Ester e il re - Film (1960)

Promessa sposa ad un soldato, la bella ebrea Ester accetta di diventare concubina del re di Persia per favorire il suo popolo, ma l'infido primo ministro (il nostro Fantoni col rimmel) trama nell'ombra... Nonostante la regia di Walsh e l'apporto di Bava, questo biblico costituisce un modesto prodotto dell'Hollywood sul Tevere, per la banalità di sceneggiatura e dialoghi, unita all'inadeguatezza della protagonista che meglio aveva figurato come regina della Piramidi. Per quanto poco attendibili, gustosi costumi e scenografie, coloratissimi.

Vengono qui narrate le vicende di Ester, la bella e giovane prigioniera giudea che, sposando Serse, il re di Persia, riesce a conquistare il suo cuore e a salvare il suo popolo dall'olocausto. Colori, costumi, angolazioni sono il tributo che la fotografia di Mario Bava aggiunge ad un peplum che non aggiunge niente di nuovo al genere. Richard Egan col suo ciuffo ribelle si attornia di donne attraenti come Joan Collins, Daniela Rocca e Rosalba Neri. Beato fra le donne.

Un racconto storico/mitologico con poche possibilità di fare breccia nell’animo di chi guarda. Purtroppo la sostanza è poca e non dispone di un potenziale capace di rendere accattivante l’intrigo di corte che ben pochi dubbi lascia sul suo esito conclusivo. Le interpretazioni sono impostate e poco efficaci e nessuno degli attori riesce a spiccare. Si apprezzano i colori vividi, le scenografie dell’epoca e gli scorci di Ostia Antica, ma le frasi ad effetto a cui non crede più nessuno e i tanti duelli, finti e dall’esito scontato, alla lunga pesano in negativo.

Girato da Walsh con l'aiuto di Bava per le scene di battaglia, è un film storico che si difende ma la trama risulta sgangherata e i nostri caratteristi (Puccio Ceccarelli, Renato Rossini, Folco Lulli) sono decisamente sottoutilizzati per dare invece spazio alla tematica del rapporto tra il potere e la comunità ebraica. Pessimo Richard Egan, con troppa brillantina in testa.