A chi si fosse appassionato alla storia dell'Indianapolis e ne volesse sapere di più, ma soprattutto volesse conoscere la realtà fino in fondo, consiglio caldamente il saggio di
Doug Stanton "Il comandante e gli squali".
Ecco alcune delle tante differenze col film:
*
I nomi dei protagonisti, fatto salvo quello del comandante e (in parte) quello del cappellano,
sono praticamente inventati. Il nome di alcuni uomini che si prodigarono, quanto se non più di McVay, a dare aiuti agli altri e a cercare di infondere coraggio, sono stati praticamente annullati.
* E' vero che al momento del siluramento c'erano
due uomini in cella di rigore, non che si siano salvati perché la nave si era spezzata in due proprio all'altezza delle celle facendolocisì uscire (oltretutto è fantascienza pura visto che, anche ammesso che la nave si fosse spezzata realmente dove erano le celle, i risucchi della nave che affonda avrebbero trascinato anche i due uomini nell'abisso). Molto più semplicemente dopo l'impatto del secondo siluro il marine di guardia, capito quello che accadeva, prese le chiavi ed aprì le celle consentendo così ai prigionieri di uscire da lì.
* Subito dopo l'affondamento, la
prima causa per cui iniziarono a morire i membri dell'equipaggio fu l'enorme quantitativo di
nafta/kerosene che si riversò in mare: non solo impregnava i giubbotti di salvataggio rendendoli così pesanti da trascinare gli sventurati nell'abisso e la sua viscosità impediva quasi di nuotare sempre con conseguenze mortali, ma la sostanza si attaccava addosso aggredendo le mucose di occhi, bocca e naso rendendo i marinai pazzi dal dolore e molto spesso rendendoli ciechi. I visi dei naufraghi erano talmente neri e trasfigurati che all'inizio per riconoscersi dovevano dire nome e cognome a chi gli stava accanto. Da una stima molto approssimativa fatta a posteriori,
i primi 50/100 naufraghi morirono per via del carburante in acqua. Di questo nel film non vi è proprio menzione.
* A poche ore dall'affondamento, i sopravvissuti, per via delle correnti e altro
si divisero in tre grossi gruppi di cui il più grosso era composto inizialmente di circa
400 persone. Il gruppo maggiore, che si vede nel film dopo l'affondamento, probabilmente non arriva nemmeno a 100 persone. Capisco che girare una scena di massa, per di più in acqua, sia difficile, ma diamine, oggi con i green screen e la CG si potrebbero ricreare anche gruppi di 1000 persone...
SPOILER
* Non è vero che
McVay salì per ultimo sull'aereo che ammarò per salvarli facendo stoicamente prima salire i suoi uomini. Semplicemente McVay non era proprio con il grosso del gruppo ritrovato dall'aereo. Era andato alla deriva, a molte miglia di distanza dal gruppo, con tre zatteroni e un gruppo iniziale di nove uomini. Fu il penultimo gruppetto ad essere trovato e ad essere tratto in salvo. Anche se in effetti su questo esiste una piccola disputa: qualcuno sostiene che sia stato l'ultimo gruppo ad essere stato trovato e salvato. In ogni caso non andò come raccontato nel film.
* Verso la fine il film sostiene che
McVay fu l'unico ufficiale ad essere sopravvissuto. Balla enorme: in realtà furono 14 gli ufficiali ad essere tratti in salvo. Probabilmente McVay era l'unico ufficiale superiore ad essersi salvato, ma sicuramente non l'unico ufficiale.
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L'incontro a quattro occhi tra McVay e il comandante del sommergibile Hashimoto non c'è mai stato. I due si videro ed incrociarono gli sguardi solo in aula. D'altra parte il comandante Hashimoto, per evitare proprio che potesse fare incontri spiacevoli o che potesse parlare con la stampa, fu trattato alla stregua di un prigioniero, guardato a vista 24 ore su 24 e scortato in ogni posto dove si recava. Resa la testimonianza in aula fu preso in fretta e furia e riportato in Giappone senza che mai, nemmeno per un attimo, fosse riuscito a scambiare qualche parola con chicchessia (a meno che non si trattase di persona autorizzata).