Cinque amici condividono la proprietà di un lussuoso loft, utilizzato per scappatelle extraconiugali. Un giorno uno di essi scopre al suo interno una ragazza morta... Auto-remake del bel thriller belga del 2008, di cui ricalca fedelmente l'intreccio e talvolta anche le inquadrature. Come spesso avviene in questi casi, il "made in USA" comporta una messa in scena più lussuosa, che qui si traduce nei volti più noti del cast, a parte Schroenaerts confermato nel ruolo. Fotocopia bel fatta, originalità ovviamente zero per chi conosce il primo film e può quindi passare oltre.
Thriller che parte da un'idea non originale ma efficace che dovrebbe puntare le sue carte su una solida sceneggiatura e su un pugno di attori capaci di mantenere alto l'interesse dello spettatore. Purtroppo però non tutto funziona a meraviglia e una regia piatta e petinata non aiuta per niente a calare la vicenda nel dovuto vortice di tensione. Il risultato finale è un film dal piglio televisivo, con qualche buona idea non sfruttata del tutto.
Tenendo conto della latente difficoltà di realizzare thriller dal plot avvincente e non ripetitivo siamo qui di fronte a un interessante e discretamente costruito intreccio giallo. Non proprio carico di tensione ma rimane incerto e godibile fino alla fine; forse si esagera sull'eccessiva propensione all'adulterio di protagonisti e non. Evitabili gli ultimi due minuti.
Buona la trama: cadavere femminile giace sul letto di un loft, di cui solo i cinque mariti fedifraghi, apparentemente amici, hanno le chiavi. Dunque, chi è l'assassino? Tantissimi flashback (forse troppi), molte recriminazioni e qualche mistero mantengono il ritmo discreto. Però. E' tutto eccessivamente "attoriale", patinato, stereotipato. Il risultato finale dà la sensazione di aver assistito a qualcosa che aveva un potenziale ma che non è stato ben sviluppato per mancanza di autenticità. A livello televisivo sarei stata di manica più larga, ma dal cinema mi aspetto di più.
Cinque amici condividono un appartamento dove, a turno, consumano le loro scappatelle. Il ritrovamento del corpo di una ragazza all'interno di esso scoperchierà un pentolone ricco di torbidi segreti. E' un thriller ben recitato ma zeppo di situazioni che possono anche apparire slegate tra loro. Il mondo di queste fatalone sfrontate e pronte a tutto è di un finto stomachevole. Finale a sorpresa (?).
Un giallo nel giallo con salti temporali importanti e ben ponderati. Una vittima uccisa tre volte e indagini di polizia come collante. Insomma una buona trama, sceneggiata con intelligenza. Peccato che il finale ricordi troppo da vicino Assassinio sull'Orient Express e alcuni passaggi e personaggi siano mero riempitivo. Cast non altisonante ma funzionale, con una regia non brillante ma che riesce ad arrivare alla fine senza annoiare. Urban si dimostra attore capace ma stranamente sempre impiegato come caratterista o in film corali. Marsden sottotono.
E’ mai possibile che la borghesia di successo sia colma unicamente di agiati fedifraghi e frivole bamboline? Se lo accettiamo senza interrogarci, allora il giallo passa dal color pastello alla luce viva: ben diretto, discretamente interpretato, con un dedalico gruppetto di amici dove nessuno può scagliare la prima pietra e con un tourbillon di mini-twist che ci avvinghia senza debilitare le forze. Niente affatto male, anche se l’ultimo minuto è una pernacchia rumorosa alle losche architetture sino allora costruite.
Difficile valutare con obiettività dopo aver visto il primo, diretto sempre da Van Looy e con una sceneggiatura pressoché identica. Difficile capire anche il perché di questo remake; forse per un mercato statunitense che non aveva distribuito il precedente? Se in Loft trasparivano segni di patinatura televisiva, lo stesso accade qui, dove il nuovo cast femminile mette in scena bellissime donne sì ma senza l'originale appeal delle attrici belghe. Anche il comparto maschile, seppure migliore, è meno incisivo (Schoenaerts a parte naturalmente).
Un gruppo di amici fedifraghi condivide un lussuoso loft per consumare le proprie scappatelle. Ma la situazione sfuggirà presto al loro controllo quando ritroveranno al suo interno il corpo di una giovane donna. I tanti flashback aiutano a ricostruire poco alla volta i tasselli dell'intreccio e le supposizioni si sprecano sino alla fine. I corpi arroventati di passione si dilatano nell'attesa snervante di essere scoperti dagli occhi dell'altro. Bel thriller solido che non indugia nel mostrare le fragilità dell'anima.
