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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Velleitario tentativo di lanciare Fabio Traversa come protagonista, il film di Sindoni si appoggia a un gruppo di comprimari di livello che spalleggino il poco vivace attore in modo da permettergli di non dover violentare la propria indole e di recitare quindi come preferisce, senza mai salire sopra le righe, agendo di rimessa. Professore non di ruolo costretto a vendere enciclopedie per sopravvivere, Leo conosce Roberta (Buccellato), che si dedica a indagini statistiche nonostante una laurea in biologia con 110 e lode: lei s'inventa il proprio passato, si proclama rivoluzionaria, dice di essere orfana ma subisce le invettive del padre scarparo che non sopporta il '68 (De Crescenzo); al contrario del...Leggi tutto padre (Salerno) di Leo, licenziatosi dal ministero per dedicarsi a una sorta di teatro da camera (condominiale) ove interagisce coi pochi spettatori presenti alle rappresentazioni. Se del lavoro di Roberta seguiamo poco o niente, a comporre le scene più godibili del film sono gli incontri di Leo con i suoi clienti, interpretati di volta in volta da "guest star" che gli rubano la scena (ai loro occhi lui non appare mai in grado di proporsi come venditore convincente). All'incontro con Ferzetti si ritrova a dover giustificare una frase mal interpretata da quest'ultimo (che lo taccia di comunismo), a quello con Marenco e Nerina Montagnani subisce i surreali monologhi del primo non sapendo come reagire, da Arbore riceve una lezione di spigliatezza memorabile, testimonianza di un certo eclettismo da parte del presentatore. In altri casi arriva regolarmente tardi all'appuntamento fornendo scuse improbabili o trascura involontariamente le regole minime di correttezza. Il fatto che pure il padre di lei appartenga casualmente alla lista di clienti di lui non viene percepito come un forzatura, forse proprio per la naturalezza e il basso profilo con cui il regista gestisce le situazioni. Il ritratto di due giovani dalle ambizioni minime che si sposano e accettano di vivere a orari diversi incontrandosi solo di notte e comunicando tramite bigliettini lasciati sulla tavola da pranzo colpisce per un'autenticità che si rispecchia soprattutto nel volto imperturbabile di lui; e anche se la medesima leggerezza e scarsa incisività si leggono nella regia di Sindoni, le situazioni buffe non mancano, come sketch frammentari in cui si fa quasi sempre strada la personalità degli attori (che, nel caso degli appuntamenti di lavoro, difficilmente si ripresentano in scena). Luciano Salce è lo psicologo dove i genitori portano Roberta, tra i pochi a duettare con lei e non con Traversa. Tocco delicato ma anche impalpabile, con raccordi sovente inconsistenti e la sensazione di un film assemblato senza la necessaria convinzione, da affiancare però dignitosamente ai tanti simili destinati sostanzialmente a far volume, nella storia del nostro cinema di ragazzi e ragazze.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/12/16 DAL BENEMERITO MARKUS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/01/17
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Markus 26/12/16 17:21 - 3682 commenti

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Commedia sentimentale e sociologica che strizza l'occhio a certe atmosfere dei film di Nuti e Troisi dei primi anni Ottanta. Forse unico caso in cui il caratterista Fabio Traversa ha avuto una parte da assoluto protagonista: una sorta di Fantozzi moderno, il paradigma dell'uomo qualunque timido e impacciato sul quale, con grande capacità, è riuscito a costruirci una carriera. Grande spolvero di nomi celebri (Salerno, Ferzetti, Arbore) al servizio di una pellicola che non convince e che avrebbe necessitato di miglior scrittura. Comunque da scoprire.

Geppo 16/05/17 10:49 - 316 commenti

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Vittorio Sindoni dirige quel nuovo tipo di commedia uscito nei primi anni '80. Con l'arrivo dei nuovi comici, tipo Troisi o Verdone, il regista tenta di offrire un film dello stesso genere al giovane Traversa; anche la trama e la struttura offrono più o meno lo stesso tipo di personaggio (il ragazzo sfigato e disorientato nella società di quegli anni). Ovviamente non basta avere Traversa come protagonista; il film per vendere aveva bisogno di grossi nomi come De Crescenzo, Salerno, Marenco, Arbore... Discreto.
MEMORABILE: Il tormentone di De Crescennzo "Mannaggia 'o 68"; Marenco e il suo personaggio fuori di testa; La lezione di Arbore.

Cotola 18/08/17 12:44 - 9009 commenti

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Storia e situazioni non saranno nuovissime; non si riderà certo a crepapelle, ma il film riesce, almeno a tratti, comunque a divertire ed a far sorridere (magari ad alcuni blandamente). Si è cercato, con risultati altalenanti, di battere strade abbastanza diverse dalle "solite" commedie e questo è sicuramente un merito, così come pure il garbo della sceneggiatura cui però manca quel quid per convincere appieno. I "comprimari" fanno attorialmente a pezzi il povero Traversa che recita a modo suo: non stupisce che sia fallito il tentativo di lanciarlo come protagonista. Non male, dopotutto.

Pinhead80 16/08/17 18:58 - 4719 commenti

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Se l'opera si dovesse giudicare per la quantità di risate che fa fare allora sarebbe gravemente insufficiente, così come se la si dovesse valutare per la prova del protagonista, qualcosa di sconcertante. Nel complesso però il film si fa guardare e si vede che è ben scritto e ben diretto. Inoltre il resto del cast fa la sua parte. Ci sono alcuni risvolti drammatici (quelli che funzionano meglio) interessanti. Con un altro protagonista probabilmente parleremo di un film di ben altro spessore.

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