Discreto film d'azione ben diretto dal versatile regista e sopratutto forte di un Jean Reno particolarmente ispirato. È lui il valore aggiunto di una pellicola che, in fondo, racconta nuovamente la solita solfa. Ragazza in pericolo viene protetta da esperto poliziotto con un passato misterioso. Se non fosse per Reno, l'alto uso di ironia e una buona mano nelle scene d'azione, sarebbe un film come tanti altri. Cosi com'è, rimane discreto.
Film d'azione ma anche (sulla falsariga di Leon e non a caso con lo stesso attore protagonista, il bravo Jean Reno) sui rapporti tra il mondo adulto e quello adolescenziale sullo sfondo di una società per molti versi straniante per la mentalità occidentale come quella del Giappone.Trama non particolarmente originale e regia piuttosto anonima ne fanno però un'opera non totalmente riuscita benchè con momenti apprezzabili.
Abbiamo già avuto modo di dire che ogni scorreggia di Besson diventa un film. Ora tocca ad un peto susseguente ad un'indigestione da cibo giapponese. Il wasabi è una piccantissima salsa causa di disturbi encefalointestinali alla creatività, questa volta all'origine di:
* un detective incrocio tra Callaghan, Closeau (la visita in ospedale al figlio del prefetto) e Piedone lo sbirro;
* un intreccio che ripercorre, in malo modo, quello di Léon;
* un'ambientazione giapponese di una banalità imbarazzante anche per Hollywood.
Il wasabi è immangiabile o quasi e comunque ammazza ogni sapore un po' come questa pellicola che di gustoso ha la sigla finale. La trama sembra uscita dalla penna di un ragazzino ed anche la regia non assume mai i contorni della mediocrità. Reno dice poco o niente e l'unica perla di divertimento è forse nel calcione sui marroni in banca, ed ho detto tutto. L'ho visto al cinema e mi sono maledetto per la sciagurata spesa, perciò ve lo sconsiglio altamente!
Filmettino veloce e di modeste velleità che vede Jean Reno in una parte congeniale ma monocorde. La figlia giapponese invece contiene in sè tutta la carica d'antipatia delle bimbeminkia giappe. Meglio il vice di Reno, specie di Alvaro Vitali però capace di recitare. Quel che si definisce propriamente un passatempo e che non farà retrocedere di un millimetro i fan del simpaticissimo gigante francese.
Prodotto da Besson ma diretto dallo sconosciuto Krawczyk è un lungometraggio con toni da commedia vagamente poliziesca. Girato per lo più a Tokyo il film ci dispensa alcune immancabili sequenze "turistiche" e qualche spaccato di società nipponica (consumismo sfrenato, sale giochi ipertecnologiche ecc). Jean Reno si presta al gioco con grande (auto)ironia e professionalità, caratterizzando il suo personaggio a mo' di Bud Spencer. L'unico motivo d'interesse è lui. Non male le poche sequenze di azione a buon mercato. Tutto il resto è solo aria fritta.
Passabile. In realtà, arrivati quasi a metà si è tentati di spegnere la tv e gridare alla boiata (e se non fosse per Jean Reno lo avrei fatto), ma da lì in poi il film acquista un po' di consistenza. Brutte soprattutto le sequenze iniziali con le imprese di Reno, di un umorismo molto puerile; migliora nettamente con la trasferta giapponese. Forse voleva essere una specie di Leon comico, ma il paragone col bel film di Besson non regge per un solo istante. Guardabile e nulla più.
Pellicola divertente proprio perché assurda e senza pretese di serietà. Reno si destreggia bene in un ruolo autoironico senza strafare, appoggiato da un buon cast (che comprende la Bouquet per una comparsa troppo breve e un divertente Sinniger nei panni del commissario "Squalo"). Il lato ipertecnologico di Tokyo è l'ambientazione ideale per le scene d'azione, contrassegnate da un umorismo quasi slapstick. Leggero e superficiale quanto si vuole, però fa ridere. Basta non avere delle pretese esagerate.
MEMORABILE: "Vedi ancora qualche collega dei vecchi tempi?" "A parte quelli che sono morti, gli altri sono tutti vivi."
Wasabi è la versione semplicistica di Leon; scompare tutta la riflessione su un rapporto impossibile e si comincia: il protagonista che non rispetta le regole, manesco, cartoonesco quanto basta, ironico il giusto in situazioni ironiche; viene allontanato perché pericoloso, scopre di “aver dimenticato” per strada una figlia; rapporto difficile all'inizio poi sempre più complice; finale prevedibile. Il quadro è completo con qualche scazzottata. Il film si vede, si odia presto la ragazzina, si cataloga come alimentare e si butta via.
Thrilleretto adolescenziale con Reno alle prese con uno strano cognome italiano, che con la sua sola verve riesce a tenere su una trama esile “stampellata” dalle consuete scene action e scarni motivi d’esotico interesse. La figura della figlioletta potrà aiutare a “sentire” di più il film da parte giovanile, però in sostanza è poca cosa.
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HomevideoGestarsh99 • 25/02/11 00:40 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in Blu-Ray Disc dal 16/03/2011 per 01 Distribution.