Uomini ricchi e annoiati condividono un'alcova per scappatelle extraconiugali. Remake di un film belga diretto dallo stesso regista dell'opera originale. Si tratta di un thriller realizzato quasi totalmente in interni, un po' troppo patinato nell'ambientazione. Il regista dimostra tuttavia di sapere gestire la tensione fino al finale inaspettato, anche se la ricostruzione è un po' troppo macchinosa. Attori in parte.
Niente male questo giallo da camera, recitato molto bene e diretto senza sbavature. A fine visione ci si rende conto che non è un meccanismo perfetto (si veda la prima scena in cui Miller, da solo, fa cadere le bottiglie) ma gli intrecci sono tanti e posseggono un indubbio fascino, soprattutto in virtù del doppio colpo di scena finale che spiazza anche i più scafati. Comparto attoriale in gran forma, personaggi secondari compresi, fotografia un po' troppo patinata.
Un gruppo di amici condivide un loft per avventure extra-coniugali, fino a che viene trovata una ragazza morta nel letto. Buon thriller, con una sceneggiatura solida e un intreccio ben gestito con continui flashback. Sale di livello nella seconda parte, suscitando curiosità sulla possibile soluzione finale. Buona anche la prova di tutto il cast. Riuscito, senza dubbio.
L'intrigante soggetto sviluppa un thriller dagli sviluppi inattesi, con un gruppo di amici alle prese con un ritrovamento di cadavere all'interno del loro loft usato per marachelle extraconiugali. Autoremake dello stesso regista in chiave yankee con una fotografia forse troppo patinata, ma non eccessivamente disturbante. Il ritmo è accettabile e l'opera si fa seguire con vivo interesse; peccato per una fase conclusiva non all'altezza di quanto assaporato in precedenza. Regia senza troppa personalità con inquadrature non proprio brillanti. Valido, invece, il cast maschile.
MEMORABILE: L'opera di convincimento di Urban ai danni di Marsden; La gita a San Diego; La lettera di addio.
Quello che poteva essere un thriller a tinte forti, a causa di una confezione patinata tipicamente americana e di una regia dal taglio televisivo diventa un più ordinario giallo dall'impostazione quasi teatrale. Prima parte in cui i flashback la fanno da padroni, nella seconda arrivano un paio di colpi di scena difficilmente prevedibili. Epilogo abbastanza buonista, quasi a volerci far dimenticare la propensione che fino a quel momento tutti i personaggi avevano mostrato verso il tradimento. Interpretazioni nella media, un po' come il film.
Buon giallo a sfondo erotico che sviluppa una trama piuttosto intricata (e talvolta troppo macchinosa) in una struttura a flashback complessa ma senza esagerare. Thriller dal look elegante, non privo di pecche (l'inverosimiglianza di fondo mina uno script con pretese di intelligenza, la regia si affida talvolta a espedienti convenzionali, specie nelle scene di tensione) ma in grado di mantenere alto il livello di attenzione del pubblico, specialmente nella seconda parte, che butta giù un buon poker di colpi di scena. Cast femminile notevole.
MEMORABILE: Il cadavere sul letto; I volgari sproloqui dell'amico grasso; Isabel Lucas in piscina; La catena di plot twist nel terzo atto; Il finale sul balcone.
Quintetto di amici benestanti e strafottenti divide a turno un loft per le loro scappatelle di mariti fedifraghi. Un giorno ci scappa la morta: chi era di turno? Appassionante thriller costruito a flashback che si diverte (e diverte) a scombinare ogni previsione ma sempre con logica ferrea. L’interrogativo su cosa è accaduto e cosa accadrà è mantenuto fino al termine. Altra carta vincente della sceneggiatura è l’ottima resa dello squallore umano sotto il patinato velo perbenista, così come gli attori personificano a meraviglia l’odiosità e la finta amicizia della compagnia.
MEMORABILE: Il ciccione ubriaco che rimorchia la cicciona ubriaca.
I soldi e la routine matrimoniale li portano ad affittare un lussuoso loft metropolitano come pied-à-terre comune per le tresche di ognuno... fino al fattaccio. Thriller dalla tipica confezione hollywoodiana ma che nella sceneggiatura riesce a legarsi ad elementi tipici del giallo, svelando a poco a poco elementi nascosti e la colpevolezza di qualcuno nel circolo dei personaggi. Non sempre il montaggio delle scene è così lineare, sovrapponendo momenti diversi della linea temporale, ma il risultato finale è sicuramente fruibile, anche se non esce che di poco dalla media del genere.
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