Shark hunter - Film (2001)

L'intenzione di uscire dai canoni stantii dello shark movie è evidente, per una volta: nessuna spettacolarizzazione, poche concessioni all'azione concitata e al terrore, zero sangue (e questo è un vero record, per il genere), uno squalo talmente lento da sembrare imbalsamato (che fosse davvero un fossile, questo megalodon?). Purtroppo non basta essere a proprio modo originali per fare un buon film. E infatti SHARK HUNTER, recitato leggermente meglio del previsto, è incredibilmente noioso: prima di arrivare all’agognata sfida col bestione pigro (discreti gli effetti in CGI) ci tocca sorbire un'ora e più di pedanti dialoghi tra il “cacciatore” del titolo (Antonio Sabato jr.) e l'equipaggio del...Leggi tutto suo Argus, un sottomarino mandato a cercare i motivi di un’esplosione avvenuta in una base sul fondo dell'oceano: Sabato è convinto che il colpevole sia appunto un megalodon sopravvissuto all'estinzione (per via del ritrovamento del solito dente gigante incastrato tra i resti della base distrutta), gli altri ovviamente lo ritengono mezzo matto. Si ricrederanno, ma sarà troppo tardi. Quello che parzialmente salva il film di Matt Codd è l'atmosfera insolita, quasi surreale che le musiche al piano di Toni Riparetti sottolineano con intelligenza, e un finale cupissimo che non lascia speranze. Per il resto non ci vengono risparmiati i soliti personaggi ultra stereotipati (il nero, la scienziata “secchiona”, il responsabile della missione che non vorrebbe trasformarla in una caccia privata allo squalo estinto...), mossi da una sceneggiatura (di Sam Wells, da un soggetto di Phillip Roth) mediocrissima. Un film povero e insulso, ma meditativo.

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