coinvolgente. Il merito sta tutto nelle ottime battute fulminanti e intelligenti e nel ritorno di Woody attore, ancora dotato di tempi comici perfetti e padrone della scena. Molti momenti riusciti, fino a una puntata finale imperdibile (in particolare la scena con Rapaport). Da vedere.

Daniela 26/09/17 10:12 - 12622 commenti

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Primo e forse ultimo excursus di Allen nella serialità, anche se in effetti la durata complessiva è quella di un film, con una trama da sitcom che propone i battibecchi fra uno scrittore di mezz'età ed una giovane contestatrice ricercata dall'FBI che è costretto ad ospitare in casa per volere della moglie psicologa. E' proprio quest'ultimo personaggio, interpretato con bonaria ironia da May, a risultare il migliore, dato che Allen risulta troppo querulo e Cyrus troppo antipatica. Qualche battuta buona c'è, ma nell'insieme si tratta del lavoro di un autore stanco, a corto di ispirazione.

Il Dandi 27/12/20 23:58 - 1917 commenti

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Di una serie di soli sei episodi da soli venti minuti si pensa subito che poteva essere un film e che lo non sia diventato solo per questioni contrattuali. Poi però piano piano ci si affeziona alla confezione low-budget (quasi tutta in interni, in cui l'ambientazione anni '60 è suggerita più dallo stile che dai complementi) e ci si rende conto che Allen riesce a creare atmosfere e personaggi con grande potenziale da sit-com (i picchi di umorismo sono le sedute psicanalitiche della moglie). Anche l'omaggio alla scomparsa controcultura della sua giovinezza è disincantato il giusto.
MEMORABILE: Le riunioni del club del libro e le sedute di terapia di coppia.

Minitina80 23/11/21 00:51 - 2980 commenti

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Finta miniserie in cui Allen riversa tutto sé stesso, interpretando un marito ipocondriaco e logorroico con una moglie analista. È il soggetto perfetto per dare sfogo alla sua vena creativa, narrando di una famiglia borghese americana che in modo inatteso si confronta con il pensiero comunista. Peccato, però, che Miley Cyrus non riesca a trasmettere l’idea della giovane reazionaria degli anni Sessanta, facendo perdere spessore alla satira umoristica di cui l’opera è impregnata. Si distingue la sesta e ultima puntata, nel momento in cui inizia il lento e graduale delirio collettivo.

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